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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Abruzzo: una scossa e un mese fa...

Sul terremoto in Abruzzo, leggi anche:
Sul terremoto che un mese fa ha squassato la terra d'Abruzzo fin nelle sue radici si sono scritte milioni di parole e altrettante ne seguiranno. Tuttavia sono convinto che finchè un microfono, una telecamera, una macchina fotografica o un semplice taccuino dei grandi media saranno sul suolo abruzzese ci sarà attenzione per quel che accade a quelle genti. Nel bene e nel male. Poi, pian piano tutto scemerà, si ammorbidirà, diverrà sempre più leggero e trasparente, fino a sparire del tutto. E ci si ricorderà del terremoto d'Abruzzo in occasione della prossima scossa, del prossimo evento sismico, dei prossimi morti (e qui sono bene accetti tutti i tipi di scongiuri conosciuti, anche quelli più volgari!).

Così ho pensato di dare spazio ad alcuni riepiloghi, i più significativi, scritti oggi da colleghi dell'Ansa, in occasione del primo "meseversario" del sisma del 6 aprile scorso. Non esauriscono di certo tutto quel che è accaduto in questi 30 giorni di paura, rabbia e dolore: so bene che in quelle zone rimangono ombre, interrogativi e fatti che a tutt'oggi non sono emersi e che dovrebbero indignare le nostre coscienze. Basta farsi un giro per la Rete, fra i bloggers abruzzesi, per trovarne traccia. Tuttavia sono utili per non dimenticare e come testimonianza per il futuro.

TERREMOTO: PIANTO DI UN BAMBINO, VOGLIO TORNARE A CASA /ANSA
IL RACCONTO DI UN GIORNALISTA-VOLONTARIO IN TENDOPOLI L'AQUILA
(del collaboratore dell'ANSA Maurizio Quilici)
(ANSA) - ROMA, 5 MAG - Giornalista-volontario. O, se si preferisce, volontario-giornalista per alcuni giorni nella tendopoli di Piazza d'Armi, all'Aquila, presso la ''Scuola della pace'', un'organizzazione che si occupa di bambini e che ha installato il suo gazebo-ludoteca assieme alle prime tende montate un mese fa.
I bambini sono l'anima di questo campo, la speranza di rinascita, la gioia di vivere che - per fortuna - supera le ombre piu' nere. Ma a volte sono proprio loro, i bambini, a stringerti il cuore. La prima notte, in una delle 250 tende installate dai volontari della Protezione Civile, ci sveglia il pianto di un bambino. E' un pianto improvviso nel silenzio, a tarda notte: forse ha avuto un incubo. ''Voglio tornare a casa'' ripete una, due, dieci volte fra un singhiozzo e l'altro.
I bambini si chiamano Giulia, Marinella, Betty, Robert, Alidina, Marco, Laura Ma spesso il nome italiano e' una traduzione: dietro quel nome c'e' una storia romena, filippina, peruviana, africana... I gruppi di stranieri presenti nella tendopoli sono molti e numerosi. Tutti, chi piu' chi meno, lavoravano all'Aquila da anni e si sentono aquilani. I loro figli corrono sin dal mattino alla ludoteca dove sono stati installati piccoli tavolini e seggioline e dove si gioca con la plastilina, con i colori a tempera, mentre le casse del modestissimo impianto stereo diffondono note allegre: ''Ma il coccodrillo come fa / non c'e' nessuno che lo sa...''.
I bimbi cercano i volontari (ognuno ha i suoi prediletti, dai quali si fa coccolare volentieri), aspettano con ansia Massimilano Santella, in arte ''Ciccio Pasticcio'', il clown che - come altri di altre associazioni - e' inesauribile fonte di giochi e di scherzi. Ciccio Pasticcio: un nome che piace ai bambini. Lui, dopo la laurea in giurisprudenza, doveva fare l'avvocato penalista, poi ai codici e ai tribunali ha preferito le aule di una scuola elementare e la professione di maestro. ''Dal punto di vista economico una tragedia'' - riflette - ''ancora precario dopo dieci anni. Ma dal punto di vista della soddisfazione personale, che gioia, che serenita' ''.
A proposito di serenita', colpisce nel campo un'atmosfera non triste ne' rassegnata; merito anche degli infaticabili volontari giunti da ogni parte d'Italia (questa tendopoli e' gestita dalla Protezione Civile dell'Emilia Romagna, coadiuvata dalla Protezione di Lazio e Campania) pieni di attenzioni nei confronti dei terremotati e che non si tirano mai indietro. Certo, non e' un idillio, i problemi non mancano e quelli del vivere quotidiano sembrano sopravanzare quelli della mancanza di una casa, di un lavoro, di un domani incerto. Per il mangiare non c'e' problema: le mense funzionano a pieno ritmo e nessuno trova da ridire (e fare da mangiare per 1.700 persone - 200 volontari e 1.500 ospiti - non e' uno scherzo). Ma non ci sono lavanderie a gettone (''in altri campi le hanno messe'', protesta qualcuno) e le donne lavano in fila ai lavatoi installati vicino all'ingresso. Lavano con acqua fredda e le mamme si lamentano: ''Come facciamo a lavare i bambini piccoli?''. L'acqua calda - diciamo tiepida, ma va bene lo stesso - e' solo per le docce e le temperature qui non sono primaverili, la notte scendono a pochi gradi sopra lo zero e rischi - come e' accaduto a noi - di svegliarti con brividi di freddo anche se sei imbozzolato in un buon sacco a pelo. Se non e' il freddo a svegliarti, puo' essere una scossa di terremoto: la brandina ondeggia per un attimo, ma nessuno si allarma, quasi che l'abitudine abbia preso il sopravvento. Sara' uno dei motivi di conversazione del mattino dopo: ormai sono tutti talmente ''esperti'' che ascolti conversazioni come: ''Era almeno del terzo grado Richter'', ''No no, qualcosa di piu'''.
Anche i bambini sono diventati degli ''esperti'' e nel gioco riportano spesso il dramma vissuto. Il bambino che costruisce una bella casa con il Lego ci dice: ''E' fatta! Me la fotografi?''. Poi ci ripensa e toglie alcuni cubetti da una parete: ''Avevo dimenticato l'uscita di emergenza''.
COR 05-MAG-09 15:36

TERREMOTO: VITA DA SFOLLATO IN TENDA TRA FILE E FREDDO /ANSA
CAMPO DAVANTI CASA DISTRUTTA, TURNI PER DOCCIA E RUMORI NOTTURNI
(di Fabrizio Caporale)
(ANSA) - L'AQUILA, 5 MAG - Guardo la poca neve sulle montagne e quella che una volta era la mia casa. Vent'anni di risparmi e sacrifici, cancellati in venti secondi. Ma penso anche ai tanti amici che hanno perso casa e intere famiglie.
Da un mese a questa parte vivo in tenda. La sveglia, nella tendopoli di Roio non viene data dal trillo dell'orologio, ma dai rumori che arrivano dalla cucina, dove preparano la colazione, e dalla strada. Non era sufficiente il sisma; da un mese piove quasi tutti i giorni e il clima e' rigidissimo. Al mattino, la temperatura non supera quasi mai i cinque gradi.
Qui ti manca la privacy, il fatto di poterti gestire come vuoi, di mangiare o lavarti scegliendo tu i tempi, ma alla fine ti abitui... Tra paesani c'e' un bellissimo senso di comunita', e i volontari cercano di non farti mancare nulla.
Ci si alza presto, dopo una notte trascorsa tra incubi e ascolto dei classici rumori notturni (il russare della gente ti tiene compagnia per ore, e non e' l'unico che senti...) che provengono dalle tende vicine. Tende dove la luce e il riscaldamento sono arrivati 15 giorni dopo il loro allestimento. Qualche topolino allegramente attraversa il campo, qualche ragno passa, ma in campagna in fondo e' normale.
La fila per la colazione non e' gravosa. Durano di piu' quelle per il pranzo e per la cena, dove a volte si deve aspettare mezz'ora per prendere vassoio e vivande. Anche per la doccia a volte c'e' da attendere.
Sono sei in tre container. Una per i volontari. Per il resto, gli oltre 200 abitanti delle 55 tende del campo in questione si dividono tre docce (le donne) o due (gli uomini). I moduli rigidi sono giunti alla tendopoli due settimane dopo il terremoto. E' stato un piacere straordinario potersi lavare con l'acqua calda; soltanto un paio di volte avevo potuto lavarmi a pezzi con l'acqua fredda, all'aperto, con temperature di stampo invernale. Lo stesso piacere che avevo provato quando, dopo ben tre giorni dal terremoto, ero riuscito a cambiarmi il primo paio di calzini e a ottenere un nuovo cambio di biancheria intima. Quelli miei sono mezzi sepolti dai calcinacci e dai rivestimenti della mia stanza da letto.
Il telefono comincia a squillare per lavoro dalle 7.30. Tutto cio' fino al tardo pomeriggio. Poi, di corsa alla tendopoli, per la fila per prendere la cena.
Prima di andare a mensa, con la mia compagna raccogliamo l'immondizia (persino rotoli interi di carta igienica o buste di fazzolettini pieni) che viene lasciata davanti ai bagni chimici che abbiamo fatto mettere su un pezzo della nostra proprieta'.
Ognuno di noi, in paese, ha ceduto un pezzo di terra o un cortile per l'allestimento delle tende, dei pali dell'illuminazione o, appunto, dei servizi igienici, che fortunatamente vengono ripuliti tutti i giorni da una ditta specializzata. Perche', se cosi' non fosse, certi 'regali' farebbero bella mostra di se' per lungo tempo.
Mentre scrivo, ricordo che devo andare a fare servizio di raccolta dei vassoi, dei piatti e dei bicchieri di carta a mensa. Ognuno di noi, nella tendopoli, ha dei turni, anche per servire i pasti e per pulire i bagni. Oggi, per mangiare, non faccio la fila. Chi e' di servizio puo' passare avanti.
(ANSA) YM1-PRO 05-MAG-09 16:51

TERREMOTO: UN MESE DA SCOSSA TRA DRAMMA E RICOSTRUZIONE/ ANSA
DA NOTTE 6 APRILE L'AQUILA VIVE CON PAURA E TEME PER FUTURO
(di Luca Prosperi e Giustino Ceccarossi)
(ANSA) - L'AQUILA, 5 MAG - Venti secondi per cancellare una storia, azzerare un futuro, sbriciolare le fatiche di intere generazioni. Dalle 3,32 del 6 aprile L'Aquila e' attanagliata dalla paura di non essere piu' se stessa.
Sui muri rimasti in piedi le scritte 'L'Aquila deve tornare a volare', ma tutto intorno ancora tra le macerie i ricordi dei 298 morti, i 1.500 feriti e il vuoto lasciato dai 30 mila sfollati sulla costa: dalla notte di quel lunedi' a punteggiare la tragedia di una citta' d'arte distrutta ci sono anche le tendopoli dove provano a trovare una impossibile normalita' gli altri 30 mila terremotati che caparbiamente restano attaccati alla citta'.
La terra ha tremato per 20 secondi con una scossa del 5,8 Richter e a distanza di un mese trema ancora. Il sisma non ha solo cambiato il volto del capoluogo: vittime e distruzioni anche nelle frazioni, con Onna e la sua tragedia a far da simbolo. Qui nei giorni successivi verranno tutti a omaggiare il paese martire, da Berlusconi al Papa, dai sindacati ai tedeschi, che scoprono solo ora l'eccidio compiuto dai nazisti nel 1944. A Onna il Premier partecipera' per la prima volta assieme ai partigiani della Brigata Majella alle celebrazioni del 25 Aprile, e i tedeschi gia' fanno piani per ricostruire il piccolo borgo raso al suolo dal sisma.
Imponente e immediata la macchina dei soccorsi - che ha raccolto ammirazione da ogni parte del mondo - da far impallidire lo scenario futuro. Migliaia di case distrutte, patrimonio artistico a pezzi, il tutto su un tessuto socioeconomico gia' in grave sofferenza per la crisi ecomonica.
Sui crolli sospetti, sulle accuse della gente e le polemiche inevitabili e' in moto da subito il lavoro della magistratura: sequestri e indagini a tappeto, mirino puntato sugli immobili pubblici o su quelli dove ci sono state vittime. Proprio ieri il capo della procura, Alfredo Rossini, ha spiegato di sentire ''la fiducia della gente nei nostri confronti, nel lavoro degli inquirenti''.
La mobilitazione per la ricostruzione e' passata anche attraverso segnali come la convocazione del Consiglio dei Ministri all'Aquila lo scorso 23 aprile, e trovera' una cassa di risonanza nei Giochi del Mediterraneo di Pescara 2009 a giugno, ma l'apice e' previsto per il G8 che si terra' nella Scuola Sottufficiali della Guardia di Finanza di Coppito a luglio. Dal presidente Usa, Barack Obama, agli altri grandi della terra, tutti verranno all'Aquila a rendersi conto di persona dei danni del sisma, e, sperano gli aquilani, ad adottare un pezzo della loro citta' per ricostruirla, come i tedeschi a Onna o il governo di Madrid per il cinquecentesco Forte Spagnolo che aveva gia' resistito al terremoto del 1703.
Eventi importanti per una ricostruzione il piu' rapida possibile: ha fretta, il popolo degli sfollati, ha paura del generale inverno che a 800 metri di altitudine arriva con cattiveria anche a settembre. ''Le prime case le consegneremo a settembre'', ha annunciato Silvio Berlusconi. Case vere, assicura il premier. ''Entro 200 giorni vogliamo consegnare a 13 mila persone appartamenti completamente funzionanti e arredati'', ha insistito. Intanto sono stati individuati 20 aree dove allestire i campus.
Ma sul Decreto del governo sulla ricostruzione ecco le prime polemiche: i sindaci del cratere chiedono di avere piu' poteri, l'opposizione e gli enti locali spulciano il testo e chiedono apertamente soldi certi ''e non impegni generici fino al 2030'', e di essere trattati come Marche, Umbria e Friuli, dove la ricostruzione fu interamente a carico dello Stato.
(ANSA) YXU-PRO 05-MAG-09 17:07

TERREMOTO: TUTTE LE CIFRE DEL SISMA, 65 MILA SFOLLATI /ANSA
24 MILA SOPRALLUOGHI, 53% CASE AGIBILI; IMPEGNATI 4MILA VOLONTARI
(di Adam Hanzelewicz)
(ANSA) - PESCARA, 5 MAG - Sono numeri che difficilmente si ricordano in tempi moderni per una calamita' naturale quelli che vedono la Protezione Civile impegnata sul doppio fronte dell'assistenza agli sfollati e della verifica di agibilita' degli edifici dopo il sisma che ha devastato L'Aquila il 6 aprile, provocando 298 morti e oltre 1.500 feriti: gli assistiti al 3 maggio scorso sono 65.704, mentre i sopralluoghi hanno interessato 24.820 edifici, dei quali il 53,1% risulta agibile; in Abruzzo al momento operano tra i 3.500 e i 4.000 mila volontari.
L'assistenza alla popolazione viene equamente suddivisa tra 503 alberghi e 2.138 case private (32.247 persone) e le 179 tendopoli (33.457).
La sistemazione dei primi e' suddivisa in quattro province, tre abruzzesi e una marchigiana: nel teramano ci sono 22.331 persone delle quali 15.380 ospitate in 230 alberghi e 6.951 in 1.613 case private; nel pescarese ci sono 5.729 persone di cui 4.252 presso 67 alberghi e 1.477 in 455 case private; nel chietino ci sono 3.081 persone di cui 3.020 ospitati in 188 alberghi e 61 in 70 case private; nell'ascolano gli sfollati sono 1.106 tutti in 18 alberghi.
Nei sette Centri operativi misti (Com) dell'area aquilana sono dislocate complessivamente 5.545 tende, servite da 101 cucine da campo, e assistite da 31 posti medici avanzati: sono stati impiegati 12.040 lenzuola, 7.587 termosifoni a olio, 57 pozzetti frigo e 25 mila metri cubi di ghiaia - ossia una collina alta 32 metri e lunga 780 metri. Il centro piu' numeroso e' il Com 1 (zona Acquasanta), dove alloggiano 10.659 persone sistemate in 36 tendopoli.
Procede spedito intanto il censimento di agibilita' nei 103 Comuni abruzzesi che lamentano danni provocati dal sisma, dei quali 49 inseriti nel decreto Abruzzo sui provvedimenti per la ricostruzione: finora sono stati visionati 22.460 strutture private, 645 pubbliche, 38 ospedali, 108 caserme, 422 scuole e 1.130 attivita' produttive.
Il 53,1% risulta agibile - anche se tale cifra dovra' necessariamente diminuire visto che finora sono rimaste fuori dalle verifiche le zone rosse, quelle a rischio di crolli, come ad esempio il centro storico del capoluogo - il 15,2% e' temporaneamente inagibile, ma agibile con provvedimenti di pronto intervento, il 3% e' parzialmente inagibile, l'1,2% temporaneamente inagibile, ma da rivedere con approfondimento della verifica, il 23,6% e' inagibile e il 4% risulta inagibile per rischio esterno.
Secondo le verifiche risultano agibili il 69,4% delle caserme, il 52,6% degli ospedali, il 58,4% delle attivita' produttive, il 54,6% delle strutture pubbliche, il 52,7% delle case private e il 53,8% delle scuole. Sono invece completamente inagibili il 2,8% di caserme, il 10,5% degli ospedali, il 18,6% delle attivita' produttive, il 20,6% degli edifici pubblici, il 28,6% delle case private, il 14,5% di scuole.
In base al censimento danni finora effettuato dal Dipartimento della Protezione Civile, oltre il capoluogo risultano piu' danneggiati i Comuni di Fagnano Alto (L'Aquila) con 325 edifici inagibili su 596 visionati, Lucoli (L'Aquila) con 97 su 202, Colledara (Teramo) con 35 su 54, Villa Santa Lucia (L'Aquila) con 43 su 99.
Lo sciame sismico non da' comunque tregua alla popolazione: nella prima settimana dopo la scossa di magnitudo 5,8 sono state registrate oltre diecimila scosse, delle quali un migliaio avvertite e di magnitudo superiore a 2,5, nei cinque distretti sismici interessati dall'evento (Aquilano, Valle dell'Aterno, Monti della Laga, Gran Sasso e Bacino di Sulmona). A causa del sisma e' stato rilevato dall'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) un abbassamento del suolo in superficie fino a 25 cm.
(ANSA) HNZ 05-MAG-09 17:08

Commenti

  1. incredibile... senza accorgermene ho appena postato un articolo uguale al tuo :(:(

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  2. E io l'ho appena commentato!

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  3. non ho capito la tua battuta.

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  4. Non era una battuta, caro arrgianf. Ti comunicavo soltanto che avevo appena lasciato un commento al post sul tuo blog!

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  5. si siiiii ma non ho capito che significa "no ce scacchi, non ce musica "ma che tnato scacchi e musica... BOHHHHHHHHHHHH
    anche perchè io di musica ne parlo molto, di scacchi pochissimo ma all'inizio ne parlavo molto.

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  6. Voleva solo essere un complimento per il post che, riepilogando un mese di vicende su terremoto e dintorni, riuniva in un sol colpo tutti i tuoi post dedicati all'argomento. Ottimo e riassuntivo e in linea con il proposito finale di dimostrare l'importanza della Rete.
    Solo questo... Dici che sono un po' troppo criptico? Eheheh

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