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Trump people

A VOLTE RITORNANO. Sarebbe stato troppo facile e scontato come titolo. Ormai troppe cose e troppe persone ritornano e non più solo a volte. Il problema, semmai, è COME ritornano. L'era del secondo Trump, 47° presidente degli Stati Uniti d'America, inizia oggi. E prende il via con una vittoria schiacciante negli Stati chiave e nel voto popolare. Una vittoria che vede il partito Repubblicano impadronirsi delle istituzioni da cui dipendono il potere esecutivo e legislativo, con Trump alla Casa Bianca e Senato e Camera - a meno di clamorose sorprese nello spoglio degli ultimi voti - che sono a un passo dal tingersi del rosso del Republican Party.  A questo si aggiunga la maggioranza dei 9 giudici che compongono la Corte Suprema, la più alta corte della magistratura federale Usa, di cui tre nominati dal tycoon durante il precedente mandato, due da Bush figlio e uno da Bush padre, mentre sono solo tre quelli di nomina democratica (due da Obama e uno da Biden). In questo modo salta de

Lezioni di comunicazione o di storia?

La commemorazione dell'8 settembre scorso innesca l'ultima polemica politica su fascismo e antifascismo: parole forti, in un senso e nell'altro, arrivano dal capo dello Stato Napolitano, dal sindaco di Roma Alemanno e dal ministro La Russa. Di lì a qualche giorno l'intervento del presidente della Camera Fini, che stempera in qualche modo la polemica sul fronte istituzionale, scatenando, al tempo stesso, il putiferio dentro An.

Ieri è stata la volta del presidente del Senato Schifani. Raggiunto in Polonia dall'inviato del Tg3, rende ai posteri la seguente dichiarazione (edizione delle ore 19): "Io credo che ogni forma di totalitarismo vada abbandonata e dimenticata. Guardiamo avanti. La storia del passato deve insegnarci a non dimenticare, non dimenticare ogni forma di antitotalitarismo che ha determinato dei prezzi che - mi auguro - possano far parte del patrimonio soltanto della storia e non del domani. Non si possono più ripetere".

Non so se questa frase sia più criptica dal punto di vista dell'analisi storica o, invece, da quello della comunicazione. In ogni caso stupisce se a pronunciarla è la seconda carica dello Stato. Va beh che il giorno prima, a chi gli domandava se si sentisse di dichiararsi antifascista, Berlusconi aveva replicato: "Io penso a lavorare per risolvere i problemi dell'Italia". Un po' come quella barzelletta (forse la ricorderà chi, come me, aveva i calzoni corti all'inizio degli anni '70) di quel tizio che al bar chiedeva cappuccino e cornetto e, alla risposta del barista di non aver più cornetti, replicava: "Va beh, tanto di fuori c'ho l'elicottero!". E un po' come le parole (e questa non è una barzelletta!) del nostro premier che qualche giorno fa a Londra, in un incontro con il primo ministro inglese, ha respinto l'idea di un'Italia in crisi evocata dai giornalisti britannici e ha parlato invece di un Paese "molto solido" in economia, dove c'e' un alto tenore di vita, "un paese ottimista e con il sorriso", e che per giunta "ha la squadra di calcio campione del mondo".

Commenti

  1. e il Palermo che ha vinto 3-1 contro la Roma non ce lo mettiamo??????

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