Quando poggio le dita sulla tastiera e comincio la danza delle lettere la sensazione è ancora caldissima. Talmente calda che, invero, somiglia molto più ad un bruciore. Certo, non sarà un bruciore come quello che accompagnava poco fa i tuoi occhi increspati di lacrime, lasciandoli alla fine inariditi. Come il cuore di colui che avevi davanti e stentavi, incredula, a riconoscere.
No, certo non si tratta di un bruciore di quel genere. E' più qualcosa a metà strada tra quello che deve provare il naufrago, quando si rende conto che la sua nave è affondata e lui si trova per davvero su un'isola deserta, e la sensazione che deve aver vissuto il protagonista della storia raccontata nel meraviglioso film
Awakenings, quando realizza che la sua brevissima parentesi da persona normale sta per terminare e che dopo quella lo aspetta di nuovo l'oblio del Parkinson.
Ma d'altronde è anche giusto: dai libri ai film e alle fiabe che ci vengono raccontate fin dalla tenera età, da sempre ci insegnano che ai cattivi delle storie è giusto che capiti questo e altro.
E io chi sono per meritare qualcosa di diverso...?
Ma quegli occhi, quello sguardo... Quelli mi hanno fatto male. Un male cane, dentro. Perchè cattivo ero disposto a sentirmici da solo: l'avevo messo in conto, faceva ormai parte della storia stessa e del suo logico sviluppo. Ma quello che hanno fatto quegli occhi è andato oltre le peggiori previsioni: hanno scavato nel passato, lo hannno perfino messo in discussione. E con esso il futuro. Un po' come quando innaffi le piantine dell'orto pensando di portar loro finalmente un po'di refrigerio e invece non ti rendi conto che il getto dell'acqua sta erodendo la terra tutt'intorno, minando pericolosamente la loro stessa esistenza.
Mi perdo in questo mare di parole e non riesco a seguire neanche un filo logico. Non capisco quando sto ragionando di me e quando di te. Ma forse tutto questo pensare e scavare e ripiegarsi su se stessi, forse tutto ciò al re dei cattivi non deve neanche interessare. In fondo, il re è re e finchè è in vita decide di dire e fare a suo piacimento. E poichè è re, appunto, dei cattivi dice e fa senza remora alcuna.
Ma una cosa è certa: non si diventa re dei cattivi per caso e se in giro ci sono giustificazioni gratuite, queste vanno assegnate a tutti. A chi lo è e a chi lo è diventato.
"Non so più-ù-ù-ù il sapore che ha...".
non so cosa dire...ma ti comprendo.
RispondiEliminaUna cosa è certa...tu non appartieni all'impero di quel re....
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