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Trump people

A VOLTE RITORNANO. Sarebbe stato troppo facile e scontato come titolo. Ormai troppe cose e troppe persone ritornano e non più solo a volte. Il problema, semmai, è COME ritornano. L'era del secondo Trump, 47° presidente degli Stati Uniti d'America, inizia oggi. E prende il via con una vittoria schiacciante negli Stati chiave e nel voto popolare. Una vittoria che vede il partito Repubblicano impadronirsi delle istituzioni da cui dipendono il potere esecutivo e legislativo, con Trump alla Casa Bianca e Senato e Camera - a meno di clamorose sorprese nello spoglio degli ultimi voti - che sono a un passo dal tingersi del rosso del Republican Party.  A questo si aggiunga la maggioranza dei 9 giudici che compongono la Corte Suprema, la più alta corte della magistratura federale Usa, di cui tre nominati dal tycoon durante il precedente mandato, due da Bush figlio e uno da Bush padre, mentre sono solo tre quelli di nomina democratica (due da Obama e uno da Biden). In questo modo salta de

Liberazione... dalla guerra e dall'odio

Mio padre non era nella Resistenza e non stava coi fascisti. Era solo uno studente.

Il 23 marzo 1944 aveva appena 16 anni. Dieci minuti prima della bomba partigiana ai tedeschi, lui passeggiava in via Rasella.

Per soli dieci, incredibili, minuti non è finito ucciso nell'esplosione che ha coinvolto, oltre ai 32 militari tedeschi, anche due passanti: un uomo e un tredicenne.

Per qualche ora, successiva all'attacco, non è incappato nei rastrellamenti della rappresaglia nazista che hanno portato, il giorno dopo, al massacro di 335 civili e militari italiani nelle Fosse Ardeatine. Dilaniati dalle pallottole dei fucili, dallo scoppio delle mine e dal crollo delle pareti della cava dove erano stati stipati per essere trucidati e al tempo stesso occultati agli occhi del mondo.

Non occorre aver fatto la guerra per odiarla e temerla dal profondo. E non occorre nemmeno aver fatto parte della Resistenza che si oppose con tutte le proprie forze alla brutalità fascista e nazista per capire che, grazie a qualcuno, qualcun altro oggi è ancora qui con noi. E' bastato il racconto di mio padre e il fatto di averlo potuto ascoltare direttamente dalla sua voce.

Abbiamo il dovere di ricordare. Perchè siamo uomini. E siamo uomini anche grazie al valore della memoria. Non dimentichiamolo. E non dimentichiamo il 25 aprile 1945.

Commenti

  1. gia'. buon 25 aprile, se non ce lo rovina il nano...

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  2. E buon san marcus, no? eheheh

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  3. Marcus, come ho scritto poco fa da un'altra blogger,credo che avere testimonianza diretta da parte di chi ha vissuto quei periodi sia grande cosa per aiutare a far memoria.
    Io ho avuto un nonno attempato e tanti suoi racconti.
    Molti miei coetanei invece mi rendo conto che non ne sanno quasi nulla e sono ancor meno interessati.
    Ma onestamente mi preoccupano coloro che, pur avendo una certa età, rinnegano questo giorno.

    Buon 25 Aprile!:)

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  4. Dici il vero! Quello che dovrebbe distinguere un uomo è la sua capacità di apprendere dall'esperienza, dai fatti e dagli atti della sua vita e dai fatti e dagli atti delle vite altrui. L'incapacità di fare tesoro di tutto ciò ci rende aridi, poveri, immaturi. E spesso indegni.
    Tuttavia, nel caso di taluni, sembra che tutto o quasi si riduca a mere questioni di principio e di schieramento: questo argomento è di destra, quest'altro di sinistra e così via.
    Quando questo accade, quando vita reale e falsa ideologia si fondono, le menti di queste persone non riescono più a distinguere un uomo da un sasso. E schiacciano entrambi...

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