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88 Arenula e tutto cominciava...

E SONO 37! Trentasette anni di ufficio stampa nello stesso ministero. Un lasso di tempo niente male, considerando il ministero in questione... Nel 2010 un collega del giornale radio Rai, che per lavoro aveva contatti da anni con molti uffici stampa ministeriali, mi disse che, molto probabilmente, il mio collega Giovanni e io eravamo gli addetti stampa più anziani di tutta la pubblica amministrazione centrale. Beh, se aveva ragione, credo che oggi quel 'forse' se lo siano portato via i 15 anni passati da allora. Ricordassi il nome del collega giornalista, lo chiamerei per curiosità... Il mio collega Giovanni, entrato due mesi prima di me, da qualche anno non è più all'ufficio stampa. Sicché potrei essere rimasto il più anziano (in termini di servizio, ovviamente) addetto stampa di tutta la Pubblica Amministrazione centrale. Il che mi lascia un po' come Pantani quando decideva di alzarsi sui pedali e... ci vediamo al traguardo! Peccato che non ci sia più il mio adorato...

Mafia e tangentopoli: il sospetto non è uguale per tutti

Nella vita ci sono tante cose di fronte alle quali capita di chiedersi: perchè? Questa è una di quelle. Mi piacerebbe tanto capire perchè se forze dell'ordine e magistratura realizzano un'operazione come quella di ieri contro la mafia, denominata Perseo - che ha portato in carcere novantaquattro (dico 94!) tra capi, reggenti e gregari di cosa nostra, con una lunga indagine che si è avvalsa di intercettazioni telefoniche oltre che di accertamenti fatti di testimonianze e documenti - allora è tutto un profluvio di dichiarazioni di soddisfazione (la mafia sta morendo, siamo sulla strada giusta, grazie a magistrati e forze dell'ordine per il loro costante impegno nella lotta alla criminalità organizzata, e via di questo passo) da parte di tutto l'arco parlamentare, di ministri del governo e di esponenti della cultura.

Quando invece analoghe eclatanti operazioni di forze dell'ordine e magistratura, oltre a portare in carcere decine di delinquenti di turno, coinvolgono anche il politico di turno intercettato/nominato/indicato, di sinistra o di destra che sia - vedi quella odierna a Napoli e in Campania o l'altrettanto odierna chiusa inchiesta Why Not del vituperato De Magistris o quella di ieri che ha messo sotto accusa gli appalti per il petrolio - allora la stessa (automatica) corsa a dichiararsi soddisfatto e a plaudere per l'operazione svolta si trasforma (automaticamente) nella strenua difesa del politico di turno (sono pronto a mettere la mano sul fuoco su di lui, conosco l'uomo e so che comportamenti di quel tipo gli sono alieni, e così via) o nel gioco del sospetto-complotto (strana la tempistica, la magistratura vuole contrattare le riforme della giustizia, i magistrati vogliono ricattare la politica, c'è una regia dietro queste inchieste, eccetera eccetera).

Non trovate che sia strano questo automatismo che a volte sfocia nell'ipergiustizialismo e altre nell'ipergarantismo? Il presunto delinquente ha gli stessi diritti e doveri di fronte alla legge, sia che si tratti di presunto picciotto che di presunto politico corrotto, sia che si tratti di picciotto innocente che di politico innocente. O no?

E poi: perchè quando il Capitano Ultimo cattura finalmente Riina nel 1993 è un eroe nazionale, mentre quando lavora a braccetto con il pm di Potenza Woodcock per fare luce su tangentopoli che incastrano imprese e politici diventa improvvisamente uno che prende fischi per fiaschi se non, addirittura, uno che farnetica?

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