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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Festival di Sanremo: quarta serata in tono minore

Questa potrebbe essere la serata più stimolante di tutte. I big ripropongono le loro canzoni, ma questa volta sono accompagnati da altri ospiti: si preannuncia una serie di incredibili jam session, come accade solitamente oltreoceano.

La puntata si apre con un mix di romanze da opera: si parte da Verdi passando per la Tosca di Puccini, alla romantica Memories di Barbra Streisand e alla napoletanità di Torna a Surriento, per concludersi con le sontuose note di We are the champions dei Queen. Tra soprano e tenori, ballerini e musicisti, colori e luci sfavillanti. Insomma, un altro avvio di Festival degno della spumeggiante edizione di quest'anno.

Bonolis (questa sera tutto di nero vestito, con tanto di cravattino sbrilluccicante) sonda per l'ennesima volta gli umori della galleria e della platea e poi ancora di galleria e platea insieme e poi dà il via alla prima canzone: il trio catechesi (scusate, ma non riesco a vederli diversamente) insieme a Gianni Morandi. Ora il parallelo con Si può fare di più prende definitivamente corpo, Morandi porta un po' più di grinta al prodotto finale, ma la sensazione è sempre quella di trovarsi di fronte a una canzone noiosa.

Patty Pravo in versione dark, accompagnata da alcuni fra i più grandi musicisti dei big stranieri (che si esibiscono per la prima volta insieme), fa il suo ingresso sul palco. Sembra più carica delle altre serate, forse la presenza di cotanti artisti intorno a lei, le dà energia. Rimangono però tutte le perplessità sulle note alle quali non la sua voce arriva più e su quelle stecche nascoste fortunatamente dal volume altissimo della musica. Ma tant'è, the show must go on...

Luca Laurenti fa il suo ingresso, mogio mogio, sul palco dell'Ariston. Diversamente dalle altre volte, stasera non canta, ma fa un piccolo siparietto sull'altro tormentone di questo Festival: le donne con la barba. Ma stavolta ci sono le conigliette di Playboy: chissà che non tocchi a loro riconsolarlo...? E infatti ecco scendere le scale le playmate italiane: belle, piene e colorate. Il pubblico le accoglie tutto sommato con un applauso ordinario, Bonolis – poco cavallerescamente – confida subito i suoi dubbi sulla loro verginità... ma tutte e tre insieme sembrano le Streghe di Eastwick! Con il conduttore a fare la parte del mitico Jack Nicholson.

Poi entrano Fausto Leali e Fabrizio Moro. Impersonano il padre e il figlio della canzone, ma il ragazzo fa una gran fatica sulle iniziali note basse. Dopo si riprende e imita il padre (pardon, Leali) nel dare sfogo agli acuti strozzati... Sulla chitarra di Moro campeggia una scritta dedicata a non si capisce a chi...

Bonolis fa il tecnico, sbaracca il palco da solo e si diverte con i ragazzi che si affaticano a mettere e togliere strumenti e cavi. Eccolo annunciare Sal Da Vinci e Gigi D'alessio: il primo al microfono, il secondo al piano e la canzone comincia. Subito due stecche per Da Vinci, poi per fortuna ci pensa il suo padrino a riequilibrare le sorti del brano, raggiungendo il suo allievo sul proscenio e prendendo per mano la canzone in un crescendo che le regala effettivamente qualcosa.

Un pentito Laurenti sui ceci, dopo aver visto le playmate, implora Bonolis di perdonarlo e di riammetterlo nello spettacolo. Nuovo siparietto fra i due, con il pubblico che interagisce a comando. Ma quest'anno il pubblico fa parte della sceneggiatura...

Arriva il momento di Dolcenera e Siria. Qui sono coinvolto emotivamente: la nuova Dolcenera è davvero stuzzicante...! E Siria è una degna compagna, dalle occhiate imbarazzanti... Sono brave e belle e il pubblico le apprezza. Ometto altri giudizi perchè sarebbero gli ormoni a farla da protagonisti!!!

Bonolis perdona Laurenti e lo invita a cantare. Il buon Luca, spalleggiato e sostenuto dalle abbondanti curve delle bellissime tre, intona di nuovo Sinatra e si riprende alla grande. Il programma non ha pause: c'è tanta roba al fuoco e non c'è assolutamente tempo da perdere.

Francesco Renga e il soprano Daniela Dessì sono ora sulla scena. Bah... che dire? Forse la canzone rende ancor meno della versione originale. Mi sa che l'operazione Sanremo non è stata ben pensata quest'anno dall'ex Timoria. O forse mi sbaglio io...

Altra canzone in gara e... sorpresa! Arriva il duo Alexia-Lavezzi con Teo Teocoli e un gruppo di musiciste tutto al femminile! Teocoli aggiunge un po' di Celentano al brano: è vestito da prete, ma prova a fare il molleggiato! La canzone conserva slancio e verve iniziali e l'acuto di Alexia la chiude con l'energia che merita.

Arriva il belloccio della serata: Ivan Olita. Stavolta è altissimo, giovanissimo e italianissimo! Ha una parlantina che stordisce perfino Bonolis, che infatti lo azzitta con un “Ahò e basta”!!! Però è davvero sciolto e brillante 'sto ragazzo!

E' ora il turno di Al Bano e Michele Placido. Il buon Di Pietro si chiederebbe “che c'azzecca?”. Poi però la calda voce di Placido mette in prosa le prime strofe del testo, accompagnato da un tappeto di archi e flauti. E tutto prende subito senso...! Da brividi, davvero!!! La canzone (che da questa mattina presto mi è rimasta ferma in testa e nelle orecchie!) ne acquista da morire e così Al Bano stesso, che si carica e la porta a termine in maniera più che degna. Non vorrei citarmi, ma l'avevo detto che la musica di questo brano era veramente bella!

Dopo la pubblicità, è il momento dei sensi. Il Grande Vecchio Hugh Hefner porta le sue meraviglie sul palco e l'Ariston lo accoglie (sì... lui!) a braccia aperte. L'inquadratura laterale è stata evidentemente studiata alla perfezione dal regista, che ha collocato il profilo di Hefner dritto sulla direttrice del prosperoso seno della splendida mora in rosso. Che, tra l'altro, ha un viso da togliere il fiato!!! Nell'intervista Bonolis non dà il meglio di sé, né gli autori gli fanno osare chissà che... Poi, il fuori programma di una ragazza che sbuca fuori dal buio e si piazza di fronte ai due, senza dire nulla, senza indossare nulla se non una pittura che le ricopre la pelle. Organizzata o meno che fosse, Bonolis affronta la situazione con grande calma, certamente più di quanto facciano i due omaccioni della sicurezza che si affrettano a togliere questa novella Cavalla Pazza da davanti le telecamere. L'intervista si conclude così come era iniziata: senza infamia e senza lode. Dopo tanta aspettativa, potremmo dire: tanto rumore per nulla...

Ecco Marco Masini con l'attore Francesco Benigno, specializzato in ruoli da cattivo e incazzoso ragazzo del sud. Il brano è completamente rivisto nell'arrangiamento: solo piano e voci, che cantano e narrano le bruttezze del nostro bel paese. Benigno sottolinea con veemenza il riferimento agli stupri e ai coglioni rotti. La rilettura è nel complesso più che accettabile: forse, però, ne risentono un po' troppo negativamente l'invito alla speranza e all'amore insito nelle ultime parole della canzone, che infatti rimangono oscurati in questa versione più teatrale.

Contrariamente alle aspettative (mie), la serata si presenta un po' più moscia rispetto alle altre. Ora arriva Povia, che non ha direttore d'orchestra e, a differenza degli altri, non è annunciato in compagnia di alcun ospite. La canzone è arpeggiata alla chitarra e alle spalle del cantante vengono esposti disegni e ritratti in bianco e nero. Il pubblico accenna ad accompagnare il brano con i battimano: ci prova un paio di volte, ma regge solo per pochi secondi... Una cantante vocalizza qualche nota sul finire della canzone, una coppia di attori in abiti da sposa si bacia e si abbraccia e il brano si conclude con l'ennesimo cartello innalzato da Povia. A compendio dell'esibizione e quasi a giustificazione della linea editoriale scelta, Bonolis assicura che questa edizione del Festival garantisce qualsiasi modalità di espressione artistica. Io quel “qualsiasi” vorrei tanto metterlo alla prova, però...

Marco Carta sceglie i Tazenda per la sua esibizione. Le strofe della canzone sono cantate – guarda un po' – in sardo, il ritornello è invece in italiano. A risentirla, mi pare di cogliere più di qualche somiglianza, nel ritornello, con il brano presentato due anni fa dai Piquadro. Anche essi provenienti dalla scuderia di Maria De Filippi: sarà solo un caso...?!?!

Tre playmate per annunciare i tre Gemelli Diversi. Chi c'è con loro? Non si è capito... forse nessuno. Ah no, ecco... una banda vestita con abiti di un altro secolo invade il palco: tamburi e fiati e forte presenza scenica.

Alain Clarke and his father sono ora sul palco. Il brano parte con sonorità country, poi si apre in un classico pop Usa dalle sonorità vagamente blues. E' un momento dapprima intimista e poi festoso che inneggia ai valori della famiglia, come piace tanto a Bonolis.

Sono le 23:30 ed è il momento della serietà: seduto su uno sgabello al centro del palco, Bonolis parla del CERS, la onlus che offre gratuitamente un servizio di assistenza domiciliare qualificata ai bambini meno fortunati. Il discorso si fa serio e il pubblico ascolta in religioso silenzio il monologo-denuncia del conduttore contro quelle regioni e strutture burocratiche italiane che non assicurano questo tipo di assistenza. Paolino si emoziona, si interrompe, poi alza la voce e il tuono della denuncia si fa duro quando tuona sdegnato: “E' uno schifo!”.

L'atmosfera stenta a riprendersi. Bonolis presenta Stefania Rocca ed Emilio Solfrizzi, poi allunga il brodo in attesa della busta con l'esito del televoto. Il clima torna vivace quando, contornato dalle tre splendide playmate italiane, canta e balla sulle note di “Tu vuo' fa' l'americano”. Poi sfilano i nomi dei dieci big che vanno direttamente in finale. Fischi, brusii e lo sconcerto del pubblico dell'Ariston all'annuncio dell'eliminazione definitiva per Dolcenera e i Gemelli Diversi. Concordo pienamente: mi pare davvero una pessima votazione!!!

A mezzanotte esatta e con l'amaro in bocca, chiudo questo post sulla serata forse più noiosa alla quale abbiamo fin qui assistito. L'appuntamento è per domani sera con l'ultimo atto di questa 59ma edizione del Festival di Sanremo.

Commenti

  1. bello anche stavolta il tuo commento! Io nel mio ieri avevo fatto notare come il venerdi c'è molta concorrenza! Infatti io ho girato dappertutto tranne che su rai1! chissà perchè ma le poche volte che girano su raiuno non si cantava!! Finalmente per caso son riuscito a beccare Alexia che è stata strepitosa!!! :):):)
    Poi stamane ho scoperto che ha vinto Arisa, fatto sta che delle Nuove Proposte ho sentito quasi tutti i nomi e le canzoni in gara, ma di questa proprio nulla. La prima volta che la sento nominare... Eppure tra Chiara Canzian, la figlia di Zucchero, Sal e tanti altri questa non l'ho mai sentita nominare prima di stamane...

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  2. ho scritto poco fa un post su tutta la serata televisiva di ieri sera; ho finalmente sentito Alexia, è stata fantastica!!! Spero tanto che vinca!! :):):)

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  3. Caro amico, guarda invece com'è finita...!

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  4. marcus quando son tornato a casa e ho visto il podio pensavo di aver sbagliato a leggere televideo! Che schifo! Profondamente deluso! La canzone di Carta era addirittura tra quelle che avrei eliminato :(:(
    va be... E per questo che io di musica non ne capisco ma mi limito ad ascoltare tante canzoni e a dare solo giudizi personali :(

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