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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Europa: un Nobel alla falsità

L'Europa dell'Euro, delle banche più vecchie del mondo, degli strapagati seggi al Parlamento di Strasburgo, degli Stati che non si fidano gli uni degli altri, degli Stati che decidono e impongono e degli Stati che piangono e subiscono...

L'Europa degli Imperi coloniali razzia-tutto, del Risiko politico fatto di tranelli e influenze, delle sanguinose crociate per esportare la fede religiosa...

L'Europa sempre poco convinta sostenitrice di se stessa, della moneta unica non accettata da tutti, del libero mercato non accettato da tutti, della libera circolazione dei cittadini non accettata da tutti...

L'Europa che ha dato la scintilla alle due fiammelle che hanno incendiato il mondo e che in pochi anni hanno bruciato milioni di vite, che fino a pochi anni fa ha dichiarato guerra a se stessa e bombardato il suo stesso cuore...

L'Europa dove qualcuno guida a destra e qualcun altro a sinistra, dove qualcuno misura con i metri e altri con i piedi, dove c'è bisogno di mettere sempre un numero (l'Europa dei Dodici, del Quindici, dei Venti, dei Ventisette...) quando si parla delle sue istituzioni per far capire che in realtà non si tratta di tutta l'Europa...

Questa Europa è degna e meritevole del Premio Nobel per la Pace 2012, riconoscimento assegnato oggi in uno di quei Paesi che, ironia della sorte, ha visto per ben due volte levarsi alto il no dei suoi cittadini al Referendum sull'adesione alle Comunità europee (1972 e 1994).

Un Premio perchè "l'Unione e i suoi membri per oltre sei decenni hanno contribuito al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa", come si legge nel testo di assegnazione del premio Nobel per la pace all'Ue. "L'Ue sta affrontando una difficile crisi economica e forti tensioni sociali. Il Comitato per il Nobel vuole concentrarsi su quello che considera il più importante risultato dell'Ue: l'impegno coronato da successo per la pace, la riconciliazione e per la democrazia e i diritti umani. Il ruolo di stabilità giocato dall'Unione ha aiutato a trasformare la gran parte d'Europa da un continente di guerra a un continente di pace. Il lavoro dell'Ue rappresenta la 'fraternità tra le Nazioni' e costituisce una forma di 'congressi di pace' ai quali si riferiva Alfred Nobel nel 1895 come criterio per il premio Nobel per la pace".

Commenti

  1. ormai i nobel sono come le sorprese delle patatine...non valgono più nulla. Forse è proprio il NULLA che è stato premiato questa volta.

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  2. Per l'Europa oggi (ma già da quando è stato introdotto l'€), vale la storica affermazione, affibiata all'Italia nell'800, di "espressione geografica". L'€ ha abolito il concetto di "Stato" e quello di "misura dei valori", proprio della moneta.

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