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Trump people

A VOLTE RITORNANO. Sarebbe stato troppo facile e scontato come titolo. Ormai troppe cose e troppe persone ritornano e non più solo a volte. Il problema, semmai, è COME ritornano. L'era del secondo Trump, 47° presidente degli Stati Uniti d'America, inizia oggi. E prende il via con una vittoria schiacciante negli Stati chiave e nel voto popolare. Una vittoria che vede il partito Repubblicano impadronirsi delle istituzioni da cui dipendono il potere esecutivo e legislativo, con Trump alla Casa Bianca e Senato e Camera - a meno di clamorose sorprese nello spoglio degli ultimi voti - che sono a un passo dal tingersi del rosso del Republican Party.  A questo si aggiunga la maggioranza dei 9 giudici che compongono la Corte Suprema, la più alta corte della magistratura federale Usa, di cui tre nominati dal tycoon durante il precedente mandato, due da Bush figlio e uno da Bush padre, mentre sono solo tre quelli di nomina democratica (due da Obama e uno da Biden). In questo modo salta de

Basta, me ne vado a morire all'estero!

Della vicenda di Eluana Englaro si sa ormai tutto. Tante parole, in un verso e nell'altro, sono state ormai spese, tanti fatti, tante opinioni. Quello che mi sarei davvero risparmiato è che, sul triste epilogo della storia di questa ragazza, si arrivasse a fare pura e semplice speculazione dai nostri politici da strapazzo. Da una parte e dall'altra. Poi, negli ultimi mesi è arrivata anche quella.

Ieri abbiamo toccato veramente il fondo, quando il nostro capo del governo (forse sotto le immane pressioni del Vaticano, forse convinto dall'ennesimo sondaggio) è voluto arrivare allo scontro istituzionale con il Quirinale, decidendo prima di mostrare i muscoli con un decreto-legge sul quale Napolitano aveva già preventivamente e pubblicamente espresso i propri dubbi di costituzionalità; e poi obbligando il Consiglio dei ministri ad approvare un disegno di legge da spedire alle Camere con la richiesta (meglio sarebbe dire, l'ordine) di approvarlo di pochi giorni. E il tutto per cosa? Per impedire che venisse posta in essere una manifestazione della volontà della persona (così come la nostra carta costituzionale garantisce a tutti i cittadini), sulla quale inoltre pesa una decisione, a titolo definitivo, della suprema corte di cassazione, il più alto organo giudiziario della Repubblica.

Fino a qualche tempo fa, a causa di certi suoi interventi legislativi, al nostro premier veniva rimproverato dall'opposizione e da una larga parte degli italiani di fare leggi ad personam: questa volta, invece, ci troviamo di fronte ad una palese legge contra personam. Anzi, contro la dignità di una persona (anche se ridotta a un vegetale), contro la dignità di un padre (disperato protagonista della vicenda mediatica) e contro la dignità di un pronunciamento ufficiale/legittimo/pieno emesso dalla magistratura ordinaria.

Fino a qualche tempo fa, quando uno non ce la faceva più, si usava dire "Basta, me ne vado a vivere all'estero!". Ora questo moto dell'animo andrà aggiornato ai tempi berlusconiani e saremo costretti a sbottare "Basta, me ne vado a morire all'estero!". Che pena... Che schifo...

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