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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Tre millimetri al giorno (*)

Al freddo pungente di un'alba come tante altre all'inizio della storia umana, un uomo in una qualsiasi parte del mondo si avvicina alle porte del villaggio. Sta scortando il suo carretto, sul quale ha caricato qualche pelle di animale e alcuni manufatti in legno e paglia che vuole scambiare con un po' di cibo e un paio di galline. Arranca tra fango e rocce per il ripido sentiero che si inerpica verso la collina. Non sa se riuscirà a portare indietro qualcosa, non sa se la sua donna e il suo bambino mangeranno questa sera. Ignora ciò che sta per riservargli quel giorno che nasce, i suoi pensieri si limitano a vaghi presagi: il futuro gli è oscuro.

A distanza di millenni, la storia si ripete. Cambiano gli scenari, gli sfondi, di certo cambiano i suoni e i colori che circondano la nostra vita. Cambiano i mezzi, gli strumenti, le possibilità. Magari non vendiamo più pelli - e, a ben vedere, non è vero neanche questo - ma a casa c'è sempre qualcuno che aspetta e per il quale impostiamo la nostra vita giorno dopo giorno. E del futuro anche noi ignoriamo le vie, anche noi possiamo avere solo vaghi sentori.

E' vero: l'uomo impara dall'esperienza e accresce le sue conoscenze a un ritmo via via sempre più veloce. L'equazione che sottende alla sua evoluzione cresce in misura esponenziale e la concentrazione degli eventi in tempi sempre più ravvicinati rende difficile, se non impossibile, ipotizzare cosa accadrà anche nel breve periodo.

Il futuro si avvicina a tappe sempre più ristrette, sembra quasi contrarsi verso il presente, verso noi. Ma attenzione: come insegna il grande Matheson, i millimetri - come i secondi - non sono l'unità di misura al di sotto della quale nulla è possibile. Sono una porta, un varco verso nuove scoperte e altri mondi. Colonne d'Ercole che si susseguono, fatte per essere di volta in volta oltrepassate.

Varchiamole e ammiriamo. Impariamo e poi andiamo avanti e superiamone altre. E poi altre ancora. All'improvviso mi sento piccolo e... infinito. Ma sono a bordo e ho fiducia!

(*) Il titolo di questo post è un omaggio a quello che considero il romanzo capolavoro dello scrittore americano Richard Matheson: appunto, “Tre millimetri al giorno”.

Commenti

  1. a questo post non potevo sottrarmi visto che hai citato uno dei miei racconti preferiti. Lo straordinario ricavato da un evento quasi insignificante: la semplice diminuzione dimensionale di appena 3 mm che prosegue tutti i giorni fino a conseguenze inimmaginabili. I 3 mm nel mondo attuale sono i telefonini, internet, i videogiochi che i nostri figli utilizzano al posto dei giochi delle generazioni precedenti. Tutti elementi microscopici quotidianamente ma che incidono cambiamenti epocali un pò alla volta con il loro utilizzo.Ciao

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  2. Ohhhh! Finalmente! Ce l'hai fatta a scrivere! Allora, quando decolla il visual experiment?
    Presto, spero!

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  3. Non ho avuto il piacere di leggere questo libro, né ahimé ne conosco l'autore....ma so cosa significa...La nostra società è in continua evoluzione, ma mi sto rendendo conto che evoluzione non sempre coincide con progresso. Io sono su questo mondo da 28 anni, la mia memoria storica è relativamente breve, ma comunque è abbastanza per comprendere che le nuove generazioni si discostano enormemente da quello che ero io a parità di età, e contemporaneamente ho visto cambiare radicalmente il volto della mia piccola realtà, Viareggio, e le ripercussioni delle evoluzioni che hanno avuto su tutto il mondo.
    Quando ero piccola io, ci divertivamo con poco, e io sono della generazione anni '80, personalmente adoravo e adoro tutt'ora disegnare, poi quando è nato mio fratello, giocavo con lui, e ci inventavamo i giochi...la fantasia era il nostro gioco migliore...oggi è diverso, e lo vedo oggi più tangibilmente con i figli dei miei amici, che hanno di tutto e anche di più, ci giocano un'ora, se va bene due, poi il gioco nuovo passa al dimenticatoio...e via con un nuovo oggetto da comprare...ma è l'intorno che è snaturato. Mi ricordo quando ero piccolissima, è un flash..io per la mano con la mia bisnonna in un negozio di biscotti..un negozio di biscotti...non esistono più...oggi al suo posto c'è un negozio che scambia le carte di gioco tipo magic e yu gi ho o come caspita si scrive...una volta c'erano le botteghe, da noi si chiamano così, non so se anche nel resto d'Italia..mi ricordo quando andavo con mia nonna a fare la spesa e c'erano sui banconi quei boccioni di vetro stracolmi di caramelle di zucchero, non so se le conosci, erano bottoncini colorati di diverse misure di zucchero, oppure c'erano quelle alla menta, ecc..ecc..oggi queste cose non esistono più, oggi siamo globalizzati...oggi, non esiste più la semplicità, si è perso tutto...per comunicare col collega, gli si manda l'email...per organizzare una cena fra amici, ci mandiamo sms..Rincorriamo l'ultimo modello di cellulare...non ci stacchiamo dal pc, passiamo ore e ore su internet...persino i viaggi li organizziamo su internet, e l'agente di viaggi è una figura che quasi non si conosce più...Salvo poi, rendersi conto che tutto questo automatismo oltre a far perder di vista il contatto umano, provoca disastri e tragedie che forse l'occhio umano avrebbe potuto evitare...Non ci resta che rassegnarci, e lasciare che il "progresso" ci investa, e si rimanga succubi delle nostre evoluzioni...

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  4. Al momento ho seri dubbi sul fatto che l'uomo impari dall'esperienza!
    Mi pare che siamo in piena involuzione caro Marcus...
    Ma quando il caos mi avrà lasciata, ci penserò!:)

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  5. amica mia, invece io ho la certezza che l'uomo rifiuti di imparare dall'esperienza....

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  6. Avevo dimenticato tutto questo...ma evidentemente lo avevo dimenticato solo in superficie, visto che è da un po' che proseguo
    tre millimetri al giorno...

    E' un argomento che riguarda tutti consapevolmente e non.

    Ma ora parlo per me...I miei 3 mm sono la paura. Il non coraggio di guardare avanti e girarmi piuttosto indietro.

    Ma so che capirai.


    P.S.
    Ti ho scritto, spero avrai ricevuto la mia mail.

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  7. "i millimetri - come i secondi - non sono l'unità di misura al di sotto della quale nulla è possibile. Sono una porta, un varco verso nuove scoperte e altri mondi."

    SPAZIO-TEMPO

    "Varchiamole e ammiriamo. Impariamo e poi andiamo avanti e superiamone altre. E poi altre ancora."

    All'improvviso mi sento GRANDE ED... INFINITA....

    I MIEI PENSIERI SI LIMITANO A PRECISI E CHIARI PRESAGI...

    .....
    IO NON SO MAI CHE MANGERO' STA SERA....ANCOR MENO QUELLO CHE MANGERANNO I MIEI FIGLI...SEMMAI NE AVRO'....

    IO NON IGNORO LE VIE...
    IN CAMBIO NE HO UNA FOTTUTA PAURA...

    L'UOMO IMPARA DALL'ESPERIENZA?
    SE NON E' RECITIVO...
    IL 90% E' DIABOLICO...TENDE A PERSEVERARE....SI MORDE LA CODA...E FORMA IL VORTICE...TROMBA (D'ARIA) DI NULLA...E SI PORTA PURE UN BEL PO' DI GENTE APPRESSO...

    MA CI SONO MOLTE, MOLTE, MOLTE VIE....

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  8. E' vero che questo nostro vivere di corsa, dovuto anche al progresso, ci porta spesso a sorvolare sui contatti umani e a considerare con maggiore superficialità il mondo attorno. Così come può spingere a rifiutare la conoscenza che nasce dall'esperienza, o a rifugiarsi nel passato per sfuggire al futuro.

    Però guardare avanti (che è poi il messaggio del romanzo di Matheson) non necessariamente deve portare come conseguenza lo svilimento e l'impoverimento dell'uomo stesso. Avanti può esserci tutto un mondo da scoprire, con regole e principi magari a noi ignoti, ma che vale la pena di andare a conoscere. Avanti possono esserci punti di vista che possiamo non considerare al momento, nuovi criteri di valutazione del mondo e delle persone intorno a noi.

    Nel romanzo, il protagonista, a causa di un incidente, viene contaminato da radiazioni che lo rimpiccioliscono ogni giorno di 3 millimetri. Consapevole di questa nuova e irreversibile condizione, l'uomo fatica a mantenere i ruoli che fino a quel momento era abituato a sostenere. Quando poi, a causa delle dimensioni, anche la famiglia lo abbandona al suo destino, comincia a vivere una serie di peripezie e di avventure (indimenticabile quella con la nana del circo) che lo porteranno alla fine a rinchiudersi nella sua cantina. E lì la paura continua a tormentarlo: l'ordinario (oggetti e animali) costituiscono, ora che le sue dimensioni sono piccolissime, il nuovo orrore con cui fare i conti ogni giorno, ogni momento. Fino alla lotta all'ultimo sangue con un ragno: questa vittoria dona a lui la forza per continuare ad andare avanti. Il terrore di cosa potrà accadere una volta arrivato alla dimensione zero lo accompagna negli ultimissimi giorni e ore di vita. Fino al fatidico momento: a quel punto tutto si dispiega, l'intero mondo dell'infinitamente piccolo si apre a lui, un nuovo universo, con mondi tanto insospettabili quanto sconfinati lo attende. E il suo cammino prosegue verso nuove scoperte mai raggiunte prima, tutte ancora da conoscere e capire.

    Questo deve spingerci ad andare avanti: la paura del futuro e dell'ignoto può trasformarsi in una grandissima opportunità. Sta a noi non farsela scappare.

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  9. Oggi i miei 3 millimetri mi sembrano 1....
    Brutta sensazione...

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  10. Mi spiace, dark... E' brutto quando un'ombra si para davanti al nostro sole. E il fatto di sapere con tutto noi stessi che prima o poi la luce tornerà a splendere non ci rassicura sempre. Ma qualcuno ha risorse interiori più di altri per aiutarsi. Tu, per esempio.

    Un abbraccio, amica mia! A fra poco, da te.

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  11. A volte tre millimetri di distanza(dalle situazioni, persone, sentimenti, calamità, animali...la lista può proseguire all'infinito) rappresentano una salvezza altre volte una catastrofe e una vera e propria tragedia!
    Ciao Marcus, tu tutto bene?
    Un caro abbraccio!

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