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La verità sulle tante verità
ESTRATTO DA UN ARTICOLO di Assia Neumann Dayan per il quotidiano La Stampa di oggi:
Sono morte cinquecento persone nell’ospedale Al-Ahli Arabi Baptist di Gaza. Sono morte cinquecento persone perché l’ospedale è stato bombardato. Sono morte cinquecento persone tra donne, bambini, uomini, anziani, medici. Sono morte cinquecento persone, sono morte, e altre ne moriranno.
Il ministero della salute palestinese, controllato da Hamas, dice che è stato un bombardamento israeliano. Israele dice che è stato il lancio fallimentare di un missile di Hamas a causare la strage. Vale la pena ricordare che bombardare un ospedale è un crimine internazionale.
Noi ancora non sappiamo chi abbia causato la morte di cinquecento persone, ma quello che sappiamo è che nemmeno i filmati, nemmeno le fotografie, nemmeno le prove documentate, nemmeno i testimoni faranno cambiare idea a chi dice che è stato Israele o a chi dice che è stato Hamas. Quindi: è ancora importante la verità? A cosa serve la verità se nessuno è disposto a crederci? (...) Si dirà che quella notizia non è vera perché non corrisponde alla nostra idea di vero, e non perché sia falsa.
Attenzione! Queste parole non sono soltanto vere, ma valgono per tantissimi altri contesti, situazioni, eventi. Vale per l'infinito conflitto fra palestinesi e israeliani, per la guerra fra Russia e Ucraina, per i fatti dell'11 settembre 2001 e per l'allunaggio dell'Apollo 11 del 1969. Vale per il virus e i vaccini anti-Covid, per i sostenitori della Terra piatta e pure per "er gol de Turone". Valeva al tempo di Gesù di Nazareth, in quello di Galileo e al giorno d'oggi.
Le chiamiamo fake news e le troviamo su una sponda e sull'altra, su un fronte e sull'altro: generate per interesse, ma anche per divertimento, per ignavia se non addirittura per mestiere e a scopi commerciali. Ma sempre di falsità si tratta! E per questo voglio ringraziare, per l'ennesima volta, l'altra faccia della medaglia dei social e del web!
Sono ormai da tempo convinto che chi non è disposto a mettere in discussione una propria convinzione, un proprio credo, un assioma propagandati come verità - anche storica! - concorre alla propalazione di falsità allo stesso modo di chi spaccia notizie e informazioni - di cui non capisce nulla - per sentito dire o per il gusto di criticare o di mettere in dubbio, per miseri interessi economici se non per qualche like in più.
E' tanto vera la frase dell'autore dell'articolo che voglio farne un manifesto di questo blog, uno striscione ultrà dei relativismi:
QUELLA
NOTIZIA NON È VERA
PERCHÈ NON CORRISPONDE ALLA NOSTRA IDEA DI VERO,
E NON PERCHÈ
SIA FALSA
Meditate gente, meditate...
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