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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Alfanate...

Alfano, ricordi quando, da guardasigilli, dicevi che la riforma della giustizia era una "priorità"? Quando parlavi di un "nesso inscindibile tra la competitività del sistema Paese e la funzionalità e l'efficienza della giustizia civile"? E quando sostenevi la necessità di adeguare la normativa sulla corruzione "agli standard internazionali, in funzione del mantenimento della credibilità del Paese"?

Lo chiedo perchè pochi giorni fa leggevo sulle agenzie di stampa alcune tue dichiarazioni secondo le quali non avresti partecipato al vertice fra Monti e i leader che sostengono il suo governo perchè "Mi pare di capire che si voglia parlare di Rai e giustizia. Ci eravamo sbagliati a credere che i problemi degli italiani riguardassero l'economia. Se li mi devo incontrare per soddisfare la sete di poltrone Rai o per far restare unito Bersani e Vendola e Di Pietro parlando di giustizia mi pare che sarebbe il teatrino della politica. A questo mi sottraggo". E poi ancora: "C'è un governo votato dal parlamento chiamato ad occuparsi della vera emergenza, che è l'economia. E Casini e Bersani di cosa vogliono parlare? Di Rai e giustizia". Mentre io ricordavo che quando facevi il ministro non parlavi della giustizia come di un tema da "teatrino della politica" e anzi la consideravi un'emergenza che, se adeguatamente affrontata, poteva addirittura contribuire a risollevare l'economia del Paese.

Così ho fatto una ricerca, per vedere chi di noi due avesse la memoria più corta. Un lavoraccio, certo, con chissà quante citazioni dimenticate: ma credo ne sia valsa la pena... Buona lettura!

22 maggio 2008 - "I cittadini devono avere certezza dei tempi di risposta della giustizia e hanno il diritto di meritare una giustizia civile piu' efficiente. Noi - ha sottolineato - pensiamo che vi sia un nesso assoluto tra la competitivita' del sistema Italia e l'efficienza della giustizia civile''.

4 giugno 2008 - "La priorita', ha concluso Alfano, e' proprio la giustizia civile "ed il suo nesso con la competitivita' del Paese. Porteremo un tocco di managerialita' in piu'".

19 giugno 2008 - Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, partecipa oggi alla conferenza stampa convocata dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, per presentare i contenuti della manovra economica varata ieri dal Governo. In particolare, il guardasigilli illustrerà le misure messe a punto che serviranno ad accelerare lo svolgimento dei processi civili e a contribuire allo smaltimento dei quasi 5 milioni di procedimenti pendenti del settore. Una mole di arretrato che è alla base del senso di incertezza nel diritto dei cittadini e che causa, spesso, la mancanza di investimenti stranieri in Italia.

22 luglio 2008 - Alfano ha ricordato l'intenzione di ''riformare la giustizia civile e intendiamo farlo con grande efficacia perche' riteniamo che vi sia un nesso inscindibile tra la competitivita' del sistema Paese e la funzionalita' e l'efficienza della giustizia civile. Pensiamo di riformare il processo penale perche' riteniamo che esso abbia tempi irragionevoli e che il conto lo paghi il cittadino. Come porremo al centro la questione delle carceri che in questo Paese si sta facendo urgente. Pensiamo di poter assicurare al sistema giustizia anche misure di efficienza quotidiana''. Politicamente, ha aggiunto il ministro ''oggi, alle condizioni date, nel tempo politico che stiamo vivendo, la linea di confine tra conservatori e riformatori, tra coloro i quali vogliono conservare lo status quo e coloro i quali vogliono cambiarlo e migliorarlo e' la giustizia".

24 luglio 2008 - Forte accelerazione sul fronte della giustizia civile. Con l’approvazione, oggi alla Camera, della manovra, si dà il via anche alla razionalizzazione e alla velocizzazione del processo civile che rientra a pieno titolo fra le priorità del Governo. (...) “Siamo certi che il mondo economico apprezzerà la riforma – conclude Alfano – in quanto, com’è noto, la lentezza del processo civile determina gravi conseguenze sulla stessa competitività, anche internazionale, delle imprese italiane, diventando una variabile incontrollata nella gestione dei costi d’impresa”.

26 agosto 2008 - "Cosi' com'e' a noi la giustizia non piace: la vogliamo cambiare e lo faremo dialogando". Arriva dal meeting di Comunione e Liberazione di Rimini l'aut aut del Guardasigilli Angelino Alfano sulla riforma della giustizia. Il ministro apre alla collaborazione con l'opposizione ma, dice, alle parole dovranno seguire decisioni. "Decidere senza dialogare somiglia troppo a una dichiarazione di guerra unilaterale", ma "parlare, senza decidere, e' l'esatto contrario di una cultura di governo che vuole dare risposte al nostro paese". Il governo e' gia' al lavoro per affrontare la ripresa dell'attivita' parlamentare. La riforma "si fara'" a tutti i costi, "e' fra le priorita' dell'attivita' politica". Rappresenta una "sfida, un banco di prova tra chi vuole cambiare e chi vuole conservare".

2 settembre 2008 - La durata dei processi "e' l'elemento centrale della nostra riforma". Lo dice il ministro della Giustizia Angelino Alfano, intervenendo a margine di un seminario organizzato dall'Udc. Alfano sottolinea che la lunghezza eccessiva dei processi "penalizza i cittadini e le imprese", infatti "il nostro paese e' giudicato debole perche' la giustizia civile non funziona".

25 settembre 2008 - Il ministro ha spiegato che la decisione di inserire la riforma nel ddl sulla competitivita' dipende dal fatto che ''c'e' un nesso inscindibile tra funzionamento della giustizia civile e competitivita' del sistema paese''. ''In ogni caso - ha sottolineato - il Parlamento non e' stato per niente espropriato, perche' ha avuto tempo e modo di esaminare la riforma. Se ora l'opposizione decidera' di dare un voto negativo, non sara' un torto fatto al governo ma un torto alla giustizia e ai cittadini che aspettano questa importante riforma''.

11 novembre 2008 - ''Vi e' un nesso, un rapporto causa-effetto tra la competitivita' del sistema-paese l'efficienza della giustizia civile''. Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano intervenendo alla Conferenza annuale dei commercialisti. ''Chi ha interesse a investire nel Paese - ha detto - se poi deve mettere in conto le incertezze giuridiche?''.

25 novembre 2008 - Il collegamento tra funzionamento della giustizia civile e competitivita', ha ribadito Alfano, e' stretto: "Quale appeal puo' avere per l'imprenditore estero il nostro Paese -si e' chiesto il ministro- se la giustizia civile e' cosi' ritardata? Cinque milioni di procedimenti civili pendenti, dieci anni di attesa, 40 mesi per un decreto ingiuntivo. Una giustizia cosi' ritardata -ha concluso Alfano- e' sostanzialmente una giustizia negata. E questo si ripercuote anche sul mondo dell'impresa".

11 dicembre 2008 - "Rispetto a inizio legislatura - quando c'era chi pensava che la riforma della giustizia fosse un vezzo, quasi un capriccio - oggi c'è la consapevolezza da più parti che è giunto il momento di intervenire".

30 gennaio 2009 - Ciononostante, abbiamo ritenuto di cominciare la nostra agenda giustizia dal processo civile in quanto esso è lo scrigno che custodisce e protegge tanto i diritti della persona, quanto le libertà economiche, quei diritti e quelle libertà così ben garantite dalla prima parte della nostra Costituzione ed il cui effettivo dispiegarsi spesso trova la necessità di un intervento giurisdizionale. D’altra parte la giustizia civile medesima è uno degli elementi del ranking, dell’affidabilità internazionale, dell’attrattività internazionale degli investimenti per un Paese. Per tali ragioni il Governo ha varato un importante progetto di riforma della giustizia civile con l’obiettivo di accelerare i processi e semplificare i riti. La riforma è già stata approvata dalla Camera ed è all’esame del Senato.

11 marzo 2009 - ''Questa - ha aggiunto Alfano - e' una risposta concreta anche al sistema delle imprese, perche' riteniamo che non possa esistere un paese competitivo senza un sistema efficiente della giustizia civile''.

12 marzo 2009 - "Questo mettera' nelle condizioni di accelerare molto i tempi dei giudizi in ambito civile, quello che e' stato un freno per la nostra economia confidiamo davvero che possa non esserlo piu'".

27 marzo 2009 - In un breve messaggio di saluto inviato al presidente dell'Associazione Avvocati d'Impresa Rosario Manzo, il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha sottolineato che "l'inefficienza del sistema giustizia genera costi che non è più possibile tollerare nell'attuale congiuntura economica".

27 maggio 2009 - ''La riforma del processo civile smentisce clamorosamente chi diceva che all'inizio della legislatura avremmo cambiato i processi penali in una sostanziale lite con la magistratura''. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. oggi a Palermo. ''Noi abbiamo cominciato - ha aggiunto - da quella che ritenevamo la principale delle urgenze del nostro Paese e cioe' la lentezza dei processi civili''.

13 ottobre 2009 - La riforma, ha detto Alfano ai microfoni dell'emittente tv 'Europa news', "e' una priorita' per il Paese, tutto e' tranne che e' uno sfizio di questa maggioranza e del governo. Abbiamo presentato lo scorso anno, quindi non 30 anni fa, la memoria e' fresca, un programma che prevedeva la riforma della giustizia, che mette al centro i cittadini, accellerare i processi e renderli giusti.

29 gennaio 2010 - Riformare la giustizia è un dovere verso i cittadini-utenti, verso il sistema economico, ma anche verso i nostri figli cui dobbiamo garantire una giustizia equilibrata, efficiente e serena. Riformare la giustizia serve all’Italia intera e serve farlo adesso, senza indugi e senza tentennamenti. Il Governo non intende sottrarsi a questo dovere e a questa responsabilità.

23 marzo 2010 - "La riforma della Giustizia e' una priorita' del Paese perche' una giustizia che non funziona danneggia il Paese". Lo ha detto il Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, oggi a Venezia assieme al Ministro della P.a., Renato Brunetta, parlando della riforma della Giustizia.

29 marzo 2010 - "La lotta alla corruzione non si fa soltanto innalzando le pene, ma attraverso una visione globale che non può prescindere da un maggiore controllo sugli enti locali. Con questi intendimenti, è stato definito un disegno di legge organico e ben articolato che si basa sulla percezione che il disvalore sociale della corruzione è più grave rispetto alle sanzioni previste dal codice penale. È questo il quadro al cui interno vengono varate iniziative a medio e lungo termine che rispondono alla domanda di trasparenza e controllo proveniente dai cittadini e alla necessità di adeguare l’ordinamento giuridico agli standard internazionali, in funzione del mantenimento della credibilità del Paese".

15 aprile 2010 - Per il ministro questa [degli ordini professionali, ndr.] e' ''una riforma attesa da decenni e sono fiducioso che il lavoro iniziato oggi incentivera' la ripresa economica del Paese''. Alfano ha infine ricordato che i professionisti aderenti agli Ordini sono oltre 2 milioni, il 3,3% della popolazione, e che producono il 12,5% del Pil.

17 aprile 2010 - "Noi confidiamo che se il quadro d'insieme della coalizione tiene - e siamo convinti che con la guida del presidente Berlusconi terra' - la riforma della giustizia sara' la vera piorita', unitamente all'attuazione del federalismo, di questi mille giorni di legislatura che restano".

24 giugno 2010 - "In materia di giustizia vi è un fronte molto ampio a difesa dello status quo, la riforma della giustizia sarà una grande sfida tra chi vuole lasciare le cose così come stanno - e stanno messe male - e chi vuol cambiare. Nell'ambito del primo schieramento c'è anche la categoria di chi dice di volere cambiare e poi si oppone a qualsiasi ipotesi di innovazione. E' un modo per non apparire retroguardia culturale e invece esserlo sul piano reale".

7 luglio 2010 - "Abbiamo presentato un piano straordinario di smaltimento dell'arretrato civile, ricordando che oltre 5,6 milioni sono i procedimenti civili pendenti nel nostro Paese e che la vera emergenza e' l'accelerazione dei tempi del processo". Cosi' il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, spiega la sua presenza ai lavori della commissione Bilancio del Senato che sta esaminando la manovra economica e dove lo stesso ministro ha presentato un emendamento per accelerare i processi civili in modo da ottenere risparmi. "Se non si aggredisce l'arretrato civile - sottolinea il Guardasigilli - non si puo' ottenere l'effetto di accelerare i tempi dei processi. Questo arretrato pesa come uno zaino di piombo sulle spalle della giustizia. Il piano straordinario presentato rientra pienamente nella manovra perche' l'efficienza della giustizia civile e' un pezzo importante della competitivita' del sistema Paese".

22 luglio 2010 - "La giustizia civile e' uno degli elementi che rendono competitiva l'Italia, e, dunque, se non funziona, l'Italia e' meno competitiva".

7 agosto 2010 - "Ci sono alcuni pilastri che sono imprescindibili: giustizia, fisco, federalismo e Sud mi sembrano quattro pilastri su cui un governo si regge".

29 gennaio 2011 - "Davvero non è mancato l'impegno del governo in materia di giustizia". (...) "Se ci si allontana dal piano della facile polemica mi pare davvero difficile mediare questo impegno se non fanno velo i sospetti, le reticenze e le resistenze all'innovazione ed il soverchiante ruolo dei media che, scelta la notizia che interessa, è in grado magicamente di far sparire dal contesto quella parte importante di impegno quotidiano nella complessa gestione della macchina giudiziaria che è stato e continuerà ad essere il mio prioritario impegno a servizio dell'istituzione che rappresento".

8 febbraio 2011 - "Accelerare sul processo civile significa aiutare la competitivita' del sistema Paese che ha tra i suoi freni proprio la lentezza della giustizia", ha continuato il Guardasigilli, "se pensiamo ai sei milioni di processi civili pendenti e che al centro di ogni processo vi sono almeno due parti, si capisce che lo sblocco di contenziosi di natura economica e patrimoniale potrebbe riguardare fino a 12 milioni di cittadini".

10 marzo 2011 - Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha accusato l'opposizione di "cinismo" per il rifiuto del dialogo in materia di riforma della giustizia. Intervenendo a un convegno del Pdl al Senato, Alfano ha parlato della categoria "del bene" e di quella "dell'utile: dialoghi perché pensi che si possa migliorare la giustizia in Italia o solo se ti serve per fare cadere il presidente del Consiglio?"

13 maggio 2011 - "Le riforme si fanno nell'interesse del Paese. Abbiamo il dovere di andare avanti: dopo la scuola toccherà alla giustizia, al fiscale e all'architettura dello Stato".

27 maggio 2011 - Alfano non vuole commentare le dichiarazioni di oggi di Berlusconi secondo le quali la riforma della giustizia e' una priorita' e lui non lascera' l'incarico fino a quando non verra' approvata, ma si limita ad affermare che la ''riforma costituzionale della giustizia e' sempre stata nel programma della maggioranza''.

9 giugno 2011 - ''Il presidente Berlusconi ha piu' volte sostenuto che l'inefficienza del processo civile ricade sull'efficienza del sistema Paese. Noi siamo l'unico governo che ha messo in atto una strategia organica, puntando a diminuire il numero delle cause che entrano, e accelerando le decisioni''. Lo ha detto il Guardasigilli Angelino Alfano, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, al termine del Cdm che ha approvato il decreto legislativo che semplifica i riti civili, riducendoli da 33 a 3.

In tempi più recenti, infine, i due ministri che si sono avvicendati sulla poltrona di guardasigilli dopo le tue dimissioni (Nitto Palma prima - tra l'altro, tuo collega di partito - e Paola Severino poi) hanno citato un dato "fornito nel 2011 dalla Banca d’Italia, secondo cui l’inefficienza della giustizia civile italiana può essere misurata in termini economici come pari all’1% del PIL". Non mi sembrano cifre da "teatrino della politica, no?

Commenti

  1. Gianluigi14/3/12 17:52

    sembra un dossier stile film sulle campagne primarie americane. che dire?

    SCRIPTA MANENT VERBA VOLANT!!!

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