Riflessi di dannazione

Ricordi di una vita che fu invadono la mente. Sento tutto di loro: odori, immagini, suoni che rievocano momenti importanti, bellissimi o anche di banale normalità. Le cose ordinarie, quel piattume di vita così disprezzato da tutti, eppure ora così prezioso.

Altri ricordi, altri volti. Tentati dalla dannazione. Quanti accettano di tingersi dei loro riflessi. Di quel bianco, giallo, rosso intenso, di quell'ambra invogliante, morbida, profumata. Quanti volti si perdono nella loro inebriante e dannata bellezza. Quante promesse da quelle tonalità. Quanti sogni di grandezza e quante fughe. Via. Via. Via, lontano anni luce. Senza affanni, senza ansie, senza coniugazione alcuna del verbo dovere. Senza dovere nulla. Niente di niente a nessuno.

Ma è un viaggio nel tempo e nello spazio che ha per metà il suo punto di partenza. Un viaggio che è momentanea astrazione da tutto e tutti. Prima di tutto da se stessi (il vero pericolo!). Un assenza che non prevede giustificazione da parte di alcuno, ma ti riporta esattamente sugli stessi banchi di scuola. Non che lì ad attenderti ci sia una speciale commissione che non vede l'ora di punirti. Semplicemente ritrovi la vita di sempre, gli affanni, le ansie, il verbo dovere ancora da coniugare.

E nel frattempo, intorno, solo macerie.



Ancora macerie, a cumuli sempre più alti. Macerie dove fai fatica a distinguere un segno del passato, un'effigie di dignità, un tratto di sanità. Macerie che si ammucchiano tutt'intorno, che ormai occludono lo sguardo, non solo orizzontalmente ai tuoi occhi ma anche verso l'alto. Macerie che sai che ti ricopriranno, che continueranno a moltiplicarsi ad ogni tuo viaggio. E che ogni volta che fuggirai saranno lì ad attenderti, sempre più alte, sempre più rovinose.

Eppure continui a partire e a fuggire. Vedi e fai finta di non vedere. Capisci e fai finta di non capire. Vorresti sprofondare, addirittura, e fai finta di volerlo. Potresti, perchè sei dio e un dio è onnipotente... Ma solo se vuole. E tu non vuoi. Non vuoi, perchè quando ti è stato spiegato che sei dio, hanno dimenticato di dirti che un dio ha pure dei doveri, che la sua onnipotenza e onniscenza dipendono da lui, non sono estranee a sé. E che hanno bisogno di essere alimentate continuamente: perchè questo ci rende dei. Invece tu non vuoi, perchè hai voluto credere che dio si diventi per investitura. Anzi, per autoinvestitura. E che poi si campi solo di gloria, onori e venerazione.

Non si è dio, così. Non si è nulla, così. E infatti stai per tornare ad esserlo.

Dov'è la grandezza dell'umiltà? Dov'è la meravigliosa potenza della dignità? Dov'è il rispetto? Io vedo solo volti deformi e distorti, ghigni beffardi di se stessi, tanta vita gettata via. Tristi esistenze mascherate da tinte ambrate, che ondeggiano, perse, oltre il vetro di un altro bicchiere.

Molte non torneranno più a galla... Prosit!

Commenti

  1. Intropezione profonda e critica direi quasi pessimistica... ma esplicata in maniera egregia... bravo!!!
    Ciao Marco grazie della visita e dei complimenti... buona serata... un abbraccio

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  2. Grazie e un abbraccio anche a te, Paola!
    A presto!

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  3. Amaro come il fiele...
    Disincantato.
    Incazzato
    Vero

    E totalmente vivo ancora...eccome!

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  4. " Quanti volti accettano di tingersi dei loro riflessi. Di quel bianco, giallo, rosso intenso, di quell'ambra invogliante, morbida, profumata. Quanti volti si perdono"

    .........

    " Eppure continui a partire e a fuggire. Vedi e fai finta di non vedere. Capisci e fai finta di non capire. "

    Già....
    me lo chiedo, spesso, anche io.

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  5. Per arrgianf, Nicole e Dark:
    Gli incubi a volte ritornano. Ciclicamente. E, come detto, fanno macerie. Grazie per esserci. Ad meliora!

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  6. marcus, anche tu hai le scarpe pesanti.

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  7. (sono muy decepcionada: la mia foto non si vede. E dio solo sa quanto c'ho messo a caricarla)

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  8. Per ro (o-o):
    Pesanti... Già. Chi altri?
    Per la foto, don't worry: attenderò!
    Un bacio!

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  9. infatti ne hai appena fatto uno nuovo sempre personale!

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