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88 Arenula e tutto cominciava...

E SONO 37! Trentasette anni di ufficio stampa nello stesso ministero. Un lasso di tempo niente male, considerando il ministero in questione... Nel 2010 un collega del giornale radio Rai, che per lavoro aveva contatti da anni con molti uffici stampa ministeriali, mi disse che, molto probabilmente, il mio collega Giovanni e io eravamo gli addetti stampa più anziani di tutta la pubblica amministrazione centrale. Beh, se aveva ragione, credo che oggi quel 'forse' se lo siano portato via i 15 anni passati da allora. Ricordassi il nome del collega giornalista, lo chiamerei per curiosità... Il mio collega Giovanni, entrato due mesi prima di me, da qualche anno non è più all'ufficio stampa. Sicché potrei essere rimasto il più anziano (in termini di servizio, ovviamente) addetto stampa di tutta la Pubblica Amministrazione centrale. Il che mi lascia un po' come Pantani quando decideva di alzarsi sui pedali e... ci vediamo al traguardo! Peccato che non ci sia più il mio adorato...

Elezioni 2018: meglio un nuovo oggi...

SAREMO IMPORTANTI ANCORA PER POCHE ORE. Una manciata di ore, fino alle 23 di domenica sera. Avranno bisogno di noi ancora per poco... Poi, inevitabilmente, torneremo ad essere messi da parte. Torneremo a rappresentare lo sfondo dei loro selfie... Saremo nuovamente la "gente", le "persone", i "cittadini", il "popolo": tutte belle espressioni, ma dal peso specifico pari a zero.

Come siamo (pardon... saremo) pari a zero ai loro occhi una volta che inizieranno a spartirsi la torta del potere (pardon... a lavorare) fra partiti che, pur perdendo e da minoranza (pardon... avendo vinto le elezioni con la nuova legge elettorale), si faranno magicamente accozzaglia ad cazzum (pardon... maggioranza relativa) per governare insieme. 

Governare... (sic!).

Non è bella questa cosa, dobbiamo ammetterlo. Il riconoscimento di non contare agli occhi di chi, anche se solo in minima parte (davvero minima), noi stessi abbiamo scelto come nostro rappresentante, non soltanto non è una cosa bella in sè, per la triste realtà che racconta. Ma, soprattutto, non è una bella cosa da pensare. E' orribile che ci abbiano abituato a non contare, a rassegnarci, ad assistere passivamente allo scempio. E' orribile aver permesso loro di farci (anche) questo.

Davvero l'orrenda beffa oltre al sostanzioso danno da anni...

Cari mestieranti della politica, voglio dirvi una cosa. Io spero vivamente che il voto del prossimo 4 marzo sia un voto diverso. Diverso, fosse anche soltanto come segnale di protesta. Non più elargito sulla base di programmi e promesse o della presunta riconoscibilità del candidato. Basta col voto per l'ideologia espressa (quale ideologia ormai?) e basta col voto per conoscenza o riconoscenza o aspettativa. Basta pure col voto al cosiddetto male minore: qui il male ci mette poco a contagiare irrimediabilmente tutti e il meno peggiore diventa in breve uno dei tanti.

Spero in un voto diverso, anche rischiando. In un voto che porti qualcosa di nuovo, anche rischiando. La delusione per il nuovo che avanza non potrà mai essere più grande delle certezze per il pessimo usato-sicuro che si annida da anni in quei Palazzi.

Aspetto un segno...

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