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Trump people

A VOLTE RITORNANO. Sarebbe stato troppo facile e scontato come titolo. Ormai troppe cose e troppe persone ritornano e non più solo a volte. Il problema, semmai, è COME ritornano. L'era del secondo Trump, 47° presidente degli Stati Uniti d'America, inizia oggi. E prende il via con una vittoria schiacciante negli Stati chiave e nel voto popolare. Una vittoria che vede il partito Repubblicano impadronirsi delle istituzioni da cui dipendono il potere esecutivo e legislativo, con Trump alla Casa Bianca e Senato e Camera - a meno di clamorose sorprese nello spoglio degli ultimi voti - che sono a un passo dal tingersi del rosso del Republican Party.  A questo si aggiunga la maggioranza dei 9 giudici che compongono la Corte Suprema, la più alta corte della magistratura federale Usa, di cui tre nominati dal tycoon durante il precedente mandato, due da Bush figlio e uno da Bush padre, mentre sono solo tre quelli di nomina democratica (due da Obama e uno da Biden). In questo modo salta de

Tra parentesi...

Non sappiamo che farcene di quello che ci sta attorno. Di tutto questo verde, del calore del sole, delle ricchezze di cui è piena la terra, dei doni del mare, dell'aria che respiriamo, delle nostre stesse vite. Non abbiamo mai saputo godere di tutto questo, almeno non senza intervenire per rovinare tutto o quasi.

In poco più di un secolo abbiamo saputo far più danni di quanto l'usura del normale processo entropico abbia fatto al pianeta in tutte le ere che sono seguite a quella glaciale. E non c'entra la tecnologia: quella è un bene, la possiamo usare male ma dipende da noi.

Non abbiamo saputo vivere una vita all'altezza del luogo che ci ospita, sempre alle prese con guerre e odio, con le lotte per la sopraffazione e la logica del predominio, sempre a saziare gli appetiti del nostro egoismo. E quando non abbiamo trovato nella materia di che sfamare la nostra sconfinata avidità, abbiamo creato bramosie impalpabili verso le quali indirizzare la nostra deleteria e annoiata insanità. E a queste abbiamo sciaguratamente consacrato le nostre vite.

Abbiamo creato dio, decidendo di farci guidare dalla superstizione, rinunciando al fare in nome del credere, arrivando a plasmare le nostre e le altrui vite, perfino a uccidere per compiacere l'aria fritta... La mia aria fritta, che è migliore della tua, anzi è l'unica che c'è.

Siamo stati capaci di rovinare la vita di milioni, di miliardi di persone mettendo sul trono astrazioni appositamente create per questo: abbiamo inventato l'economia e abbiamo permesso che il sostentamento prima e il benessere poi passassero attraverso l'impalpabile possesso del virtuale e del superfluo piuttosto che nel pasto quotidiano, ricco e saporito quanto vogliamo, ma almeno assicurato a tutti. Abbiamo sostituito lo scambio di merci e cibo con lo scambio di cose virtuali, inconsistenti e senza un valore intrinseco: abbiamo indorato un concetto, lo abbiamo chiamato denaro e infine lo abbiamo adorato.

Arriverà il momento di pagare il conto. Certo non tutti sono stati così, non tutto è stato male; ma tutti siamo colpevoli. Chi più chi meno, abbiamo tutti partecipato a questa fiera, anche non guardando, anche accettando. Non invochiamo pietà.

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