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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Racconto breve: WEBSITE - © di Marcus

Era cominciato come uno scherzo, tanto per ammazzare la noia del sabato sera. Avevamo trovato per caso quel sito: una homepage con una grafica del tutto ordinaria. Ma a colpirci era stata la scritta: se vuoi cambiare la tua vita, clicca qui. “Le solite stupidaggini per fessi”, aveva buttato lì il mio amico Giorgio. Non immaginava che sarebbe stato l'inizio di qualcosa di cui ancora oggi, a distanza di tempo, faccio fatica a parlare.

In fondo, neanche la finestra che si aprì dopo quel primo fatale clic avrebbe solleticato il benché minimo interesse, neppure nel più curioso dei navigatori del web: un fittissimo elenco di parole, stringhe e stringhe di lettere e numeri, incolonnate in ordine alfabetico, più o meno lunghe e quasi tutte senza senso compiuto. “Sono password”, indovinò stavolta Giorgio, notando per primo il suggerimento sulla parte alta dello schermo. clicca sulla tua password. Che vuol dire? Che password? Di che diavolo parla? Dopo una notevole serie di pagedown, spinti dalla curiosità di quell'elenco interminabile, arrivammo alla lettera P. Fu un attimo e sotto il mio sguardo incredulo si materializzò quel che, nei recessi della mia mente, stavo in fondo cercando senza tanta convinzione: i miei occhi si posarono meravigliati su platone91_zoe93. L’avevo attivata solo qualche giorno prima per poter accedere alla mia nuova email. Ed ora eccola lì, su quella pagina, in mezzo a migliaia e migliaia di altre: la mia password!

Ma che razza di storia è questa? Rammento ancora oggi la sensazione di sconcerto e rabbia che iniziava a farsi largo nella mia mente, scalzando via l'iniziale stupore di pochi attimi prima. Ma era davvero solo l’inizio e non lo sapevamo. Tutto quello che avevamo provato fino ad allora divenne improvvisamente poca cosa, nulla, spazzato via da quel che apparve sullo schermo quando cliccai su quel link.

Ci sentimmo d'un tratto confusi, privati di ogni senso della logica e della realtà. Non è possibile! Questo è un sogno. Oppure un perfido scherzo! Qualcosa che rasentava i confini dell’assurdo iniziò a materializzarsi nella pagina che avevamo davanti ai nostri occhi. Disposte una di fianco all’altra, apparvero una serie di piccolissime icone. Anzi no, erano immagini… Ma immagini di che? In pochi attimi la schermata finì per completarsi, sei righe per sei colonne di piccole immagini. Leggevo le didascalie e cominciavo a prendere coscienza di ciò che i miei occhi faticavano a spiegare alla mia mente: quelle che avevo davanti erano tante piccole finestrelle affacciate sulla mia vita. Una visita guidata nel museo della memoria (la mia memoria!), spezzettata in tanti flash, ognuno con il suo inestimabile contenuto.

Rimasi allibito. E lo stesso capitò a Giorgio, che, pur incredulo, aveva riconosciuto molte di quelle immagini. Molte, certo; non tutte, come invece fu possibile al sottoscritto. Esitando non poco e con un certo imbarazzo, cliccai su una di quelle finestrelle: raffigurava un bimbetto in calzoncini e canottiera (Dio, ma quello sono io!) che trascinava un canotto giallo verso la riva del mare. IL CANOTTINO–5 anni, riassumeva la didascalia. E fu un ciak di un film dell’impossibile quello che prese vita, animando le gambette di quel bimbo pieno di gioia, che si avvicinava al mare come alla sua prima impresa.

Non può essere… Quello sono io!... Tutto questo è pazzesco! Fu allora che smisi di pensare. Perchè uno sfrenato desiderio di sapere si era già impossessato di me e della mia mano destra, che cominciò a dare vita, una dopo l’altra, a tutte quelle immagini. IL BIBERON-3 anni, LO SCHIAFFO-6 anni, LA BICICLETTA-10 anni, LA FINALE-14 anni. Giorgio riuscì anche a sorridere in qualche caso. Io seguivo quei filmati con l’angoscia di chi, in punto di morte, vede scorrere all’indietro il nastro della propria vita.

E poi, ancora, LA FIDANZATINA-16 anni, GLI AMICI DEL BAR-19 anni, L’INCIDENTE-23 anni (quando finii all’ospedale per un mese!) … E fu allora, soltanto allora, che mi accorsi (o forse accettai di accorgermi?) della scritta in fondo alla pagina: pagina 1 di 5 ►►► | successiva. Nel mio cuore più di un battito si perse al pensiero di quella indicazione. Mi girai verso Giorgio e riconobbi sul suo viso lo stesso smarrimento e l’inquietudine che aveva preso possesso improvvisamente dei miei pensieri. Provai un brivido. La mano destra si fece d’un tratto riluttante a continuare. Poi venne la paura, quella vera: ebbe la meglio e spense ogni altra emozione.

Ad oggi, non sono mai tornato a quella pagina, né a quel sito. Neanche sul pc ho avuto il coraggio di rimettere le mani. Non ho più parlato di quel giorno con Giorgio e dopo un po' abbiamo anche smesso di frequentarci. Ho lasciato il lavoro, venduto la casa e con il ricavato ho preso una casetta in montagna. Trascorro le mie giornate lavorando un piccolo pezzo di terra. A volte scendo in paese per comprare qualcosa e scambiare opinioni e ricette con Marisa, che ha una pasticceria: mi piace il suo sorriso e credo di non dispiacerle neppure io. Ma per lo più mi capita di stare ore, seduto nel portico di legno, a leggere un libro o a guardare la valle che si apre di fronte casa. La mia vita è cambiata. Davvero.

Commenti

  1. ...oggi quella pagina web si chiama facebook e non esisite nessuna montagna su cui andare a nascondersi....

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  2. Personalmente sono convinto che Facebook sia una gran furbata per accedere in modo legale alle rubriche degli utenti (email, telefoni, cellulari, ecc.) e non solo... Detto questo, non c'è nessuna pagina 5 (o ultima che sia) in grado di svelare il tuo destino.

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  3. Io ho un website, ed un forum, e da un mese circa anche un blog.
    Ho scritto in tanti forum che non mi ricordo più quanti.
    Ho provato anche Facebook ma sono resistita un mese forse.
    Il destino solo UNO lo sa...
    Ciao "Raggio di sole" (trovala nel mio blog, te la dedico) ;-)

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  4. Cara Sab,
    Raggio di Sole è bellissimo. E detto con il tuo sorriso ancora di più! Ora vengo a frugare: non siam mai detto che mi faccio scappare una caccia al tesoro! E dedicata, per di più...!
    Un bacio!

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  5. Chi cerca trova....
    Ops... scusa è "Raggio di luce" :-D ma mi piace anche raggio di sole e visto che tu hai chiesto un raggio...
    Ah c'è posta per te e non dalla De Filippi.
    Bacio.

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  6. la fine è molto bella.
    Per le password, mi sono venuti in mente i tuoi cani. Non il cretino, gli altri due.

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