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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Italia: la man(i)na dal cielo

Al di là dei proclami e al di là di quanto voglia lasciar intendere con il vecchio trucco di mostrare i muscoli parlando di un gradimento al 68%, Berlusconi è sempre più nell'angolo.

Indizi - anzi, quasi prove di questo – possono scorgersi un po' dappertutto. Nell'atteggiamento spavaldo dell'altro leader politico del Pdl, Fini, che lo ha capito per primo e che da un anno, più o meno, tenta di accreditarsi agli occhi degli italiani come guida di una destra alternativa e moderata (e senza Lega, soprattutto!). Nella posa alla Masianello di Casini, che alla vigilia della tornata elettorale delle regionali ha rispolverato il caro e antico vizietto democristiano di appoggiare qua e là destra e sinistra, ben consapevole, per l'appunto, della debolezza sul territorio di entrambe i partiti di riferimento. Nel continuo indecisionismo di Bersani, che, accortosi della debolezza di Berlusconi e dei movimenti centrifughi all'interno del Pdl, sta pensando che l'ora di una vecchia e sana politica dei due forni sia venuta anche per gli eredi (sic!) di Berlinguer e sta quindi mettendo in campo una strategia di alleanze a macchia di leopardo con Casini e Di Pietro, là dove serve.

Insomma, il ridimensionamento della forza berlusconiana sta facendo, alla fin fine, del bene alla politica del nostro Paese. Se politica può chiamarsi questa... Un po' come accade, di questi tempi, quando pareggia l'Inter e le due o tre squadre che inseguono da lontano rosicchiano quei due punti che fanno dire a tutti che il campionato si è riaperto!

Solo che in questo caso l'appannamento della forza carismatica del premier rischia di far implodere tutto il Pdl e di stravolgere gli assetti a destra della scena politica nazionale. Ce ne accorgeremo, a breve, con le tre leggine in materia di giustizia che il governo sta portando avanti con l'appoggio della maggioranza. Sì, perchè Berlusconi magari riuscirà pure a far approvare le nuove norme su processo breve e legittimo impedimento in tempo utile per tamponare il corso del processo Mills, ma è chiaro che, di fronte a un nuovo - possibile - schiaffo della Consulta, al premier non rimarrebbe che la carta del lodo-Alfano costituzionale.

Ma a quel punto, il lungo e tortuoso iter parlamentare, che regalerebbe a Berlusconi la garanzia di uno scudo a prova di Corte, porterebbe il premier a dover fare i conti con il suo alleato più forte e, fin qui, più fidato. Quella Lega che, visti i tempi per l'approvazione della norma costituzionale, considerato il notevole rallentamento dei lavori parlamentari che travolgerebbe anche il cammino legislativo della tanto cara riforma federalista e vista la necessità di doversi preparare alla campagna delle politiche del 2013 (se non prima!), potrebbe decidere di passare a riscuotere in un colpo solo i crediti fin lì accordati al Cavaliere, dando così il benservito a un Berlusconi sempre meno forte e non più leader maximo e indiscusso della destra.

A meno che...

A meno che – ma qui entriamo in un campo di ipotesi che ai più potrebbe sembrare fantapolitica romanzata – non facciano il loro ingresso sulla scena forze fin qui rimaste ai margini, ma la cui potenza di fuoco (anche in senso letterale) abbiamo tristemente conosciuto negli anni delle bombe e del cosiddetto terrorismo. Forze occulte, slegate da qualsivoglia ideologia politica, pronte però a mettere la manina e ad accendere la miccia al momento giusto e nel posto giusto (giusto per loro...).

Manina terribile, i cui effetti sono direttamente e dannatamente proporzionali al numero dei morti. Hasta la vista, baby!

Commenti

  1. Sei davvero bravo e lo dico sensa alcuna piaggeria.Impossibile commentarti per me, hai detto tutto tu, magistralmente.

    Posso solo dire che quella 'manina'della quale tu parli, a me fà tanta paura. Non è un'ipotesi, ma una certezza...quella 'manina' al momento opportuno toglie ogni speranza.

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  2. Mamma mia quante volte mi sono fermata a guardare quell'orologio fermo Marcus...

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  3. Per Nicole:
    Parole sante! Toglie ogni speranza, anche perchè di esperienza e ricordi in tal senso, maledettamente, ne abbiamo tanti.

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  4. Per Guernica:
    Non me ne parlare... Mio padre sostò in quella sala d'attesa per un'oretta aspettando il treno per Roma. Ed era il giorno prima... Dio mio!

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