Adattarsi, nel bene e nel male
È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno. Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...
nulla quaestio sull'assurda (per noi occidentali, ovviamente) visione della vita e della religiosità di "alcuni fanatici religiosi", il cui tasso di fede non si avvicina neanche lontanamente al nostro. basta guardare, infatti, i molti pacifici musulmani che si limitano "solamente" ad interrompere ogni genere di attività per pregare, quando arriva l'ora, incuranti di chiunque si trovi nei dintorni mentre da noi ci si vergogna a far vedere che si entra in una chiesa...
RispondiEliminapremesso questo, mi sembra riduttivo parlare solo di "cazzata di film", considerando che mi continuo a chiedere che necessità c'è di andare a sfrugugliare questi soggetti salvo poi cadere dal pero sulle conseguenze...
mi sembra più corretto, quindi, scrivere: "per una cazzata..."
Se è per questo, da noi ci si vergogna o si ha difficoltà pure a fare outing della propria mancanza di fede. Neanche fosse una colpa maturare un percorso in cui si arriva alla fine a concludere di non volersi sentire minimamente coinvolto in necessità spirituali...
EliminaScusate ma perchè bersagliare un film (per quanto cretino, blasfemo, cazzaro e tutte le definiziaoni che volete appipargli)?...e la tanta "abusata" libertà di espressione?
RispondiEliminaHo visto qualche spezzone fra tg e la rete: mi pare proprio una cazzata di film. Mi riferisco proprio al senso artistico dell'"opera" in sè, secondo il modesto parere di un modestissimo cinefilo. La libertà di espressione non c'entra nulla: altrimenti non sarei qui a scrivere di relativismi.
EliminaMa scusa...secondo te si "ribellano" perchè il film esteticaemnte è una cacata?
EliminaMi sono spiegato male: intendevo che volutamente non sono entrato nel merito delle loro ragioni (che comunque non condivido, nè nella forma nè nella sostanza) perchè non era quello l'oggetto della mia riflessione. Quel che mi premeva sottolineare era la sproporzione abnorme fra la reazione e la pochezza dell'oggetto del contendere, soprattutto a fronte di altre ingiustizie e malvagità ben più importanti (c'è di mezzo la vita di migliaia di persone e non una parodia anche mal realizzata) e sistematiche (si ripetono da secoli nel mondo moderno, almeno dai tempi del colonialismo) contro le quali non c'è reazione alcuna o quasi da parte di queste stesse persone.
Eliminasi si questo l'ho capito. io ribadivo ancora più fermamente il concetto, sottolineando che nessuno ha detto che "chiunque può pubblicare quello che vuole"...anzi tutti i capi di governo occidentali e i media hanno amplificato il fatto che il film fosse uno "scandalo" a cui si dissociavano....
EliminaEh, quella si chiama ragion politica... E' una delle due cose che ci distinguono dagli animali!
Elimina(l'altra è il pollice opponibile ed è universalmente riconosciuta come la caratteristica di maggiore utilità... per noi)
forse anch'io non mi sono espresso al meglio. la libertà religiosa, così come quella di espressione, sono concetti che ci siamo dati e, quindi, relativi. per noi, in generale, hanno un significato (e anche all'interno della visione occidentale ci sono molti distinguo)che è diverso da quello di altri popoli. la storia è vecchia, ci siamo già passati con la democrazia da esportazione. è un po' come il saluto che si fanno due persone a roma, dove spesso si sente dire, in vece del classico "ciao, come stai?", "aho, li mortacci tua. chi nun more se rivede". di fronte a tanta calorosità c'è chi si fa una risata (e risponde di pari grado, secondo un codice variegato e non convenzionato che solo un romano può conoscere) e chi s'incazza per aver offeso i suoi cari. ecco, "loro" si incazzano se gli tocchi il profeta. per cui le domande rimangono: perché? ne vale la pena? non sono sufficienti le scheggie di follia che riempiono le cronache di tutti i giorni? la nostra (presunta) superiorità non dovrebbe suggerisci un atto intellettivo migliore per evitare ogni volta, ribadisco, di cascare dal pero?
Eliminanon so se ho reso meglio il pensiero