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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Lezioni di comunicazione o di storia?

La commemorazione dell'8 settembre scorso innesca l'ultima polemica politica su fascismo e antifascismo: parole forti, in un senso e nell'altro, arrivano dal capo dello Stato Napolitano, dal sindaco di Roma Alemanno e dal ministro La Russa. Di lì a qualche giorno l'intervento del presidente della Camera Fini, che stempera in qualche modo la polemica sul fronte istituzionale, scatenando, al tempo stesso, il putiferio dentro An.

Ieri è stata la volta del presidente del Senato Schifani. Raggiunto in Polonia dall'inviato del Tg3, rende ai posteri la seguente dichiarazione (edizione delle ore 19): "Io credo che ogni forma di totalitarismo vada abbandonata e dimenticata. Guardiamo avanti. La storia del passato deve insegnarci a non dimenticare, non dimenticare ogni forma di antitotalitarismo che ha determinato dei prezzi che - mi auguro - possano far parte del patrimonio soltanto della storia e non del domani. Non si possono più ripetere".

Non so se questa frase sia più criptica dal punto di vista dell'analisi storica o, invece, da quello della comunicazione. In ogni caso stupisce se a pronunciarla è la seconda carica dello Stato. Va beh che il giorno prima, a chi gli domandava se si sentisse di dichiararsi antifascista, Berlusconi aveva replicato: "Io penso a lavorare per risolvere i problemi dell'Italia". Un po' come quella barzelletta (forse la ricorderà chi, come me, aveva i calzoni corti all'inizio degli anni '70) di quel tizio che al bar chiedeva cappuccino e cornetto e, alla risposta del barista di non aver più cornetti, replicava: "Va beh, tanto di fuori c'ho l'elicottero!". E un po' come le parole (e questa non è una barzelletta!) del nostro premier che qualche giorno fa a Londra, in un incontro con il primo ministro inglese, ha respinto l'idea di un'Italia in crisi evocata dai giornalisti britannici e ha parlato invece di un Paese "molto solido" in economia, dove c'e' un alto tenore di vita, "un paese ottimista e con il sorriso", e che per giunta "ha la squadra di calcio campione del mondo".

Commenti

  1. e il Palermo che ha vinto 3-1 contro la Roma non ce lo mettiamo??????

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