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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Clandestini e carceri sovraffollate? Risolto!

Dopo aver brillantemente risolto (a meno di clamorose iniziative da parte di Onu, Nato, Ue o Federazione Galattica degli Alieni Uniti!) il problema dei clandestini che arrivano nel nostro Paese a bordo dei barconi della disperazione, il governo oggi ha mosso i primi passi per sistemare definitivamente anche il problema del sovraffollamento nelle carceri italiane. In particolare, quello relativo alle numerose presenze di detenuti stranieri.
La soluzione è stata anticipata oggi dall'Ansa:
CARCERI: DAP, CONTRO EMERGENZA ANCHE QUELLE GALLEGGIANTI (ANSA) - ROMA, 14 MAG - Carceri ''galleggianti'', vale a dire piattaforme o navi ormeggiate a Genova, Livorno o in uno qualsiasi dei numerosi porti italiani, dove trasferire i detenuti cosi' da risolvere l'emergenza sovraffollamento arrivata oggi a 62.473 posti occupati contro un limite regolamentare di 43.201 e una tollerabilita' di 63.702. L'ipotesi - una delle tante, oltre alla costruzione di 46 padiglioni e di 22 nuovi istituti, di cui 9 gia' finanziati, per arrivare a un incremento complessivo di 17.129 posti - e' contenuta nel piano straordinario che il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), Franco Ionta, ha consegnato all'inizio del mese al ministro della Giustizia Angelino Alfano. Nelle 19 pagine di relazione di cui l'ANSA e' in possesso si sottolinea che la nuova edilizia penitenziaria terra' conto di ''soluzioni alternative'' a quelle fino ad ora adottate, anche attraverso ''strutture modulari'', piu' economiche nella manutenzione-gestione oltre che piu' rapide da costruire, nonche' ''la previsione di strutture penitenziarie 'galleggianti'''. Se il piano di Ionta avra' il 'placet' del governo, l'Italia adottera' una soluzione gia' messa in pratica negli ultimi 20 anni in Paesi come Stati Uniti (la prima chiatta-prigione fu ormeggiata a New York nell'89, lungo il fiume Hudson), la Gran Bretagna (la nave-prigione 'Weare' e' stata ancorata dal 1997 al 2005 nella baia di Porland, in Dorset), e piu' recentemente l'Olanda. (ANSA).
Basterà, quindi, approntare una serie di capienti strutture di questo tipo al largo di Lampedusa (e alcune di queste sono già pronte: basterà riadattare gli hotel galleggianti che il governo aveva appositamente predisposto per ospitare i capi di Stato per il G8 alla Maddalena!), riempirle di detenuti extracomunitari (per coerenza, meglio se provenienti dall'Africa!) e, una volta fatto tutto ciò, mollare inavvertitamente gli ormeggi...

Commenti

  1. Gianluigi14/5/09 18:33

    ...oppure potremmo comprare il carcere di S.Quintino che Schwarzenegger vuole vendere...

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  2. Gianluigi14/5/09 19:20

    per maggiore informazione:

    CARCERI: IN GRAN BRETAGNA LA PRIMA GALERA GALLEGGIANTE /ANSA
    ANCHE NEGLI STATI UNITI E IN OLANDA DETENZIONE SU IMBARCAZIONI
    (ANSA) - ROMA, 14 MAG - L'uso di prigioni galleggianti non e'
    nuovo. La stessa parola ''galera'' deriva dall'uso di condannare
    alla pena di remare sulle galee, pesanti navi a remi, cominciato
    nell'antichita' e proseguito fino al XVII secolo.
    Nel 1987 la Gran Bretagna inaugura un ex-traghetto della
    Sealink, ormeggiato nel porto di Harwich, come 'centro di
    detenzione galleggiante' per detenere gli immigrati arrivati
    all'aeroporto londinese di Heathrow con le carte non in regola.
    Due anni dopo un carcere galleggiante arriva anche negli Usa,
    a New York, dove centinaia di detenuti vengono trasferiti su due
    chiatte ormeggiate lungo le rive dell'East river. Le chiatte
    sono inglesi ed erano state usate come navi-caserma durante la
    guerra delle Falkland-Malvinas. L'amministrazione di New York le
    ha prima noleggiate e poi comprate. Nel 1997 le due chiatte,
    ''Bibby Resolution'' e ''Bibby Venture'', vengono rivendute alla
    Gran Bretagna. Una di queste, ancorata nella baia di Portland,
    sul canale della Manica, diventa il carcere di Weare. Per i
    detenuti modello il premio di una cella con vista sul mare. Il
    carcere galleggiante inglese chiude nel 2005. Secondo un
    rapporto dall'ispettrice capo delle carceri, e' un luogo ''dove
    si sta stretti e si soffre di claustrofobia'', in celle ''assai
    insalubri'', senza possibilita' di godere dell'ora d'aria.
    Nel 2001 la Peleliu, una delle navi dei marines nel Mare
    Arabico, viene usata come campo di concentramento galleggiante
    dei prigionieri di guerra taleban afghani.
    Nel 2004 e' la volta dell'Olanda. La polizia di Rotterdam
    allestisce nei pressi del trafficatissimo porto della citta'
    un'imbarcazione nella quale sono rinchiusi 288 immigrati
    clandestini. L'iniziativa sembra avere successo e presto le
    prigioni sul mare diventano quattro, l'ultima delle quali entra
    in funzione nel 2007 a Zaandam, alla periferia di Amsterdam.
    (ANSA).

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  3. Mi chiudo in un dignitoso NO COMMENT.

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  4. Per Gianluigi:
    L'idea di S. Quintino potrebbe essere valida, ma non abbiamo così tanti detenuti americani o amerindi da giustificare un esborso del genere... eheheh

    Per Guernica:
    No, no: comment... comment, ti prego!

    Per Roberta:
    Ciao e benvenuta! Ti associ a Guernica?! La quale, probabilmente, la pensa come il sottoscritto su questi e altri argomenti...?! Cara Roberta, non sai in che guaio e in che compagnia sei andata a incappare...! ;)
    Benvenuta ancora, ora e ogni volta che vorrai! Fra poco sarò da te... ma non è una minaccia!

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  5. Gianluigi15/5/09 09:14

    ...conosco una "CHIATTA" che abita vicino Rieti...mmm...fammi pensare...direi che almeno quattro uomini sicuramente li può "imprigionare"!!!!

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  6. grande idea... non ci avevo pensato!

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  7. Ma poi rischio di diventare offensiva...per questo..prima medito.
    Come diceva mio nonno:"le eprsone di cultura non si esprimono mai offendendo".
    E aveva ragione!

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  8. Per arrgianf:
    E sai quante altre ne vengono sull'argomento solo a pensarci? Un... mare! :)

    Per Guernica:
    Ti conosco da poco, ma da quel che ho letto vai bene sia poetessa che incazzosa!

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  9. Sai, questi soggetti che siedono lì dove non dovrebbero sedere, non credo che pensino ma troppe ne fanno per di più sbagliate.
    Non proprio inavvertitamente sono capaci benissimo di mollare gli ormeggi.

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  10. Per il monticiano:
    Caro Aldo, dici che sono stato troppo buono nei loro riguardi con quell'avverbio? eheheh

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  11. qualche tempo fa ho parlato sul blog del carcere del servizio delle Iene che è rivoluzionario perchè istruisce i detenuti su qualche lavoro utile, tipo la falegnameria e anche i detenuti stessi erano contenti di questo carcere modello, infatti c'erano state pochissime evasioni. Insomma.. dovrebbero esere tutti cosi i carceri.

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  12. Oppure potremmo incendiare tutto e fare tutto a pintragione di cicorie!

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  13. Per Roberta:
    Cicorietta ripassata in padella con pomodoretto fresco e peperoncino...!!! Mmmm!

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