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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Racconto breve: PUNTI DI... VITA - © di Marcus

Non sopporto le persone scattose. Quelle che compiono movimenti improvvisi e inaspettati e che, anche quando il gesto è naturale e prevedibile, rendono la sua esecuzione impossibile da non essere notata. Come se il mondo debba necessariamente essere messo al corrente dei fatti loro. Gesticolatori compulsivi... Dio me ne scampi!

E come capita sempre in questi casi, il destino si diverte sempre a metterne uno sulla tua strada. L'ultima volta me l'ha fatto capitare in treno, proprio sul sedile di fronte. Corpulento, stempiato, indossava una maglia bianca con una scritta nera ("bitch" e qualcos'altro) ben in evidenza sul petto. Si è seduto ed ha appoggiato il suo zaino sul sedile di fianco a sé.

Dopo qualche minuto trascorso totalmente sprofondato nei propri pensieri, il tizio scatta. Appunto... Nel vero e proprio senso della parola! Scuotersi, riprendere contatto con la realtà e voltarsi verso lo zaino è un tutt'uno. Così come, un attimo dopo, aprire la cerniera, tirar fuori un libro, richiudere la zip e aprire alla pagina del segnalibro. Non passa che qualche secondo e l'uomo richiude improvvisamente il volume e dopo uno sguardo alla copertina inizia a imprecare. Ma non verbalmente... Con i gesti!

Non riesco a rendere adeguatamente l'idea per iscritto, ma credetemi quando dico che i suoi movimenti improvvisi e inconsulti dicevano molto più di mille parole, urlate o sibilate a denti stretti... Era tutto un florilegio di porco di qua e porco di là, di ma guarda te che roba e di che caz..., il tutto interpretato da pugni che si serravano violentemente per riaprirsi un attimo dopo in modo altrettanto violento, di scuotimenti del capo da una parte e subito dall'altra, di alzarsi e riabbassarsi repentino delle spalle... C'erano accuse, invettive, rimbrotti e forse anche qualche sganassone ben assestato il quel suo dimenarsi scattoso. Sembrava di assistere all'esibizione di un direttore d'orchestra che tenta di dare carne, vene e sangue alla sua esecuzione, solo che questa era tutta nella sua mente.

Insomma, il tizio, visibilmente alterato, inizia ad aprire le lampo dello zaino e a frugare nelle tante sue tasche alla ricerca della causa di quel bagnato. Un attimo dopo, eccolo tirar fuori un sacchetto della spesa all'interno del quale c'era evidentemente un contenitore. Del pranzo? Del caffè? Non saprei dire, ma l'espressione del volto dell'uomo nel momento in cui tocca la busta bagnata dà il via a tutta un'altra serie di muti improperi, questa volta del tipo ecco, lo sapevo, l'avevo detto io... Rimesso tutto dentro e richiuso lo zaino, lo scattoso riprende a leggere il suo libro. E nonostante ancora qualche gesto con le mani, pian piano si placa del tutto.

Il treno intanto inizia a riempirsi e quando tutti i posti disponibili sono ormai esauriti, una giovane fa cenno di volersi sedere dove è poggiato lo zaino. Così l'uomo lo solleva e si alza per far passare la donna. Ma... sorpresa: sul sedile si allarga una bella macchia di liquido! "Ma è bagnato!", dice lei fermandosi a metà strada. "Booh...", replica lui, dissimulando il benché minimo interesse. La donna ci ripensa e lui torna a sedere, posando di nuovo lo zaino sul sedile e infilandoci dentro il libro.

Alla fermata successiva la scena si ripete e questa volta è un uomo a reclamare il posto. Ma anche questi, notata la presenza della macchia ondeggiante, rinuncia e prosegue oltre. A quel punto il tizio si risiede, e rimesso lo zaino al suo posto, torna scattosamente a frugarvi dentro: riapre le cerniere, rovista in maniera furiosa e poi, all'improvviso, estrae il suo libro. Ne osserva per un attimo la copertina e subito inizia a sbraitare nuovamente gesticolando tutto. Anche stavolta neanche un fiato, ma è evidente la sua collera per la copertina e quelle pagine bagnate.

In quel mentre, un signore anziano gli chiede di poter passare per arrivare al sedile vuoto e il tizio: "No, no, signore... E' tutto bagnato... Guardi, guardi che mi ha fatto: mi ha bagnato tutto lo zainetto e tutto quello che c'è dentro!". E mentre si lamenta, mostra il fondo dello zaino (che quella macchia aveva provocato e che ora di essa si nutriva...!). E poi ("guardi, guardi qui...!") mostrava il libro bagnato, agitandolo nell'aria, aprendone le pagine a caso più e più volte e richiudendole di scatto ogni volta. E tutto quello spettacolo a beneficio dei viaggiatori presenti.

Finché, scuotendo la testa, l'uomo si alza, imbocca il corridoio e si avvia verso la porta per scendere dal treno.

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