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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap

Festival di Sanremo: in scena i miti e la terza serata vola

Le mani di Giovanni Allevi sui tasti bianchi e neri di un pianoforte fanno da contrappunto ad uno spezzone del Pianista sull'oceano di Tornatore, che, fra l'altro, è uno dei miei film preferiti: cosa puoi chiedere di più dalla vita? Scherzi a parte, anche stasera un inizio spumeggiante!

Ma d'altronde siamo in discesa, dopo i risultati di audience della prima serata e l'ottima tenuta della seconda, nonostante il confronto con Amici. Ora il buon Paolino tiene in pugno l'Ariston e lo fa cantare, ballare e gridare a suo piacimento. E stasera poi ci sono i superospiti...

Il tributo ad Oreste Lionello sulle struggenti note di Fumo di Londra... Piccola cosa per un grande artista.

Ed è subito Riccardo Cocciante, al quale basta un “e vorrei riscoprirlo stasera...” per lanciare il coro dell'Ariston. Breve discettazione sulla sua opera popolare e poi è subito “Quando finisce un amore”: canzone stupenda e intensa che lui canta dal pianoforte, alzandosi ogni tanto sulle punte dei piedi per la foga dell'interpretazione! Voce solida ed energia da vendere fino alla fine del brano. E l'Ariston si alza per la prima delle tante standing ovation di questa sera.

Occhi alla Minnie Minoprio per la bella (e magrissima!) Gabriella Pession. Subito scioltissima nella parlantina e con un paio di “magnate” dette proprio alla romana nelle sue battute iniziali. Brava!

Ecco Pino Daniele: entrata in sordina, ma poi la canzone che regala a Silvia Aprile (e che lei interpreta benissimo) è davvero bella... almeno quanto il viso di questa ragazza! Il buon Pino-Panda (come lo ribattezza Bonolis) è imbarazzatissimo e molto compassato nelle parole e nei ringraziamenti. Però, poi, intona “Quando”, solo voce e pianoforte e i brividi cominciano a scorrere anche nel ricordo di Massimo Troisi. Dopo, un po' a sorpresa, parte per fare un accenno di “Napul'è”, ma poi la canta tutta, in maniera elegante e semplice al tempo stesso.

E' il momento di Laurenti in versione Sinatra: stavolta è “My way”. Dopo la più che scontata battuta sulle cuffie, arriva il mito di Burt Bacharach sul palco di Sanremo. Lui, il mito delle musiche da film degli anni '60, '70 e '80, con la voce di Mario Biondi, accompagnano Karima. Certo che con uno come Bacharach al piano e un Mario Biondi al fianco risulterebbe bravissimo pure un cane...! Eccolo al piano per un medley di quelli immortali, che la mia anima di 45enne non sanno accogliere senza un rimpianto e un groppo in gola per i bei tempi andati... Grazie Maestro per la musica che hai regalato al mondo!!! E perdona, ti prego, la scelleratezza del coro che la Rai ti ha messo a disposizione stasera (che figura!). Ed è di nuovo standing ovation!

Tutto il “cucuzzaro” – come dice Bonolis – è ora sul palcoscenico: Zucchero, Dodi Battaglia, Maurizio Vandelli, Fio Zanotti e chi più ne ha più ne metta! Il conduttore dichiara di non volersi assumere alcuna responsabilità su ciò che accadrà sul palco con questo gruppo si scatenati della musica: e noi siamo qui che attendiamo, frementi, gli eventi... E qui a Bonolis sfugge una grande ingiustizia: già, perchè invece di relegare la giovane di turno (in questo caso Irene) da una parte per lasciare lo spazio ai superospiti di turno, permette alla Zuccherina di rimanere con loro e di cantare addirittura! E la ragazza gode, in tal modo, di una visibilità e del successo dei suoi partner, cosa che agli altri giovani è stata fin qui negata (e che probabilmente sarà negata ai giovani che si esibiranno dopo). No, così non si fa, Paolino! Il gruppo è comunque strepitoso e il successo tributato dal pubblico dell'Ariston al medley è immenso davvero!!!

E' il momento del Massimo Ciavarro del Brasile: Tyago Alves, la nuova “donna con la barba” di Laurenti. Il siparietto è simpatico e io mi chiedo: ma come ha fatto Bonolis a lasciare a casa la sua spalla ideale nel primo Sanremo da lui presentato nel 2005? Boh!

Roberto Vecchioni dovrebbe accompagnare un'altra figlia d'arte, Chiara Canzian. Ma lui, maglietta rossa sotto la giacca scura, entra con il suo sorriso simpatico a metà canzone. Peccato che sia interista...! Le sue parole sui giovani introducono le note di “Sogna ragazzo sogna”, inno alla gioventù che cresce, alla gioventù sana, alla speranza giovane del mondo! Bravo Roberto...!

Isckra scende le scale del palco vestita da pagoda. La sua canzone mi è piaciuta davvero tanto, anche se mentre ascoltavo il ritornello vedevo Lucio Dalla che la cantava... ed era tutta un'altra cosa. Poi Lucio arriva e, infatti, fa volare alto la canzone e la accende di una luce meravigliosa. Sembra sempre più l'Elton John di casa nostra. Sfida il pubblico ad accompagnarlo e invita Laurenti e Bonolis a sostenerlo con la voce: “4 marzo 1943” e “Piazza grande” rubano la scena. Lui gioca con pubblico, maestri d'orchestra e conduttori... e quasi quasi ci uniamo anche noi a casa nei gorgheggi che il grande Lucio suggerisce!

Kevin Spacey, tenero cantante anni '50... Chi se lo sarebbe mai aspettato? E guarda come si impadronisce della scena...! Sembra un mattatore e non a caso Bonolis gli dà del Mister. Poi Bonolis si mette a cantare “Imagine” e la rovina tutta! Se la poteva risparmiare e la poteva risparmiare anche al buon Kevin che si professa un suo fan intellettuale, arrivando a svelare il suo vero amore per John Lennon. Poi ci butta dentro la speranza che gli ha dato l'elezione del suo presidente Barack Obama. Parla del suo amore per il teatro e per Londra. Ed è standing anche per lui...

Ania è la vincitrice di Sanremofestival.59, ma questo è un argomento che mi dà la nausea affrontare in senso artistico, per tutto quello che sappiamo e abbiamo detto sulla vergogna del televoto. Quindi la finisco qui e mi vado a bere un tè freddo.

Era tanto che non vedevo Ornella Vanoni cantare: a dir la verità l'ho trovata un po' impacciata e rigida e lo stacco con la freschezza e il candore della giovane Simona Molinari lo amplifica ancor di più. Poi però omaggia Tenco con un delicatissimo “Vedrai” che l'Ariston ascolta in religioso silenzio. E dopo ricorda il grande Mino Reitano (ce lo eravamo dimenticati?) cantando la di lui “Una ragione di più”. Grazie Ornella!

Arriva anche il calcio sul palco di Sanremo, con Bonolis e Tyago: quest'anno è veramente il festival delle novità.

E arriva anche Arisa che – un po' ce fa, un po' c'è – sembra quella “che siccome che sono cecata” di Anna Marchesini memoria... Poi la ragazza vestita da clown-pierrot, accompagnata dal piano di Lelio Luttazzi, canta la sua bella canzone anni cinquanta. La chicca che offre questa canzone è che, forse per la prima volta nella storia del Festival, non c'è il maestro che dirige il brano di Arisa. Bah... Luttazzi al piano ci riporta nella “Vecchia America” del Quartetto Cetra, sfidando gli ottanta e più anni d'età sulla tastiera del pianoforte. E mi viene in mente il suo grido Hiiiiiiiiiiiiiiit Paaarade, quando la presentava alla radio... Sigh!!!

Massimo Ranieri accompagna la sua giovane Barbara Gilbo. Lui è un mito della musica (e non solo) italiana. Lei è una cantante arrabbiata, non proprio intonata e anche svociata. E non capisco come possa reggere l'accoppiata con questa istituzione sanremese. Canta “Perdere l'amore”: io, personalmente, avrei preferito uno dei suoi pezzi di inizio carriera, tipo “Rose rosse”, che so? Però l'effetto è travolgente e infatti si porta via tutto l'Ariston, che si alza a tributare una standing a quella voce dritta, lucida e precisa come una lama...

E poteva mancare, dopo la Vanoni, il grande Gino Paoli? Insieme a lui c'è Malika Ayane che canta con la voce di Fabio Concato! Gino però... ti prego, tu sei un mito e quindi ti devo rispetto: però, perchè continui a metterti gli stessi vestiti da ormai vent'anni?!? Battute a parte, con Paoli si riparte da “La gatta”, passando per “Una lunga storia d'amore”, forse uno dei pezzi più belli della storia della musica italiana, fino ad arrivare al nuovo disco di inediti. L'impatto sul pubblico dell'Ariston è più soft delle aspettative e del personaggio, ma è anche mezzanotte e mezza. Ci pensa Malika a strappare un ultimo applauso, intonando un elegante “Il cielo in una stanza” che ci ricorda un altro pezzo di storia nostrana.

Commenti

  1. Le sue parole sui giovani introducono le note di “Sogna ragazzo”; invece il titolo completo è "Sogna ragazzo sogna" http://www.youtube.com/watch?v=ebZKq4_fVow
    ottima analisi! E ora che hai scritto tutto tu io che scrivo? :(
    Bello questo blog, mi piace troppo, peccato averlo scoperto solo ieri mattina :)

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  2. anzi sai che faccio? Linko a te e dirotto i miei visitatori qui per Sanremo. Io ho da dare la precedenza a Voyager perchè me l'hanno cercato tutti ieri.

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  3. Titolo corretto.
    Thanks Gianf!

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  4. anche qui "è ora sul palcoscenico: Zucchero, Dodi Battaglia, Vandelli, Zanotti" : chi è zanotti? Cmq ho appena finito di scrivere il post che ti dicevo e ho anche inserito il link a questo post in fondo :):) http://arrgianf.blogspot.com/2009/02/misteri-voyager-le-puntate-dell11-e-del.html

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  5. Come chi è Fio Zanotti...?! E' uno dei direttori d'orchestra più famosi del Festival sanremese. Certamente il più simpatico... dopo mio cognato che due anni fa diresse i maestri brandendo un grissino!!!
    Grazie per il link a questo post che hai voluto inserire dal tuo blog! A buon rendere!!!

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  6. Ah ecco.. Zanotti il direttore d'orchestra, ok ok pensavo che fosse un altro del trio che allora diventavano quattro...

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