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Trump people

A VOLTE RITORNANO. Sarebbe stato troppo facile e scontato come titolo. Ormai troppe cose e troppe persone ritornano e non più solo a volte. Il problema, semmai, è COME ritornano. L'era del secondo Trump, 47° presidente degli Stati Uniti d'America, inizia oggi. E prende il via con una vittoria schiacciante negli Stati chiave e nel voto popolare. Una vittoria che vede il partito Repubblicano impadronirsi delle istituzioni da cui dipendono il potere esecutivo e legislativo, con Trump alla Casa Bianca e Senato e Camera - a meno di clamorose sorprese nello spoglio degli ultimi voti - che sono a un passo dal tingersi del rosso del Republican Party.  A questo si aggiunga la maggioranza dei 9 giudici che compongono la Corte Suprema, la più alta corte della magistratura federale Usa, di cui tre nominati dal tycoon durante il precedente mandato, due da Bush figlio e uno da Bush padre, mentre sono solo tre quelli di nomina democratica (due da Obama e uno da Biden). In questo modo salta de

Crisi economica e tensioni sociali: il Rapporto EIU


L'attuale crisi economica sarà la causa principale dello scatenarsi di gravi tensioni sociali che porteranno alla caduta di diversi governi nel mondo.

A sostenerlo non è qualche riottoso blogger senza scrupoli che già alcuni mesi fa segnalava la possibilità che la crisi finanziaria avrebbe potuto portare ad innescare vere e proprie contestazioni di piazza. A parlare esplicitamente di questo e a stilare una vera e propria classifica di rischio è l'Economist Intelligence Unit che, in un apposito studio effettuato su 165 Paesi, prevede che l'aumento della povertà e della disoccupazione in tutto il mondo, causati dalla peggiore crisi dagli anni '30, ingenererà rischi più o meno alti di tensioni sociali con conseguenti ricadute sulla tenuta dei governi.

Il Rapporto dell'EIU, che combina 15 fattori economici e sociali per determinare il Political Instability Index, cioè il livello di rischio di caduta del governo nei 165 Paesi presi in considerazione, rivela che, di questi, 95 sono a rischio alto o molto alto, 53 a rischio moderato e 17 a scarso rischio. Fra i fattori determinanti per l'insorgere di tali tensioni c'è la considerazione che a causare povertà e disoccupazione siano le “azioni inette e avide di specifici individui” e che la “rabbia profonda” alimentata da ciò possa diffondersi rapidamente da un Paese all'altro a causa della velocità delle comunicazioni.

Per l'EIU, la possibilità che le strategie di risoluzione della crisi messe in campo dai diversi Paesi potrebbero rivelarsi efficaci è del 60% e, comunque, una crescita economica, ma di livello inferiore rispetto al recente passato, non sarà possibile prima del 2010-2011.

Per la cronaca, l'Italia con 5 punti nell'indice-rischio occupa il 120° posto nella classifica stilata dall'Economist Intelligence Unit e gode di una previsione migliore di quella riservata ad altri Paesi europei come Francia e Islanda, entrambi al 109° posto con un 5,3 punti. Lo Stato più a rischio è lo Zimbawe con l'8,8 punti, mentre quello con meno pericoli è la Norvegia con 1,2.

Fresco di ieri è l'allarme del segretario generale dell'OCSE, Angel Gurria, che prevede un calo del 4,3% del Prodotto Interno Lordo dei Paesi appartenenti all'area, con un'economia “prevalentemente piatta” nel 2010 e previsioni “un po' più pessimistiche di quelle di qualche settimana fa” specialmente in materia di lavoro, dove sono previsti “circa 25 milioni di disoccupati in più solo nei Paesi dell'area OCSE”.

Eppure, il nostro premier insiste: l'Italia può “uscire prima dalla crisi” economica globale perchè “si trova in condizioni meno gravi di altri” Paesi...

Commenti

  1. berlusconi è meglio di prodi

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  2. Secondo la rete "Foxnews" in U.S.A c'è un piano in prossimità di un crollo generalizzato.

    Nel nostro Comunicato n° 57 del 15-dic-08, informiamo che diversi analisti internazionali, vedono più vicina la probabilità di un crollo diffuso negli Stati Uniti. Venerdì scorso, 20-feb-09, il programma “The War Room” ( "La sala della guerra") condotto dal giornalista Glenn Beck su Foxnews Television, ha dedicato un programma speciale per la valutazione di "cosa fare se .." (what if?) si è verificato un "11 settembre economico "(”an Economic 911″), per il quale si è fatta un'analisi utilizzando la metodologia della pianificazione strategica militare, applicata a probabili scenari di eventi ad alto impatto (in stile giochi di guerra).
    Il giornalista Beck ha detto più volte che il miglior piano è quello di preparare al peggio, e non certo a caso. Tutti gli scenari sono stati valutati sulla base del presupposto: "Noi siamo nell'anno 2014: Che cosa succede se ...? ". Nell' MSRA, riteniamo che l'anno 2014 è stato scelto perchè non fosse così evidente che questi analisti credono (speranza, o piano) che questi scenari succederanno prima del 2014 o durante la presidenza di Barack Obama.
    Dato che il mandato di Obama termina nel gennaio 2013, affermano che questi sono gli scenari per il "2014", e ciò consente loro di calciare la palla, perché allora la conseguenza è che il crollo si verificherà sotto "il futuro presidente post- Obama ... "
    Personalmente, e come indicato nel comunicato n ° 57, penso che sia probabile che il vero potere del Nuovo Ordine Mondiale abbia permesso a Barack Obama di raggiungere la Presidenza, perché sarà l'ultimo presidente gli Stati Uniti. I grandi signori del mondo sembrano aver liberato la mano agli Usa, affinchè si riunissero in altri nuovi modi e in altre geografie. Adesso sono per un Governo Mondiale(vedere comunicato 57), dove Washington e N.Y non saranno assolutamente i nuovi centri del potere.....Per chi desidera vedere questo programma in lingua originale(inglese),diamo dei linKs sotto su youtube.

    2014: la peggiore delle ipotesi ...
    Il programma inizia con l'osservare che il governo americano ha appena completato un esercizio di programmazione su cosa fare in caso di un "attacco coordinato in due giorni contro gli Stati Uniti... Quando il giornalista Glenn Beck chiede cosa è tutto questo porta ad una frase dell' ex senatore William J. Fulbright (figura chiave nella Costituzione americana per trenta anni), che ha detto: "dobbiamo osare di pensare l'impensabile, perché se l'impensabile accade, allora non ci sarà tempo per riflettere e prenderemo le decisioni senza pensare ". La proposta non è valida solo per gli USA, ma per tutti i popoli, e soprattutto per argentini.

    Scenario n. 1 Totale crollo finanziario negli Stati Uniti, in cui il Dow Jones Industrial Average è sceso a 2800 punti / Il tasso di disoccupazione supera il 12% / Tutte le banche sono state nazionalizzate / Il mercato immobiliare crolla, l'oro va a $ 8000 l' oncia, le persone creano la loro moneta alternativa e il baratto e sarà usato come forma di scambio economico.
    Abbiamo valutato le ipotesi di Gerald Celente analista del Trends Research Institutee (l'analisi delle tendenze), che raccomanda "la preparazione e la pianificazione per il peggio e poi fare un passo indietro", e il giornalista Stephen Moore del The Wall Street Journal (08 dicembre che ha dato credibilità all'analisi del russo Igor Panarin di cui abbiamo riferito nel nostro Comunicato n ° 57) e autore di "La fine della prosperità" (The End of Prosperity) .

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  3. per i dettagli si prega leggere
    http://www.vocidallastrada.com/2009/02/il-nuovo-ordine-mondiale-si-sta.html

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  4. Caro Anonimo (ma perchè non lasciare un nome, anche di fantasia: rende tutto più... umano), ho letto l'articolo che hai linkato nel tuo terzo commento e di cui hai ampiamente anticipato una parte. Rimango un po' perplesso su cose come le comunicazioni gestuali in massonico (oltre tutto presupporrebbe una diffusa conoscenza di tale linguaggio... mi sembra eccessivo). Tuttavia che le cose non stiano come le raccontino mi pare evidente. Ed è pensabile e anche logico che chi abbia responsabilità di governo si attrezzi ad affrontare l'emergenza crisi economica/terroristica/ambientale/sanitaria... insomma, qualsiasi tipo di emergenza. Il problema è capire se le soluzioni prospettate ed individuate dai governi abbiano per oggetto il bene dei cittadini o la sopravvivenza della (loro) specie. E su questo concordo con i tuoi timori, purtroppo.
    Quanto a Berlusconi/Prodi/ecc. credo che non ci sia alcun meglio: è da troppo tempo che la nostra classe politica non riesce ad esprimere un nome in grado di pensare al bene del Paese. L'ultimo, forse, è stato... ehm... dunque... mm... vediamo.........

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  5. Credo che i dati pubblicati siano molto interessanti, ma il problema vero è che questa crisi non la stiamo solo leggendo sul web e sui giornali...la stiamo vivendo giorno dopo giorno. Attualmente sembra che la nostra Bella Italia non abbia proprio le spalle "abbastanza larghe" per uscire da una crisi di queste dimensioni. Le fabbriche chiudono da un giorno all'altro e senza dare preavviso.. e purtroppo la nostra Nazione non ha la mentalità per uscirne.

    Un paese che non crede e non investe nei giovani non ha futuro, ergo l'Italia non ha futuro.

    M.B.

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