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88 Arenula e tutto cominciava...

E SONO 37! Trentasette anni di ufficio stampa nello stesso ministero. Un lasso di tempo niente male, considerando il ministero in questione... Nel 2010 un collega del giornale radio Rai, che per lavoro aveva contatti da anni con molti uffici stampa ministeriali, mi disse che, molto probabilmente, il mio collega Giovanni e io eravamo gli addetti stampa più anziani di tutta la pubblica amministrazione centrale. Beh, se aveva ragione, credo che oggi quel 'forse' se lo siano portato via i 15 anni passati da allora. Ricordassi il nome del collega giornalista, lo chiamerei per curiosità... Il mio collega Giovanni, entrato due mesi prima di me, da qualche anno non è più all'ufficio stampa. Sicché potrei essere rimasto il più anziano (in termini di servizio, ovviamente) addetto stampa di tutta la Pubblica Amministrazione centrale. Il che mi lascia un po' come Pantani quando decideva di alzarsi sui pedali e... ci vediamo al traguardo! Peccato che non ci sia più il mio adorato...

Tu spari : io muoio = io sparo : tu muori



War never changes. Si tratti di ragioni (pseudo)umanitarie, di interventi sotto l'egida delle Nazioni Unite, di detronizzare un despota sanguinario, di rispondere a un bombardamento con un bombardamento, di fare del puro o neo colonialismo a fini petroliferi od operazioni militari preventive per imporre il proprio ruolo di sceriffi del mondo... Qualsiasi siano le ragioni, la guerra guerra non cambia mai. C'è sempre qualcuno che spara e qualcun altro che muore. E che questo sia l'aspetto peggiore, il minimo comune multiplo a cui può essere sempplificato qualsiasi atto belligerante della storia umana, è un dato di fatto.

Così come, al contrario, é innegabile che si tratti anche dell'aspetto meno significativo quando quella storia viene raccontata, studiata e tramandata. Ecco forse il punto: war never changes, ma l'uomo sembra incapace di far suo il semplice ma terribile concetto per cui alla fine di una traiettoria o della corsa di un'arma stessa c'è un corpo che si squarcia, una vita che si interrompe improvvisamente, un padre che non giocherà più con i suoi figli, un figlio che non rivedrà mai più sua madre, un uomo che non abbraccerà più la sua donna.

L'uomo è stupido. E lo dimostra soprattutto quando pensa a se stesso come a qualcos'altro da sé, quando non si accorge che chi ha di fronte non è affatto diverso da lui. L'uomo è stupido perchè non sa distinguere una soluzione da un colpo di pistola.

I morti diventano una cifra approssimativa a corredo dei capitoli di storia scritta sui libri. E non ci riesce di capire che dietro ogni zero che compone quelle cifre arrotondate c'erano tante singole vite, tanti singoli miracoli. Miracoli della natura o di un dio, fate voi.

Quello che viene sempre ricordato delle guerre sono le loro ragioni, o meglio quelle che vengono raccontate come tali. Sono le conseguenze sull'assetto geopolitico di quella data zona del mondo. Sono i nomi di leader senza scrupoli che fregiano col loro marchio questa o quella conquista. Sono le industrie belliche, le banche del mondo, gli speculatori delle multinazionali delle fonti energetiche, gente (gente, sic!) alla quale non apparterrà mai alcuna crisi economica, perché sono essi stessi coloro che creano le crisi, essi stessi che le risolvono.

Forse tutto questo dovrebbe cambiare...

Forse l'uomo dovrebbe cambiare... Ma chi glielo può far capire?

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