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88 Arenula e tutto cominciava...

E SONO 37! Trentasette anni di ufficio stampa nello stesso ministero. Un lasso di tempo niente male, considerando il ministero in questione... Nel 2010 un collega del giornale radio Rai, che per lavoro aveva contatti da anni con molti uffici stampa ministeriali, mi disse che, molto probabilmente, il mio collega Giovanni e io eravamo gli addetti stampa più anziani di tutta la pubblica amministrazione centrale. Beh, se aveva ragione, credo che oggi quel 'forse' se lo siano portato via i 15 anni passati da allora. Ricordassi il nome del collega giornalista, lo chiamerei per curiosità... Il mio collega Giovanni, entrato due mesi prima di me, da qualche anno non è più all'ufficio stampa. Sicché potrei essere rimasto il più anziano (in termini di servizio, ovviamente) addetto stampa di tutta la Pubblica Amministrazione centrale. Il che mi lascia un po' come Pantani quando decideva di alzarsi sui pedali e... ci vediamo al traguardo! Peccato che non ci sia più il mio adorato...

Lezioni di comunicazione o di storia?

La commemorazione dell'8 settembre scorso innesca l'ultima polemica politica su fascismo e antifascismo: parole forti, in un senso e nell'altro, arrivano dal capo dello Stato Napolitano, dal sindaco di Roma Alemanno e dal ministro La Russa. Di lì a qualche giorno l'intervento del presidente della Camera Fini, che stempera in qualche modo la polemica sul fronte istituzionale, scatenando, al tempo stesso, il putiferio dentro An.

Ieri è stata la volta del presidente del Senato Schifani. Raggiunto in Polonia dall'inviato del Tg3, rende ai posteri la seguente dichiarazione (edizione delle ore 19): "Io credo che ogni forma di totalitarismo vada abbandonata e dimenticata. Guardiamo avanti. La storia del passato deve insegnarci a non dimenticare, non dimenticare ogni forma di antitotalitarismo che ha determinato dei prezzi che - mi auguro - possano far parte del patrimonio soltanto della storia e non del domani. Non si possono più ripetere".

Non so se questa frase sia più criptica dal punto di vista dell'analisi storica o, invece, da quello della comunicazione. In ogni caso stupisce se a pronunciarla è la seconda carica dello Stato. Va beh che il giorno prima, a chi gli domandava se si sentisse di dichiararsi antifascista, Berlusconi aveva replicato: "Io penso a lavorare per risolvere i problemi dell'Italia". Un po' come quella barzelletta (forse la ricorderà chi, come me, aveva i calzoni corti all'inizio degli anni '70) di quel tizio che al bar chiedeva cappuccino e cornetto e, alla risposta del barista di non aver più cornetti, replicava: "Va beh, tanto di fuori c'ho l'elicottero!". E un po' come le parole (e questa non è una barzelletta!) del nostro premier che qualche giorno fa a Londra, in un incontro con il primo ministro inglese, ha respinto l'idea di un'Italia in crisi evocata dai giornalisti britannici e ha parlato invece di un Paese "molto solido" in economia, dove c'e' un alto tenore di vita, "un paese ottimista e con il sorriso", e che per giunta "ha la squadra di calcio campione del mondo".

Commenti

  1. e il Palermo che ha vinto 3-1 contro la Roma non ce lo mettiamo??????

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