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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Tra parentesi...

Non sappiamo che farcene di quello che ci sta attorno. Di tutto questo verde, del calore del sole, delle ricchezze di cui è piena la terra, dei doni del mare, dell'aria che respiriamo, delle nostre stesse vite. Non abbiamo mai saputo godere di tutto questo, almeno non senza intervenire per rovinare tutto o quasi.

In poco più di un secolo abbiamo saputo far più danni di quanto l'usura del normale processo entropico abbia fatto al pianeta in tutte le ere che sono seguite a quella glaciale. E non c'entra la tecnologia: quella è un bene, la possiamo usare male ma dipende da noi.

Non abbiamo saputo vivere una vita all'altezza del luogo che ci ospita, sempre alle prese con guerre e odio, con le lotte per la sopraffazione e la logica del predominio, sempre a saziare gli appetiti del nostro egoismo. E quando non abbiamo trovato nella materia di che sfamare la nostra sconfinata avidità, abbiamo creato bramosie impalpabili verso le quali indirizzare la nostra deleteria e annoiata insanità. E a queste abbiamo sciaguratamente consacrato le nostre vite.

Abbiamo creato dio, decidendo di farci guidare dalla superstizione, rinunciando al fare in nome del credere, arrivando a plasmare le nostre e le altrui vite, perfino a uccidere per compiacere l'aria fritta... La mia aria fritta, che è migliore della tua, anzi è l'unica che c'è.

Siamo stati capaci di rovinare la vita di milioni, di miliardi di persone mettendo sul trono astrazioni appositamente create per questo: abbiamo inventato l'economia e abbiamo permesso che il sostentamento prima e il benessere poi passassero attraverso l'impalpabile possesso del virtuale e del superfluo piuttosto che nel pasto quotidiano, ricco e saporito quanto vogliamo, ma almeno assicurato a tutti. Abbiamo sostituito lo scambio di merci e cibo con lo scambio di cose virtuali, inconsistenti e senza un valore intrinseco: abbiamo indorato un concetto, lo abbiamo chiamato denaro e infine lo abbiamo adorato.

Arriverà il momento di pagare il conto. Certo non tutti sono stati così, non tutto è stato male; ma tutti siamo colpevoli. Chi più chi meno, abbiamo tutti partecipato a questa fiera, anche non guardando, anche accettando. Non invochiamo pietà.

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