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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Neve, fuoco e... lampadine: quando la tv è falsa e farsa!

Ieri sera (ma non solo ieri sera...) in televisione ci sono andati giù pesanti. E il contrasto è stato fortemente stridente. Da una parte, le immagini caratterizzanti di questo febbraio bisestile del 2012: un interminabile rotocalco di neve e ghiaccio, che tutto avvolgeva e molto soffocava; l'ormai familiare rumore dei badili e delle pale che raschiavano cercando si spostare parte di tutto quel bianco; i volti trafelati e sfiduciati di operatori e volontari; il lamento e le preoccupazioni dei più sfortunati; gli occhi colmi di gratitudine di chi aveva ricevuto soccorso o anche soltanto una visita. Era l'Italia sferzata dal maltempo, quella che riempie da giorni pagine e pagine di giornali e i due terzi dei tg. E che, con le sue immancabili polemiche, i racconti di atti più o meno eroici e di ritardi, di inefficienze e aggressioni di lupi, tiene lontani i pensieri e i discorsi di ben altro dramma, quello sì fosco e cupo, quello sì avvolgente e soffocante, come può esserlo l'ombra del disastro economico che incombe su un intero Paese. Per lo più ancora ignaro di ciò che lo attende.

E siamo al contrappunto delle altre immagini, ben diverse, ben lontane dal bianco che aveva riempito lo schermo fino a pochi istanti prima. In esse l'oscurità della notte era squarciata dalla violenza del fuoco, fiamme alte e vigorose si affacciavano dalle finestre di un palazzo, lanciando lingue di fuoco e fumo nero e denso. Ci veniva detto dal conduttore del tg che le immagini erano in diretta da Atene, che il palazzo in questione si trovava alle spalle del Parlamento dove, proprio in quel momento, era in corso il dibattito sulle ennesime misure di austerity da far inghiottire al popolo greco. Misure che sarebbero state votate in nottata... per non finire in bancarotta, per non finire male: fate voi... Ma alcuni si erano incazzati di brutto stavolta, peggio delle altre volte. Erano scesi in piazza decisi a far sentire la propria rabbia e avevano distrutto tutto quello che avevano trovato lungo la loro strada: negozi, banche, auto, fino ad arrivare a dare fuoco ad un palazzo intero.

Ci veniva raccontato dal conduttore del tg che gli incidenti, così come l'incendio, erano stati provocati dai famigerati black bloc. Non capivo e non capisco tuttora: come può lo speaker di un tg dare un giudizio così netto sulla paternità di atti il cui primo frammento di immagini trovava la luce di una diretta tv solo in quel momento. Mi ha ricordato molto ciò che avvenne quel fatidico pomeriggio (in Italia) dell'11 settembre 2001, quando, a tragedia ancora tristemente in atto, conduttori e commentatori di tg di un po' tutto il mondo ci facevano già sapere essere tutta colpa di al Qaeda...

Fatemi capire: se anche qui da noi, nonostante i ripetuti idranti di Napolitano, Monti e leader politici vari, si arrivasse ad una crisi-monstre come quella che sta abbattendosi sul capo del popolo greco, con un'economia reale impossibile da sostenere, salari e pensioni tagliati di brutto, lavoro inesistente e le pressioni di tutto il mondo dei poteri forti addosso... e a qualcuno (o a molti), in virtù di cotanta disperazione, saltassero quei sensori che normalmente regolano l'equilibrato senso civico del "cittadino esemplare", accetteremmo che se ne parlasse come della reazione dei soliti black bloc? E non ci sentiremmo due volte indignati per questo?? Oltre che umiliati, scherniti e cornuti, anche mazziati???

E infine... Cara Enel, che da settimane ci martelli con il tuo spot (innegabilmente bello, da un punto di vista strettamente comunicazionale, per il mix di musica e immagini - detto con grande invidia per i professionisti che l'hanno ideato, ndr), guarda che per scalfire e infrangere la lampadina dei tuoi sogni (attuali e futuri) di azienda grande e solida non servono nè i martelli nè le pietre di cui parla la tua pubblicità: bastano un po' di fiocchi di soffice e candida neve. Parlane tranquillamente (!) con gli abitanti del Basso Lazio...

Commenti

  1. e non manca per tutto il mese l'assillante ricordo di pagare il canone ...

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    1. Eh già, italiani popolo notoriamente di evasori... di canone Rai!

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  2. A Unomattina si sono degnati di citare un mio tweet su "luce traballante" a Manziana. E per far sgomberare la strada di mia madre a Cesano ho dovuto chiedere aiuto su una pagina di FB Cesano -emergenza neve. Con Alemanno che mi ha "accolta" lunedì al ritorno dalle vacanze, spalando neve dai bordi e ributtandola in mezzo alla strada. Italia, hai reso il mio rientro memorabile. In Messico ridevano dei miei bollettini quotidiani...E come siamo bravi a far vedere quanto siamo bravi...Io me ne voglio andare...
    Cetta

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    1. E siamo ancora allo scontento, cara Cetta. Pensa quando arriverà la rabbia vera... Pensa quando a qualcuno non verrà più voglia di dire 'io me ne voglio andare', ma 'ora basta davvero'... Prevedo casini.

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