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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Tu chiamale se vuoi... emozioni professionali

Sono più di vent'anni che lavoro nel settore della comunicazione e mi occupo di uffici stampa. Eppure, spesso, mi ritrovo a fantasticare come un bambino sugli aspetti più sognanti di questa professione. Avete mai visto Sesso e Potere, con Dustin Hoffman e Robert De Niro?

Questa mattina leggevo dei primi briefing tenuti dal neo presidente Usa Barack Obama con il suo staff e dei primi incontri per disegnare squadra e strategia in vista dell'insediamento del 20 gennaio prossimo alla Casa Bianca. Provate a sentirvi parte della scena. Ma ci pensate: che sballo e che adrenalina partecipare attivamente, anche come ultima ruota del carro, alla pianificazione strategica di un incarico del genere? Immaginate di essere lì, riuniti dalla forza dell'entusiasmo per un obiettivo tanto importante appena centrato e concentrati per mettere a punto una squadra capace di perseguire una responsabilità tanto grande e pronta a seguire e a collaborare con l'uomo più potente del pianeta.

Certo, si tratta di emozioni professionali difficili da raccontare e che possono essere solo immaginate, perchè nel tuo piccolo, come in ogni campo, costruisci il futuro giorno per giorno. Ma non mi vergogno di abbandonare ogni pudore professionale per affermare (da quaranteppassenne!) che darei non so cosa per poter vivere quei momenti! Ecco, l'ho detto!

Commenti

  1. Sto sfogliando il tuo interessantissimo blog, ho deciso di fermarmi in questo post, giusto per capire il tuo modo di pensare, di sentire e rincorrere la fantasia e le emozioni!
    E come se non bastasse il titolo ricorda l'indimenticabile Lucio Battisti mentre canta "Tu chiamale se vuoi...emozioni".
    Data l'ora, bè ti dò la buonanotte!
    Miriam

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  2. Grazie Miriam, mi fa molto piacere questo tuo commento. Profuma di sincerità e cade - guarda il caso - proprio a fagiolo per un post che avevo intenzione di scrivere a breve (tag: personale) e che ora, dopo le tue parole, credo che mi deciderò davvero a fare.
    A presto, da te!

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