Passa ai contenuti principali

In primo piano

88 Arenula e tutto cominciava...

E SONO 37! Trentasette anni di ufficio stampa nello stesso ministero. Un lasso di tempo niente male, considerando il ministero in questione... Nel 2010 un collega del giornale radio Rai, che per lavoro aveva contatti da anni con molti uffici stampa ministeriali, mi disse che, molto probabilmente, il mio collega Giovanni e io eravamo gli addetti stampa più anziani di tutta la pubblica amministrazione centrale. Beh, se aveva ragione, credo che oggi quel 'forse' se lo siano portato via i 15 anni passati da allora. Ricordassi il nome del collega giornalista, lo chiamerei per curiosità... Il mio collega Giovanni, entrato due mesi prima di me, da qualche anno non è più all'ufficio stampa. Sicché potrei essere rimasto il più anziano (in termini di servizio, ovviamente) addetto stampa di tutta la Pubblica Amministrazione centrale. Il che mi lascia un po' come Pantani quando decideva di alzarsi sui pedali e... ci vediamo al traguardo! Peccato che non ci sia più il mio adorato...

Sulle carceri (e il Popolo) nè Barabba nè Ponzio Pilato

FORSE BARABBA sarebbe stato dello stesso avviso, come sostiene il prof. Giostra - ordinario di procedura penale alla Sapienza, in passato consulente ministeriale e coordinatore del comitato scientifico degli Stati generali sull’esecuzione penale - concludendo il suo articolo pubblicato oggi dal quotidiano Il Dubbio. O forse no. Chi può saperlo?

Di certo questo continuo elevarsi e guardare con sospetto e diffidenza ai sentimenti del Popolo [appositamente con la maiuscola], considerato come una massa che resta sempre almeno due gradini al di sotto (anche come qualità di valutazioni), sempre agli ordini della pancia e sempre incapace di comprendere la grandezza insita nella norma giuridica, non ci ha reso una società più serena nè più sicura nè giuridicamente perfetta. Sono quarant'anni, d'altronde, che esiste una sola chiave di lettura politica del sistema penitenziario, fra amnistie, indulti, svuotacarceri veri o presunti. Eppure la situazione nel suo sostrato rimane sempre più o meno la stessa.

Sono anni che viene sbandierata a destra e a manca la necessità di dare sostanza al principio fondamentale e costituzionale della CERTEZZA DELLA PENA. Salvo poi dimenticarlo una volta terminata la campagna elettorale. D'altra parte, non si può svilire o sottovalutare il precetto costituzionale del RECUPERO DEL CONDANNATO, nè tanto meno dimenticare che tale recupero sia la chiave per disinnescare il gravoso fenomeno della recidiva. Ma affrontare nella sua complessità il problema carceri non può voler dire aderire alternativamente ai principi costituzionali che fanno comodo. Semplicemente perchè quelli costituzionali sono principi fondamentali del nostro ordinamento.

Ma, in ogni caso, non possono continuare ad essere ignorate costantemente le istanze, le preoccupazioni e il senso di forte insicurezza che provengono dalla società. Da quel Popolo troppe volte dimenticato in nome dell'ignavia e della lontananza della politica. E troppe volte snobbato dai Ponzio Pilato di turno.

Commenti

Post più popolari