“Oggi, chi è in Parlamento, è lì con due dita ad approvare tutto il giorno emendamenti di cui non conosce nulla. Quando ho fatto il paradosso del capogruppo che vota per tutti era per dire che gli altri sono veramente lì, non per partecipare, ma per fare numero". Questo, dice il Prode Cavaliere, è il modo in cui attualmente si lavora in Parlamento.
Non è certo la prima volta che Berlusconi tocca questo argomento, avanzando, a suo modo, dubbi e perplessità sull'efficacia e la funzionalità del potere legislativo in Italia. Lo ha fatto più volte in passato e torna a ricordarlo ogni volta che l'attualità o la convenienza politica glielo suggeriscono, a testimonianza di un'insofferenza particolarmente sentita da un uomo del fare come lui.
E' vero! Ha ragione! Come si potrebbe dargli torto? Che i parlamentari che compongono le assemblee di Camera e Senato siano troppi è un'osservazione ormai condivisa dai più: politici, giuristi, giornalisti e la gran parte degli italiani sono convinti che quasi mille persone in Parlamento siano inutili. Per il denaro che, direttamente o indirettamente, costano alle casse dello Stato. Per l'eccessiva durata dell’iter che porta all’approvazione di una legge. Per la lacunosità dei meccanismi che regolamentano la vita delle Camere.
Con le dichiarazioni di ieri Berlusconi ha scoperto l'acqua calda. Come si può negare che molti dei nomi che occupano il seggio parlamentare siano di persone, anzi sempre più spesso di personaggi, chiamati alla politica per ragioni di mera opportunità? E' una prassi ormai consolidata dall'
operazione Cicciolina in poi: nomi noti del mondo dello spettacolo, dello sport, della cultura, insieme a facce meno conosciute ma il cui nome è in grado di mettere insieme un consistente numero di voti, convinti a candidarsi nelle liste di questo o quel partito al solo scopo di richiamare voti attorno al proprio nome e al partito che li ha arruolati. Quanti di questi hanno conoscenza della materia politica? Quanti di questi hanno sentore dei veri problemi del Paese? Quanti di questi hanno studiato (e spesso parliamo di cultura generale!) o hanno voglia di studiare per sentirsi pronti a scrivere una legge che riguardi la comunità? E il meccanismo è sempre lo stesso, per le elezioni politiche, quelle europee, quelle amministrative.
E' chiaro che se queste sono le premesse, la conseguenza diretta è che, una volta eletti, questi personaggi prestati alla politica vadano seguiti, diretti e indirizzati passo passo nel proprio lavoro di onorevole o senatore. Buttati in un'arena che non conoscono, dove vigono meccanismi sottili frutto per lo più dell'esperienza e della conoscenza dei regolamenti parlamentari (bei libretti tosti che ben pochi conoscono!) e dove la fanno da padroni animali della politica che null'altro hanno fatto nella loro vita se non i politici, questi parlamentari sono chiamati ad eseguire le direttive che vengono impartite loro dal capogruppo di turno e che sono espressione diretta della volontà del partito e delle lobby che quel partito appoggiano.
Così votano a favore o contro emendamenti che non conoscono o che non hanno avuto il tempo o la voglia di leggere, perchè scritti in un linguaggio che non gli appartiene, fatto di richiami a leggi, articoli e commi che sono niente altro che numeri e parole complicate su un foglio. Emendamenti che però vanno votati, a favore o contro, perché occorre che lo schieramento di appartenenza abbia un voto in più dell’altro.
Così si fanno portatori di progetti di legge (a volte indecenti!) che recano la loro firma ma che hanno scritto altri e che, tuttavia, convenienza politica impone che siano presentati da nomi minori e all'occorrenza sacrificabili agli occhi dei cittadini. Sono nati così tanti capri espiatori: la famosa legge Cirielli, il recente progetto Carlucci, solo per ricordarne alcuni.
E il Prode Cavaliere ben conosce questo modo di fare della politica italiana. Anzi, proprio lui è riuscito a fare il salto di qualità, facendo accomodare alcuni di questi personaggi sulla poltrona di ministro! Basta dare un’occhiata alla platea del I Congresso costituente del PDL che, da oggi a domenica, si riunisce alla Nuova Fiera di Roma per acclamare il neonato partito!
Proprio perché è ben consapevole di questa realtà di cui, in termini di voti, la nostra classe politica (e quindi anche lui!) ha beneficiato da questo tipo di operazioni, Berlusconi è in grado di esprimere tutti i dubbi e le perplessità sul’efficacia e la funzionalità, ma anche sull’efficienza e la competenza di un Parlamento siffatto.
E ha ragione a farlo! Che ci fanno tutti questi fannulloni (direbbe Brunetta…) in Parlamento? Perché non vanno a lavorare? E perché tutti quanti gli altri nostri politici, a cominciare dal presidente della Camera Fini, invece di insorgere e di tuonare contro le affermazioni del Prode Cavaliere, non fanno un onesto esame di coscienza?
Anzi, già che ci siete, fate tutti un bel passo indietro e mollate le vostre poltrone! Sia chi questa situazione ha avuto il coraggio di denunciarla, nonostante la sfrontatezza di averne fin qui beneficiato! Sia chi questa situazione ha il coraggio di difenderla, nonostante l’ipocrisia che nascondono le sue parole!
infatti.. finalmente ha detto una cosa giusta!
RispondiEliminaGià, ma come il famoso Signor Parziale, predica bene e razzola male!!!
RispondiEliminaA proposito, complimenti per il torneo di scacchi!!!
quale torneo?
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