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Punti di non ritorno
VORREI SCRIVERE DI TANTE COSE. O meglio, di tanti pensieri che si susseguono e tappezzano la mente di preoccupazioni. Sempre gli stessi, i pensieri; nuove e più pressanti, invece, le preoccupazioni.
Vorrei scrivere di come il calice amaro di ciò che è evidentemente destinato a finire - evidentemente - sia reso più dolce (anche se non c'è nulla di dolce in questo) dall'insostenibilità sempre più forte di tutto. Ed è a questo punto che sbiadiscono ricordi, immagini, suggestioni di film e canzoni: tutto si fa più trasparente e meno appuntito. Tutto improvvisamente ferisce meno e anche quando lo fa il sanguinamento è di volta in volta più breve e meno intenso. E' doloroso quando accade. Ma prenderne atto è salvifico.
Capita a tutti, credo. Arrivati a un certo punto dell'esistenza, abbiamo la consapevolezza di trovarci oltre. Oltre l'ultima possibilità di svolta. Sappiamo che il punto è stato superato, non importa se è alle spalle da poco o da tempo. Abbiamo soltanto la netta percezione che da dove ci troviamo non si torna più indietro.
D'altronde le cose cambiano nella vita. Cambiano per davvero: nella loro sostanza, nella loro praticità, negli inevitabili riflessi sulla realtà di tutti i giorni. Inutile soffermarsi al pensiero che il cambiamento sia soltanto nella nostra mente, seppur sia vero che il processo inizia lì. Cambiano! E trascinano con sè i contesti nel quale abbiamo vissuto, gli ambienti che abbiamo frequentato, le persone che ci hanno circondato, le case che abbiamo abitato, le strade che abbiamo percorso. E' una valanga che non può più essere fermata (e magari neanche si vuole). E che una volta che inizia a rotolare si fa sempre più larga e inghiotte tutto: amori, dolori, umori, amicizie.
Non ultima la salute. Dei corpi e delle menti. Che non sono più giovani, non sono più incoscienti (e per una parte meno male!), non sono più reattivi come una volta. Come una volta... Come prima della valanga.
Pianificare può servire. Ma non è detto che serva. E noi invecchieremo pure. Ma ce ne accorgiamo davvero solo quando ci sentiamo sopraffatti.
Ps: "Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale". Anche se casuale non vuol dire che non possa essere anche vero.
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