Quel cattivone del Comunicattivo...

Ha chiuso i battenti in questi giorni, dopo sei anni di alto gradimento fra il pubblico, la popolare trasmissione radio Il comunicattivo, ideata e condotta da Igor Righetti, giornalista e docente universitario. Non ci sono, a quanto pare, motivazioni ufficiali.

Ho avuto modo di seguire, di tanto in tanto, il programma e mi pare una grande ingiustizia: a voler fare un semplice calcolo speculativo, può vantare al suo attivo ottimi ascolti, ottime critiche, ottimi ritorni e diversi tentativi di imitazione. Ma forse tutto questo non conta nelle logiche e nelle strategie di chi comanda in Rai. E forse non ha mai contato.

Mi sembra giusto ospitare su questa pagina la lunga nota stampa di Righetti, un po' canto del cigno, un po' j'accuse. Parole che riscuotono tutta la mia solidarietà. Forza Igor e grazie per questi sei anni!!!


"Il direttore di Radio1, Antonio Caprarica, senza nessun preavviso e senza neppure convocarmi o scrivermi una lettera, uno straccio di e-mail o un sms mi ha fatto chiamare da un addetto dell'ufficio del personale il quale mi ha comunicato che il direttore aveva deciso di chiudere 'Il ComuniCattivo'. Alla mia richiesta di motivazioni non è seguita alcuna risposta. Un classico esempio di censura di un programma d'informazione libero e innovativo. Il direttore non ha pensato di avvisare neppure il caporedattore rubriche, Claudio Mantovani, sotto la cui responsabilità figura anche 'Il ComuniCattivo'. Un attacco alla libertà di espressione e d'informazione, un'operazione che sa tanto di epurazione. Caprarica mette la sordina a un programma amato da centinaia di migliaia di italiani che pagano il canone pubblico e che trovano nella trasmissione motivi per ristabilire un rapporto di comunicazione con la cultura e l'intelligenza troppo spesso offese da programmi insulsi e volgari nella loro banalità. Parafrasando il titolo di uno dei tanti libri scritti dal direttore 'Dio ci salvi da Caprarica… o no?'.


Trovo grottesco che un direttore in scadenza e in un momento in cui Radio1 è in affanno di ascolti chiuda un programma come 'Il ComuniCattivo' che ha portato migliaia di giovani sulle frequenze della prima radio italiana notoriamente seguita soltanto da un pubblico adulto. Trovo ancora più sconcertante che venga chiusa una
trasmissione che nella sola puntata del sabato raccoglie 451 mila ascoltatori (dati Audiradio quinto bimestre 2008 a cui bisogna aggiungere, però, i contatti dell'ascolto delle puntate dal sito del programma, di quelli che scaricano 'Il ComuniCattivo' attraverso il podcasting e degli italiani all'estero che sentono la trasmissione grazie a Rai Italia, numeri non disponibili ma molto consistenti dato che la trasmissione è seguita anche da molti giovani che usano questi moderni mezzi di comunicazione a differenza del target più adulto, zoccolo duro di Radio1. Del resto 'Il ComuniCattivo' è stato tra i primi programmi di Radio Rai a dare la possibilità di scaricare le puntate attraverso questa nuova tecnologia, richiesta fatta dagli stessi ascoltatori). Alla mia esigenza di spiegazioni e di delucidazioni rivolta a Caprarica ha risposto Flavio Mucciante, uno dei vice direttori di Radio1, il quale accenna a una possibile, eventuale, futura, indefinita possibilità per 'Il ComuniCattivo' di essere presente in qualche futuro spazio di qualche ciclo. A motivazione della chiusura del programma Mucciante fa riferimento a un confuso e generico calo di ascolti che ha richiesto l'intervento sul palinsesto e fa il nome di due grandi personaggi: Uto Ughi e Italo Moscati come titolari di due programmi. Su Radio1, dunque, si riparte dal nuovo, dallo sperimentale. Programmi adatti a un pubblico giovane!


Secondo le ultime rilevazioni Audiradio, risulta che quasi tutti i programmi hanno vistosi segni meno nelle differenze di share tra il quinto bimestre 2007 e il quinto bimestre 2008 (dai dati sul quarto d'ora emergono -33,6%, -28,7%, -22,9%, -21,4%, -19,9%, -15,9%, -14,4%, -13,2%, -11,4%, -9,9%, -6,5%, -4,0% ecc. mentre 'Il CominiCattivo' ha il 5,1% di share nel quinto bimestre 2008 con un'irrisoria flessione dello 0,4% di share nel primo quarto d'ora del sabato (5,5% di share nel quinto bimestre 2007) su 22 minuti della durata totale e di -0,3% la domenica su 19 minuti di durata (5,4% di share nel quinto bimestre 2007). Sotto la direzione di Caprarica anche quasi tutte le edizioni dei Gr perdono ascoltatori. Perchè Caprarica non fornisce i dati per quarto d'ora che noi conosciamo bene con i raffronti dello stesso periodo dell'anno precedente? Non si capisce quindi con quale criterio Caprarica abbia pensato di sopprimere 'Il ComuniCattivo' e di lasciare in piedi programmi crollati in termini di ascolto. Ma il direttore di una rete pubblica deve dare spiegazioni ai cittadini che pagano il canone. Forse il grande calo di ascolti di Radio1 è da imputare al fatto che gran parte del suo pubblico è anziano e non c'è ricambio. Questo accade quando non si studiano progetti rivolti a un target di età più esteso come è quello del 'ComuniCattivo'. È un vanto del 'ComuniCattivo' essere arrivato ad aiutare con il proprio linguaggio un gruppo di bambini portatori di handicap di Latina che aspettavano con trepidazione il momento della messa in onda del programma in quanto assimilavano il linguaggio del 'ComuniCattivo' facendolo proprio e lo ripetevano riuscendo così a migliorare la loro dislessia. La presidente dell'associazione intervenne in diretta ringraziando Il 'ComuniCattivo' e portando la testimonianza del forte aiuto terapeutico del programma su questi bambini. 'Il ComuniCattivo' è anche molto richiesto dagli inserzionisti pubblicitari che occupano alcuni minuti prima e dopo la messa in onda del programma che spesso ha anche la sponsorizzazione prima della sigla. Sponsor che, come fu il caso di Sony Ericsson, richiedono espressamente di andare in onda prima del 'ComuniCattivo' o sponsorizzarlo in quanto ha anche un target più giovane rispetto alla media della rete. Ma forse Caprarica non è interessato a far guadagnare denaro a mamma Rai neppure in questo momento di recessione.


'Il ComuniCattivo' ha al suo attivo 20 tesi di laurea sostenute da studenti di tutta Italia. Nonostante tutto questo il programma viene realizzato con un budget ridotto all'osso: poche migliaia di euro al mese per 8-10 puntate da dividere tra il sottoscritto (come unico autore e conduttore) e due giovani collaboratori di cui uno studente di 22 anni con contratti a termine retribuiti per ogni puntata andata in onda così come il sottoscritto. Ma forse Caprarica ama i programmi costosi con redazioni composte da tante persone. E che cosa dire dei contratti da me stipulati con Radio1 sotto la direzione di Caprarica? Fino al suo insediamento il contratto per 'Il ComuniCattivo' aveva scadenza annuale, con un solo mese di intervallo tra l'uno e l'altro. Con Caprarica i contratti sono diventati di tre mesi rinnovabili di volta in volta e addirittura di un mese.


Il direttore aveva già censurato 'Il ComuniCattivo' pochi mesi dopo il suo insediamento tagliando le puntate da 5 a 2 e relegandolo al mattino del weekend. In questi 6 anni, 1.400 puntate, il programma non ha mai ricevuto nè denunce nè querele, nonostante abbia toccato argomenti scottanti e abbia fatto uso della satira su temi delicati. 'Il ComuniCattivo' dà voce a tutti. Al programma sono intervenuti ministri e politici di ogni schieramento, premi Nobel, personaggi del mondo della cultura, dell'economia, dello spettacolo e gente comune con qualcosa di interessante da dire. Per quattro anni l'allora presidente dell'Accademia della Crusca, Francesco Sabatini, ha tenuto una rubrica settimanale sulla lingua italiana. È da considerare anche che il programma è particolarmente apprezzato dagli italiani all'estero che inviano molte e-mail e che intervengono in trasmissione raccontando come vedono l'Italia da fuori. Con 'Viva Radio2', 'Il ComuniCattivo' è il programma di Radio Rai che ha maggiore visibilità mediatica. 'Il ComuniCattivo' ha ideato il primo radio reality di contenuto 'In radio veritas, la parola alla parola' al quale parteciparono Renzo Arbore, Giorgio Albertazzi, Mario Monicelli, Domenico De Masi ecc. riscuotendo un grande successo di pubblico e di critica, ha avuto tre riconoscimenti giornalistici (il premio nazionale 'Penna d'oro', il 'Grand prix Città di Alghero' e il premio internazionale Euromediterraneo) per 'aver sperimentato un linguaggio moderno dove l'informazione e la cultura vanno di pari passo con l'ironia e l'intrattenimento'. A luglio dell'anno scorso, inoltre, ha ricevuto il 'Leggio d'oro - Premio nazionale doppiatori' come 'Voce dell'anno, la più rappresentativa dell'informazione radiofonica'. Proprio il sociologo De Masi, intervenuto al mio radio reality, affermò di ricevere dal programma 'continue scosse elettriche di intelligenza' mentre Renzo Arbore in un'intervista del 26 giugno 2004 sull'Unità dichiarò: 'Il ComuniCattivo è un'idea originale, un tentativo da seguire perchè premia la radio di qualità.


La missione del 'ComuniCattivo' è quella di parlare di argomenti anche ostici con un linguaggio comprensibile a tutti, utilizzando l'ironia e la creatività, senza mai scendere a compromessi con l'intelligenza, lasciando da parte la volgarità e la banalità. 'Il ComuniCattivo non e' soltanto un programma, è un progetto crossmediale, diffuso cioè attraverso piu' mezzi di comunicazione (radio, tv, Internet, editoria, carta stampata, audiolibri). E' divenuto ormai un vero e proprio marchio riconosciuto dal grande pubblico (gli ascoltatori antepongono il termine 'ComuniCattivo' al loro nome di battesimo) e si caratterizza per il linguaggio creativo e ironico con cui analizza temi complessi senza mai scendere a compromessi con il buon gusto. 'Il ComuniCattivo' innova il linguaggio radiofonico mettendo in risalto le grandi trasformazioni dell'Italia che cambia portando alla luce mediatica attività curiose e bizzarre, i nuovi linguaggi giovanili, i nuovi media, le strategie di comunicazione innovative e tradizionali italiane ed estere, vincenti e perdenti. Sempre attraverso la formula che invita a non rendersi troppo sul serio, a dare spazio alla fantasia e all'ottimismo perchè essere tristi e seriosi non vuol dire essere intelligenti e colti. Proprio per questa sua originalità il programma è stato più volte saccheggiato delle idee da personaggi e da altre trasmissioni. Come parlare di qualità dei programmi delle emittenti pubbliche quando si chiude una delle poche trasmissioni innovative e culturali in palinsesto?".

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