E SONO 37! Trentasette anni di ufficio stampa nello stesso ministero. Un lasso di tempo niente male, considerando il ministero in questione... Nel 2010 un collega del giornale radio Rai, che per lavoro aveva contatti da anni con molti uffici stampa ministeriali, mi disse che, molto probabilmente, il mio collega Giovanni e io eravamo gli addetti stampa più anziani di tutta la pubblica amministrazione centrale. Beh, se aveva ragione, credo che oggi quel 'forse' se lo siano portato via i 15 anni passati da allora. Ricordassi il nome del collega giornalista, lo chiamerei per curiosità... Il mio collega Giovanni, entrato due mesi prima di me, da qualche anno non è più all'ufficio stampa. Sicché potrei essere rimasto il più anziano (in termini di servizio, ovviamente) addetto stampa di tutta la Pubblica Amministrazione centrale. Il che mi lascia un po' come Pantani quando decideva di alzarsi sui pedali e... ci vediamo al traguardo! Peccato che non ci sia più il mio adorato...
A poche decine di metri dal mistero c'è una rivendita di materiali per l'edilizia. Il proprietario, un uomo di mezza età, gentile e dallo sguardo disincantato, ci suggerisce di salire su un pallet di mattoni accatastato al confine fra la sua azienda e il campo agricolo per poter godere di una posizione privilegiata. In effetti, anche soltanto rialzati di circa un metro e mezzo, il panorama restiuisce una vista decisamente migliore rispetto a quella della strada.
Ci racconta che il via vai è pressoché continuo da quattro giorni, da quando cioè si sono rincorse le prime voci, sul web e nella zona. Da allora giornalisti, cine-fotoperatori, qualche scienziato e soprattutto un esercito di curiosi hanno raggiunto questo verde campo di grano a Tragliatella, frazione del comune di Fiumicino a due passi da Roma (nonché, per inciso, a 6-7 chilometri da casa mia), dove la mattina dell'8 maggio scorso il mare di spighe si è mostrato in modo del tutto anomalo.
Diciamo subito che la definizione di 'cerchi nel grano' mal si attaglia a quanto qui è possibile vedere: non c'è alcuna somiglianza infatti fra le perfette e simmetriche forme che da anni ci vengono proposte in diversi programmi televisivi (e continuiamo a contemplare con stupore) e i 'disegni' senza forma alcuna e senza intellegibilità che abbiamo ammirato qui.
Queste sembrano vere e proprie pennellate, più o meno larghe, più o meno profonde, che si sono posate fra i milioni di spighe, piegandole e creando depressioni e pareti di grano a volte strette a volte amplissime.
Secondo il nostro ospite, non si tratterebbe altro che di incisive manifestazioni ventose, di piccoli ma forti mulinelli d'aria che nella notte fra il 7 e l'8 maggio scorso avrebbero piegato le spighe qua e là. Spiegazione di per sè più che plausibile, ma che, a mio modestissimo parere, presta il fianco ad un piccolo ma curioso particolare: e cioè che le spighe sono piegate in un'unica direzione, sempre la stessa, dovunque si giri per il campo.
Curioso, no? Una grossa folata di vento, molto molto forte potrebbe certamente piegare le spighe, che, tuttavia, se non ben pigiate alla base tornerebbero probabilmente a rialzarsi. Un vortice o un mulinello non provocherebbe quell'effetto, ma schiaccerebbe gli esili steli un po' in tutte le direzioni proprio a causa del suo moto casuale. Invece qui le spighe erano adagiate tutte dalla stessa parte, indipendentemente dal trovarsi in un'area bella ampia che in stretti sentieri.
Ci hanno raccontato di un operatore di una web tv che ha fatto qualche ripresa da un elicottero: anche guardando dal cielo non si scorge alcuna simmetria né disegno geometrico che rimandi ad alcuna forma o simbolo conosciuto.
Il custode del deposito edilizio esclude di aver visto luci o rumori nella notte. Ricorda di aver notato soltanto due auto fermarsi in una piazzola della strada che costeggia il campo: una sarebbe ripartita dopo poco, mentre l'altra sarebbe rimasta parcheggiata lì per un bel po'.
Cos'altro potrebbe dirvi di più il vostro inviato? Nulla, se non accennare alla bella sensazione di rilassatezza che saliva da quel mare verde, da quel confuso e continuo ondeggiare delle spighe ancora in piedi, da quell'inchino misterioso portato da quelle che ormai rimanevano adagiate a pochi centimetri da terra.
Commenti
Posta un commento