Passa ai contenuti principali

In primo piano

Trump people

A VOLTE RITORNANO. Sarebbe stato troppo facile e scontato come titolo. Ormai troppe cose e troppe persone ritornano e non più solo a volte. Il problema, semmai, è COME ritornano. L'era del secondo Trump, 47° presidente degli Stati Uniti d'America, inizia oggi. E prende il via con una vittoria schiacciante negli Stati chiave e nel voto popolare. Una vittoria che vede il partito Repubblicano impadronirsi delle istituzioni da cui dipendono il potere esecutivo e legislativo, con Trump alla Casa Bianca e Senato e Camera - a meno di clamorose sorprese nello spoglio degli ultimi voti - che sono a un passo dal tingersi del rosso del Republican Party.  A questo si aggiunga la maggioranza dei 9 giudici che compongono la Corte Suprema, la più alta corte della magistratura federale Usa, di cui tre nominati dal tycoon durante il precedente mandato, due da Bush figlio e uno da Bush padre, mentre sono solo tre quelli di nomina democratica (due da Obama e uno da Biden). In questo modo salta de

Il giorno più lungo

Per quelli della mia generazione, cresciuti vedendo e rivedendo capolavori del cinema come Indovina chi viene a cena, La lunga estate calda o Il colore viola, e che si sono appassionati seguendo le vicende tv di Kunta Kinte in Radici, questa vigilia di elezioni Usa fa innegabilmente un certo effetto.

Sondaggi alla mano (sia che si tratti di reali rilevazioni statistiche, sia che si tratti di numeri fatti uscire ad arte per influenzare il bacino degli indecisi dell'ultim'ora), fra poche ore potremmo trovarci di fronte ad un fatto davvero straordinario. Basti pensare che le rivendicazioni dei neri, le città in fiamme, le scuole e i bus riservati ai bianchi, i Martin Luther King e i Kennedy sono storia di poco più di quarant'anni fa. E non solo: risalgono a una quindicina di anni fa i durissimi scontri e gli incendi che hanno insanguinato e arroventato per giorni e giorni le strade della California, contrapponendo drammaticamente l'esasperazione nera e l'insofferenza bianca.

Già questa sera tutto questo potrebbe essere di colpo cancellato dall'elezione di Obama alla Casa Bianca. Certo, siamo assolutamente in presenza di un personaggio appartenente all'upper-class nera, casta a parte, che diversi film e libri dell'America contemporanea dipingono come fenomeno culturale e sociale dalle profonde contraddizioni, abituato spesso a schierarsi da lontano (e solo verbalmente) a fianco dei loro “fratelli” delle classi sociali inferiori. Tuttavia, è esaltante pensare che la presidenza Obama potrebbe spazzare via anche questa barriera.

Insomma, nonostante le snobberie della Bonino, il mondo vive con grande aspettativa (e a tratti con messianicità) questo voto Usa. Non sarà facile per Barack Obama indossare i panni dell'uomo più potente del mondo. Ma abbiamo finalmente alle spalle l'era Bush: e già solo questo contribuisce a tingere di rosa l'immediato futuro.

Commenti

  1. ...Obama non fa in tempo a diventare nuovo presidente che il nostro "caro" (spesso e volentieri mio vergono di evere la nazionalità italiana) Berlusconi fa la sua gaffe definendolo "abbronzato"...mi domando:"Ma si puo' essere a questi livelli!?!". Se qualcuno ha osato ridere per la "simpatica" battuta del nostro caro rappresentate... beh, allora stiamo davvero messi male....

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari