Ora che la terra ha smesso di tremare, speriamo definitivamente, in Emilia Romagna è il momento della ricostruzione. L'emergenza ha coinvolto per giorni e giorni operatori della protezione civile e volontari, impegnati in un’impagabile lotta contro il tempo e le avverse condizioni atmosferiche nel tentativo di estrarre fino all'ultimo i pochi sopravvissuti da sotto le macerie e al tempo stesso mobilitati per assicurare una tenda e un ristoro alle migliaia di sfollati cacciati dalle loro case distrutte o pericolanti a causa della furia del sisma. Ora l'emergenza deve lasciare il passo alla capacità umana di ripristinare una situazione di normalità per
restituire queste terre ad una vita normale.
Il governo, che fin dai primi momenti si è mobilitato per essere vicino alle popolazioni, ha deciso un intervento da 15 miliardi di euro. Questa volta, a differenza di quanto avvenne cinque anni fa in occasione del
terremoto che colpì L'Aquila e decine di piccoli centri dell'Abruzzo, Berlusconi si è mosso in maniera diversa. All'epoca, infatti, i
12mld di euro quantificati dall'allora ministro dell'Interno Maroni come necessari alla ricostruzione furono trovati facendo ricorso ai fondi del
5 per mille, al margine che sarebbe derivato allo Stato dall'introduzione dell'
assicurazione obbligatoria contro le avversità sulla prima casa, agli stanziamenti dell'Unione Europea e alla
donazione della Chiesa Cattolica che, forse per
evitare il rischio di interventi volti a intaccare l'annuale quota dell'8 per mille, decise immediatamente di raddoppiare i 3 milioni di euro inizialmente messi a disposizione.
Questa volta, le risorse necessarie per procedere alla ricostruzione in Emilia Romagna sono state individuate diversamente. Sulla falsariga di quanto avvenuto per il
salvataggio dell’Alitalia, Berlusconi ha, in primo luogo, lanciato l'operazione
“Un foratino contro il sisma”, che ha visto la immediata costituzione di una cordata di costruttori incentivati dalle norme straordinarie appositamente varate dal governo, per decreto, che permettono alle imprese edili che vi aderiscono, per i prossimi due anni, di poter negare il diritto di sciopero e di licenziare l’operaio anche senza motivazione. Sono finora 68 i grandi costruttori che – come ha affermato Caltagirone - si sono finora detti
“onorati di partecipare alla ricostruzione che, oltre ad essere un dovere morale nei confronti di tanti italiani, è un’ottima opportunità di rilancio del settore edile dopo la sfortunata operazione del piano casa del 2009”. E a conferma del grande interesse suscitato nel mondo imprenditoriale dall’iniziativa del governo, la notizia della decisione assunta recentemente da
Fiat e Trenitalia di procedere rapidamente alla creazione di un ramo edilizio in seno alle rispettive società.
Oltre alla cordata costruttori, il premier si è rivolto inoltre al mondo televisivo, chiedendo ai titolari di concessione di fare la propria parte e sollecitando un
“contributo simbolico da restituire ad emiliani e romagnoli per lo ‘sfruttamento’ di quelle terre operato da tv e cinema, da anni, in termini di immagini”. Il governo ha così approvato un decreto (dal quale risulta
esclusa Retequattro, in attesa del pronunciamento della Gran Corte Mondiale per le Emittenze Televisive, previsto per fine 2020) con il quale è stata decisa l’istituzione dell’obbligo del
televoto, per due anni, in tutti i programmi tv, anche quelli a carattere informativo. Parte dei proventi finiranno in un fondo appositamente creato
“Contro le emergenze da terremoto” che sarà di volta in volta alimentato in sede di approvazione della Finanziaria. Alle critiche di una parte dei giornalisti Rai, capeggiati dal corrispondente in Ruanda Michele Santoro che accusa apertamente il governo di voler spettacolizzare il diritto dei cittadini all’informazione, ha replicato il neopresidente dell’azienda di viale Mazzini Aldo Biscardi:
“Non capisco il senso di queste polemiche: il televoto è un utile strumento di tv interattiva che accompagna gli italiani almeno da vent’anni. Come la moviola in campo. E poi i tg ne fanno largo uso già da diverso tempo”.
Anche le istituzioni dello Stato sono chiamate, questa volta, a contribuire. Berlusconi pare infatti intenzionato a varare un ulteriore decreto da approvare forse già nel Consiglio dei Ministri che si riunirà giovedì prossimo sotto le tende allestite sull’arenile dello stabilimento Miramare di Rimini. Il provvedimento, a cui stanno lavorando in gran riserbo il ministro della Funzione Pubblica Franceschini e il sottosegretario alla presidenza con delega alle istituzioni Santanchè, prevederebbe una tassazione corrispondente all’ammontare di una percentuale sull’indennità percepita nel settore pubblico. Secondo le prime indiscrezioni, si tratterebbe per i parlamentari del 30% sull’indennità dell’ultimo mese e per il comparto ministeri del 70% sulle prossime 3 indennità.
Esenti forze dell’ordine e magistratura. Non saranno infatti toccate dal provvedimento e anzi beneficeranno di un particolare provvedimento ad hoc: si tratterebbe di una legge allo studio del ministro della Giustizia Gentilini che depenalizza la responsabilità diretta e quella oggettiva dell’amministratore pubblico in materia di appalti nei settori dell’edilizia e della sanità.
“Con le nuove norme – sostiene l’ex sindaco di Treviso –
vogliamo alleggerire notevolmente il carico che grava sull’impegno investigativo di polizia e pm, in modo da poter concentrare maggiori risorse sulla lotta contro l’infame fenomeno dello sciacallaggio e illeciti ben più odiosi”.
Un auspicio per un forte impegno da parte del mondo politico a favore delle popolazioni vittime del sisma è arrivato infine anche dal capo dello Stato:
“Mi auguro – ha detto il presidente Gasparri -
che la solidarietà verso la regione assuma dimensioni cospicue anche da Camera e Senato, dove è stata promossa una raccolta di fondi. Oggi come cinque anni fa, in occasione del tragico terremoto che sconvolse l’Abruzzo, personalmente devolverò l'intera indennità del mese di aprile”.
[Chiedo scusa a tutti gli amici dell'Emilia Romagna: la fantacronaca di cui sopra imponeva necessariamente di essere ambientata in un territorio italiano. Pensando a Berlusconi, la scelta è caduta sulla vostra regione, forse perchè antica terra di comunisti... Garantisco comunque di aver personalmente assolto, precedentemente alla pubblicazione, tutti i tipi di scongiuri a mia conoscenza].
quanti link hai messo :):) hai quotato tutti :)
RispondiEliminaimportante che dopo due anni non si prendano più quote, sulla benzina paghiamo ancora % della 2a guerra e di terremoti di tanti anni fa.
ma nel tuo la cosa che mi dicevi nel mio, dove si trova?
RispondiEliminaè scritto talmente bene, che non mi fa ridere. Lo conservo e tra 10 anni lo rileggo e vediamo che effetto mi fa...speriamo di non piangere sul serio!!!
RispondiEliminaPer Gianluigi: meglio che lascio stare i post ironici, eh? Comunque... grazie!
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