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88 Arenula e tutto cominciava...

E SONO 37! Trentasette anni di ufficio stampa nello stesso ministero. Un lasso di tempo niente male, considerando il ministero in questione... Nel 2010 un collega del giornale radio Rai, che per lavoro aveva contatti da anni con molti uffici stampa ministeriali, mi disse che, molto probabilmente, il mio collega Giovanni e io eravamo gli addetti stampa più anziani di tutta la pubblica amministrazione centrale. Beh, se aveva ragione, credo che oggi quel 'forse' se lo siano portato via i 15 anni passati da allora. Ricordassi il nome del collega giornalista, lo chiamerei per curiosità... Il mio collega Giovanni, entrato due mesi prima di me, da qualche anno non è più all'ufficio stampa. Sicché potrei essere rimasto il più anziano (in termini di servizio, ovviamente) addetto stampa di tutta la Pubblica Amministrazione centrale. Il che mi lascia un po' come Pantani quando decideva di alzarsi sui pedali e... ci vediamo al traguardo! Peccato che non ci sia più il mio adorato...

11 settembre e Siria: i morti sono sempre morti

L'America commemora i tragici fatti dell'11 settembre di dodici anni fa e ricorda le quasi tremila vittime di quella follia (indipendentemente dal credere o meno alla versione ufficiale dei fatti, sempre di follia parliamo).

11/9: Obama con First Lady, minuto di silenzio a Casa Bianca
Poi presidente a commemorazione al Pentagono

   (ANSA) - NEW YORK, 11 SET - Il presidente americano Barack
Obama ha ricordato, con un minuto di silenzio alla Casa Bianca,
gli attacchi alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2011. Obama
era accompagnato dalla First Lady Michelle Obama e dal vice
presidente e sua moglie, Joe e Jill Biden. Obama partecipera'
piu' tardi a una commemorazione al Pentagono. (ANSA).


Mi piacerebbe poter dire al presidente Obama, alla sua famiglia e ai rappresentati delle istituzioni Usa che oggi in tutto il mondo hanno commemorato con iniziative, minuti di silenzio o anche con un semplice fiore i loro morti, che i morti sono sempre morti. Dovunque si trovino, di qualunque colore sia la loro pelle e la loro nazionalità. E che questo, a maggior ragione, vale per le vittime innocenti. Per quelle statunitensi e non. Per quelle travolte sotto le macerie della follia dell'11 settembre e per quelle che sono rimaste e rimarranno sotto le macerie delle bombe (se non peggio) di una follia che si fregia dell'etichetta di purificatrice. O vendicatrice.

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