Responsabilità civile in salsa leghista

Sostengono i leghisti, in coro unanime, che un magistrato che decide della sorte (penale) o del patrimonio (civile) di una persona - quando non di entrambi - proprio in virtù del suo status di funzionario dello Stato che esercita una sì grossa responsabilità in grado di incidere sulla vita delle persone, debba essere per ciò stesso chiamato a rispondere delle sue decisioni quando queste risultino poi frutto di un suo errore. Per la verità, anche i cittadini italiani, con il referendum abrogativo del 1987, dissero chiaramente che gli errori dei magistrati dovessero portare ad un risarcimento in sede civile: il Legislatore li accontentò l'anno successivo, prevedendo però che questo dovesse ricadere sullo Stato piuttosto che sul giudice, per non minare l'autonomia e l'indipendenza di questi.

La questione è tornata di moda di recente, esattamente dal 2 febbraio scorso, quando la Lega, per il tramite di un suo parlamentare, è riuscita ad infilare un emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati in mezzo al testo della cosiddetta 'legge comunitaria' e a farlo approvare in barba al parere contrario del governo e confidando nell'appoggio strumentale del Pdl, come sempre molto sensibile al tema da quando, nel 1994, è scattata la 'linea del Piave' in difesa del Capo. Ecco come il deputato Pini, in sede di dibattito parlamentare, esponeva le ragioni leghiste a sostegno dell'emendamento in questione:

Resoconto stenografico dell'Assemblea - Seduta n. 581 di giovedì 2 febbraio 2012

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, devo dire che trovo abbastanza imbarazzante ed offensivo per quest'Aula l'esercizio di «arrampicata» sugli specchi del Governo per giustificare il parere negativo reso sull'articolo aggiuntivo in esame, offendendo, penso e credo, l'intelligenza di tutti i deputati. Infatti la legge n. 11 del 2005, la «legge Stucchi», che regola in maniera molto puntuale gli obblighi che questo Paese ha nei confronti dell'adeguamento del proprio ordinamento interno rispetto a quello comunitario, prevede una serie di paletti e questo è un caso di scuola. Non vi può essere un provvedimento specifico fuori dalla legge comunitaria per recepire quella che è una sentenza definitiva. Io ricordo le scusanti molto poco credibili - poi dimostratesi tali - da parte di alcuni colleghi che, a proposito della precedente comunitaria, dicevano: «La sentenza non è definitiva, quindi non possiamo recepire una sentenza non definitiva, dobbiamo attendere che la Corte di giustizia si esprima». Ebbene, il 24 settembre 2011 la Corte, come era logico, perché era palese, si è espressa con una sentenza di condanna nei confronti di questo Stato, perché è inadempiente, perché è uno dei pochissimi Stati del mondo occidentale che non permette ad un cittadino che ha subito un'ingiustizia o un danno da parte della magistratura di ricorrere contro questi signori, che in maniera più o meno volontaria, gli hanno arrecato questo danno.
Quello che chiediamo è un esercizio di civiltà, non è una questione punitiva. Si può discutere in qualche modo - e mi auguravo che questo venisse dal Governo - sulla forma, sui contenuti e sulle modalità di recepimento, ma non sul fatto che debba essere recepita. E mi meraviglio che il Ministro delegato a trattare con l'Europa dica: «Rimandiamo», quando invece in sede di Commissione e anche negli incontri pubblici che fa, dice: «Noi dobbiamo assolutamente adeguarci a ciò che dice l'Europa». Voi avete fatto dell'Europa il vostro faro, massacrando anche il Nord con tanti provvedimenti che avete preso, e quando ce n'è da prendere uno che va finalmente a tutelare i diritti di tutti i cittadini, vi dimenticate che esiste l'Europa. Questa è ipocrisia.
Questa è pienamente ipocrisia! Non si può rimandare qualcosa che richiama diritti civili fondamentali di ogni singolo cittadino; per lo meno, non lo si può fare in un Paese civile. Decidete voi se questo è o non è un Paese civile.

Quello che davvero interessava alla Lega, quindi, era mettere in difficoltà il governo e far capire a Monti&co che il sostegno di Pd-Pdl non è proprio una fondamenta solida su cui contare. Oltre al fatto di continuare a difendere, agli occhi del proprio elettorato, un tema che li aveva visti sempre in prima linea per anni ed anni a sostegno del leader maximo del partito di coalizione.

Ma non voglio soffermarmi sugli aspetti tecnico-giuridici della questione. Mi interessa altro. E cioè: perchè, secondo l'allegro carrozzone leghista, un magistrato che sbaglia deve essere perseguibile e rispondere personalmente e patrimonialmente per i suoi errori, mentre se a fare errori che, analogamente e pesantemente, incidono sulla vita delle persone è un parlamentare o un esponente di governo questa stessa semplice regoletta non vale più? Leggete cosa è accaduto oggi, a proposito di errori, e qual è stata la candida replica del diretto interessato:

++ IMMIGRAZIONE:ITALIA CONDANNATA PER RESPINGIMENTI LIBIA ++
(ANSA) - STRASBURGO, 23 FEB - La Corte europea dei diritti
umani di Strasburgo ha condannato l'Italia per i respingimenti
verso la Libia. Nel cosiddetto caso Hirsi, che riguardava 24
persone nel 2009, non è stato in particolare rispettato
l'articolo 3 della Convenzione sui diritti umani, quello sui
trattamenti degradanti e la tortura. (ANSA).
Y5Y-RL
23-FEB-12 10:47

IMMIGRAZIONE:ITALIA CONDANNATA PER RESPINGIMENTI LIBIA (2)
(ANSA) - STRASBURGO, 23 FEB - La corte ha inoltre stabilito
che l'Italia ha violato il divieto alle espulsioni collettive,
oltre al diritto effettivo per le vittime di fare ricorso presso
i tribunali italiani.
L'Italia è stata condannata a versare un risarcimento di
15mila euro più le spese a 22 delle 24 vittime, in quanto due
ricorsi non sono stati giudicati ammissibili.
Come ha ricordato nei giorni scorsi il Consiglio Italiano per
i Rifugiati (Cir), Il 6 maggio 2009 a 35 miglia a sud di
Lampedusa, in acque internazionali, le autorita' italiane hanno
intercettato una nave con a bordo circa 200 persone di
nazionalita' somala ed eritrea (tra cui bambini e donne in stato
di gravidanza).
I migranti sono stati trasbordati su imbarcazioni italiane e
riaccompagnati a Tripoli contro la loro volonta', senza essere
prima identificati, ascoltati ne' preventivamente informati
sulla loro effettiva destinazione.
I migranti non hanno avuto alcuna possibilita' di presentare
richiesta di protezione internazionale in Italia. Di questi 200
migranti, 24 persone (11 somali e 13 eritrei) sono state
rintracciate e assistite in Libia dal Cir. E' stato lo stesso
Consiglio ad incaricare gli avvocati Anton Giulio Lana e
Andrea Saccucci dell'Unione forense per la tutela dei diritti
umani di presentare ricorso dinanzi alla Corte europea dei
diritti dell'uomo. (ANSA).
Y5Y-RL/RL
23-FEB-12 11:01

==IMMIGRATI: MARONI,CONDANNA ITALIA? MISURE GIUSTE, RIFAREI TUTTO =
(AGI) - Roma, 23 feb. - "Io sono assolutamente convinto che
tutto sia stato fatto nel rispetto delle norme europee. Quei
provvedimenti hanno salvato moltissime vite che sarebbero state
messe a rischio dai viaggi sui barconi. Sicuramente lo
rifarei". Cosi' l'ex ministro dell'Interno, Roberto Maroni,
commenta la sentenza della Corte di Strasburgo che ha
condannato l'Italia per i respingimenti verso la Libia. (AGI)
Rmg
231313 FEB 12


Non pensate che abbiano inciso profondamente sulla vita di queste (ed altre) persone? Non pensate che una loro chiamata in causa come funzionari dello Stato italiano sia "un esercizio di civiltà, non una questione punitiva"? Non vi sentite di sposare pienamente le parole dell'on. Pini e di gridare ad alta voce "Non si può rimandare qualcosa che richiama diritti civili fondamentali di ogni singolo cittadino; per lo meno, non lo si può fare in un Paese civile".

Avevamo dedicato un post su queste pagine alle assurdamente tronfie parole che sul tema dei respingimenti aveva proferito un altrettanto assurdo ministro Maroni nonchè all'immediato, duro monito del commissario ai diritti umani del Consiglio d'Europa e dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

I leghisti... li conosciamo bene. E ormai non ci stupiscono più.

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