Dieci meritatissimi minuti di applausi con tanto di standing ovation hanno salutato, ieri sera, le ultime note della sognante
Into the West, l'aria con la quale il compositore canadese
Howard Shore ha concluso la
The Lord of the Rings Symphony, nella sua “prima” all'Auditorium Parco della Musica di Roma.
Due ore circa di sinfonia durante le quali il creatore della colonna sonora della pluripremiata trilogia cinematografica tolkeniana ha saputo condurre magistralmente gli oltre duecento elementi, fra orchestra, coro e voci bianche, a sua disposizione. Incalzante dalla prima all'ultima nota, senza concedere alcun riposo alla propria mano destra, Shore ha preso letteralmente per mano gli eccellenti maestri dell'Accademia di Santa Cecilia, traendo dalle loro corde, dai loro fiati, dai loro tamburi tutta l'intensa drammaticità che gli appassionati del Signore degli Anelli avevano avuto modo di avvertire in sala durante la visione dei tre film. Ma qui la suggestione regalata dall'esibizione dal vivo e dalla eccezionale pulizia del suono prodotta dalla Sala Santa Cecilia dell'auditorium romano hanno reso l'esperienza una questione davvero di brividi!
Non a caso le circa duemila persone presenti hanno seguito in religiosissimo silenzio i due tempi della sinfonia, incantati dalla musica e dalle immagini dei bozzetti della sceneggiatura che accompagnavano, per volontà dello stesso Shore, le note del concerto. Ammaliati al punto di non provare nemmeno ad interrompere con il giusto e meritato applauso la conclusione dei singoli movimenti previsti dal programma, per non rovinare la magica atmosfera che aveva invaso la sala.
Un'esperienza musicale incredibile che chi scrive ha avuto la fortuna di poter vivere ieri sera. Il meraviglioso tributo di uno dei più grandi compositori di musiche da film ad una pellicola che ormai fa parte della storia del cinema mondiale e, al tempo stesso, ad una delle opere letterarie, quella del grande Tolkien, fra le più belle mai scritte.
PS: Probabilmente gli appassionati potranno, meglio degli altri, immaginare i brividi di cui parlo... E io la loro invidia, eheheh!
Tu non sai come ti ho benevolmente invidiato. Ho studiato per dieci anni pianoforte, amo la musica da morirne...Avrei voluto esserci anche io con te a seguirli. Sono sicura che mi sarei persa, completamente rapita nella loro magia.
RispondiEliminaLa musica celtica è un genere che mi incanta letteralmente...
RispondiEliminaRicordo ancora le emozioni che provai quando Lorena Mckennitt passò dalle mie parti, donandoci una notte d'estate magica che tutt'oggi, al sol ricordo mi riempie di brividi.
Ma porcaccia di una miseriaccia vacca!!!
RispondiEliminaLo sapevo che Shore si sarebbe esibito in Italia.
Ma perchè sono condannata a questo tetro posto ad anniluce da ogni forma di vita culturale???
Voglio tornare a Bolognaaaaaaaa!
Certo!La mia invidia è tanta!!
E non mi importa se è male e se è peccato!!Uffa!Sbatto anche i piedi al suolo.
:(
Ascoltare la musica di questo straordinario compositore riempie la testa e l'anima di emozioni positive, dove per incanto non rimane spazio per nessun'altra sensazione se non quella di sentire un profondo senso di pace con se stessi e col mondo circostante, unico ed essenziale valore per sentirsi e percepire la vita stessa!
RispondiEliminaUn caro saluto
Miriam
Marcus, ma che fine hai fatto???
RispondiEliminaE te pareva......Oh, mi raccomando, non divulgare le notizie.....tientele pure tutte per te....diccele ad avvenimento fatto....Bravo, è così che si fa....Oh, si tessoro...bell'amico, bell'amico!!!
RispondiEliminaPer esempio avrei rinunciato al matrimonio della mia amica e sarei schizzata ad ascoltare questo trionfo di beltà....
Vabbè, che te devo dì....sarà per la prossima volta...
Comunque immagino l'atmosfera...una sensazione magica...sentirsi avvolgere dalla musica, e ad occhi chiusi vivere le scene di questo libro scritto con maestria da Tolkien...che esperenza senza confini....son felice tu abbia potuto parteciparvi!!!
Donde stais?
RispondiEliminaGià che invidia.
RispondiEliminaBeato teeeee!!!
Il sette luglio sarò a Milano al concerto degli U2, ma non è nulla a confronto al concerto di Howard Shore.