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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Europee 2009: la minoranza vince

C'è una cosa che non capisco. Non la capisco più dal punto di vista logico che da quello giuridico. E mi piacerebbe tanto che qualcuno mi fornisse una spiegazione. Ma prima una piccola premessa.

Se alle riunioni di condominio non viene raggiunto il cinquanta per cento più uno dei millesimi l'assemblea non può riunirsi, nè tanto meno prendere decisioni. Ci si aggiorna ad una nuova data e si va tutti a casa.

Lo stesso vale, mi pare, quando è chiamato ad esprimersi il consiglio di amministrazione di una società: occorre la maggioranza assoluta dei membri di diritto per dirsi validamente costituiti in assemblea. Famosi sono, in questo senso, i tristi esempi dei balletti che avvengono di sovente nei consigli di amministrazione della Rai, dove, al momento giusto, c'è sempre qualcuno che si alza e se ne va per rendere impossibile, agli altri, deliberare.

E che dire dei quorum che sanciscono la vittoria di una petizione popolare, di un referendum abrogativo? Occorre la maggioranza degli aventi diritto al voto per sancire la vittoria dei sì e fare in modo che il Parlamento sia costretto (sic!) a modificare la norma in questione.

Ora, a quest'ultima tornata elettorale europea che si è appena conclusa, calcoli e dati ufficiali alla mano, su 375 milioni di cittadini UE aventi diritto ad esprimere il proprio voto nei 27 Paesi dell'Unione solo il 42,85% si è recato ai seggi e ha infilato la propria scheda nell'urna. Tra l'altro si è trattato della percentuale più bassa mai registrata dal primo eurovoto nel lontano 1979...

Mi chiedo: come può dirsi validamente, giuridicamente ed effettivamente costituita un'assemblea parlamentare che è espressione della minoranza degli elettori europei? Analogamente a quanto accade in altri settori, come può essere che persone elette alla carica di parlamentare europeo da una minoranza possano validamente sedersi in quell'aula e deliberare per una maggioranza che non li vuole? Che cos'è, infatti, il mancato esercizio del diritto di voto se non una bocciatura a priori dei candidati proposti dai diversi schieramenti politici nei diversi Paesi dell'Unione Europea?

Come può validamente riunirsi e deliberare una simile assemblea? Come può mettere piede nei palazzi del potere politico europeo e mano sui miliardi messi a disposizione di quel Parlamento dai 27 Paesi dell'UE? Come può spiegarsi che l'espressione di una minoranza finisca per governare tutti noi?

E se portassimo alle estreme conseguenze questa situazione e immaginassimo che invece di poco meno di 150 milioni di elettori avessero votato solo in 1.000 in tutto il vecchio continente? Si sarebbe proceduto ugualmente a suddividere i seggi del Parlamento di Strasburgo in proporzione alle sole 1.000 preferenze espresse?

Commenti

  1. E se rifacessimo il sistema istituzionale italiano? CHe cavolo sono sti 1000000000 partiti che nascono come funghi e non portano da nessuna parte?

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  2. Caro Marcus inutile dire che le cose che non capisco giuridicamente e logicamente sono davvero tante.
    O meglio, non è che non le capisco o non le capisci...è che è evidente che tutto è studiato ad arte per non essere in democrazia!E possiamo fare ben poco!!;)

    Detto questo, ho detto tutto.

    Un abbraccio, con tanta amicizia!

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  3. ehheehheheeh
    che fa? ce lo mettiamo un mio abbraccio a seguito di questo post?
    ^__________^

    PS: Mi lancio.....
    sono daccordo con Guernica!!!
    Aggiungo solo...che sono "GENIALI"

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  4. ..e se non ne parlassimo più?
    Mi raccomando,
    sii più preparato la prossima volta che passi da me. hihi.

    B_serata.

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  5. Ma sai che hai perfettamente ragione. Quoto e straquoto. Ma tanto le leggi loro le stravolgono o le fanno su misura. A volte non vedo via d'uscite, neanche dal portone...Ciao:)

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  6. Per Roberta:
    Il nostro sistema lo stanno già cambiando e proprio nella direzione che auspichi: quella cioè di ridurre le aggregazioni politiche a pochi grandi partiti e basta. Potrà anche esser giusto... Il problema, tuttavia, non mi pare quello di eliminare i partitini, ma quello di eliminare un certo modo di fare politica che cerca solo il consolidamento dello status quo a favore di lorsignori e dei loro amici e clienti. Il perpetuamento della casta è il loro unico interesse: il resto sono chiacchiere da bar dello sport, anzi... della politica!
    Un bacio!

    Per Guernica - dark - Nicole:
    "tutto è studiato ad arte per non essere in democrazia"... "sono GENIALI"... "le leggi loro le stravolgono o le fanno su misura"... Come non essere d'accordo con questo terzetto delle meraviglie? Oltre che con quello che ha scritto poco più sopra Roberta? Io lo dico e lo torno a ripetere: occorre rifondare tutto. Dagli assetti politici, a quelli sociali; dall'economia fondata sul ricatto ai singoli (dis)valori etici. Dobbiamo cambiare noi, riaggregarci per comunità... Ricominciare dal baratto, perchè no? Dalla terra, dalle nostre mani...!

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  7. Per Patrizia:
    Sono già ripassato...

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