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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Consulta e scuse inconsulte

Quando non è frutto di finto perbenismo né di pelosa strategia di disinformazione, chiedere scusa da parte di chi ha il dovere di riportare notizie al pubblico è segno di rispetto ed intelligenza.

Ben si addice ad essere classificata fra gli esempi negativi la ben nota vicenda del servizio televisivo (anzi, verrebbe da dire del servizietto!) sul giudice Mesiano, mandato in onda da Mediaset all'indomani della sentenza civile che condanna Fininvest a risarcire De Benedetti per aver corrotto un magistrato del collegio arbitrale del cosiddetto lodo-Mondadori. Vicenda che molti ritengono conclusa con le scuse ufficiali (e ben studiate) del direttore Claudio Brachino (giornalista ex Tg4) e il successivo invito (leggi trappola) al giudice in questione ad intervenire in studio per raccontare i lati oscuri (secondo loro) che si nasconderebbero fra le pieghe della sentenza da questi pronunciata. Bene, bravo, bis!

Ma quanto a scuse, anche il sottoscritto deve farne. Per essersi lasciato ingannare [inserire link a post] dal canto dei disinformatori di professione (leggi, i nostri politici) che, all'indomani della famosa bocciatura del lodo-Alfano da parte della Consulta hanno raccontato, facendola passare per verità, la grandiosa balla della contraddittorietà di tale pronuncia con altra analoga della stessa Corte sul lodo-Schifani. Non era vero infatti (come, fidandomi, avevo riportato anch'io) che la precedente sentenza non avesse già previsto la necessità di una legge di rango costituzionale per realizzare gli obiettivi di tutela giurisdizionale contenuti nel lodo.

L'aveva prevista eccome! Lo chiariscono senza ombra di dubbio i giudici della Corte nelle motivazioni della sentenza depositate ieri e rese note urbi et orbi. Motivazioni all'interno delle quali si legge:

La necessità di una legge costituzionale per disciplinare la materia oggetto delle norme denunciate non è messa in dubbio – sempre ad avviso del rimettente – neanche dalla considerazione che la Corte costituzionale, nella citata sentenza n. 24 del 2004, non ha rilevato il contrasto della legge n. 140 del 2003 con l'art. 138 Cost. e che, cosí facendo, «la Corte avrebbe implicitamente rigettato tale profilo, in quanto, siccome pregiudiziale rispetto ad ogni altra questione, avrebbe dovuto necessariamente dichiararlo, ove lo avesse ritenuto». Il giudice a quo osserva, sul punto, che tale considerazione si fonda sul presupposto dell'esistenza di una pregiudizialità tecnico-giuridica tra la questione sollevata in riferimento all'art. 138 Cost. e quelle sollevate in base ad altri parametri e contesta la fondatezza di detto presupposto, rilevando che una tale pregiudizialità non è deducibile «dalla complessiva motivazione della sentenza, in quanto la Corte, nell'accogliere la questione di legittimità costituzionale in riferimento agli artt. 3 e 24 della Costituzione, dichiara espressamente “assorbito ogni altro profilo di illegittimità costituzionale”, lasciando cosí intendere che, in via gradata, sarebbero state prospettabili altre questioni».

Chiedo scusa per il mio grossolano peccato di superficialità e per un errore che un giornalista non può e deve compiere. Mi riconsola, tuttavia, il pensiero di una Corte Costituzionale tutt'altro che ballerina e contraddittoria nelle sue decisioni, bensì salda e vigile nella tutela delle garanzie, previste dalla nostra Carta fondamentale, a beneficio di noi tutti.

Commenti

  1. Posso dire una paroloccia POSSO?

    MANNASEAPIJANERCUXO!!!


    UNA VERSIONE CALABRESEROMANATERRONA di Nicole!

    mi perdoni vero?;)

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  2. Per Nicole:
    Ceeeeerto che ti perdono. Ma questo gattino nero che mi guarda di sottecchi?

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  3. tI PIACE? nON è CARINO?

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  4. CHI TOCCA IL BERLU DEVE ESSE PUNITO QUESTO HANNO FATTO CAPì!!!!!! HANNO TOCCATO IL FONDO .....

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  5. Caro Marcus, intanto ogni riferimento nel mio racconto è puramente casuale...Ma mi ha fatto piacere tu abbia concordato sul fatto che fosse un infame..
    Per il resto, si sbaglia tutti, viviamo in un mondo dove l'equivoco la fa da padrone, e anzi, più ambiguità c'è, meglio è...
    L'importante è ravvedersi per tempo, e capire che in qualche angolino, un po' di buono c'è...

    RispondiElimina

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