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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Berlusconi, la politica, le televendite e i cogl...

Se la verità ci rende liberi, le televendite ci fanno schiavi. E questo i nostri politici lo sanno bene: primo fra tutti chi di tv campa nutrendoci da una vita. L'antefatto. Il premier incontra i suoi alla Camera e fa il punto della situazione a trecentosessanta gradi: Bankitalia? stiamo provvedendo; morte Gheddafi? sic transit gloria mundi [transit?!? semmai escort, visto il tipo!]; partito? cambiamogli il nome; governo? avanti fino al 2013; mi accusano di tutto, tranne di essere gay; siamo sopra al centrosinistra del 4%; in Russia prendo più applausi di Putin; per sviluppo fatti tanti provvedimenti... Insomma, di tutto e di più.

Con l'occasione, Berlusconi impartisce ai deputati Pdl una lezione di comunicazione: poche, semplici ma precise regole per comunicare in tv.

BERLUSCONI, SO DI AVER MANCATO NELLA COMUNICAZIONE (2)
E PREMIER DETTA A DEPUTATI PDL VADEMECUM COMPORTAMENTO IN TV
   (ANSA) - ROMA, 20 OTT - ''Per esempio la Ravetto e' stata
bravissima l'altra sera in tv da Paragone, ma guardava con
attenzione l'avversario e non scuoteva la testa'', ha proseguito
il premier nella sua improvvisata lezione di comunicazione ai
deputati del Pdl.
   ''Invece dovete prendere le distanze, non dare del tu
altrimenti sembra che date all'avversario confidenza. E
contraddire anche con il linguaggio del corpo, per esempio
scuotendo la testa in segno di diniego''. (ANSA).
     DU-GMB
20-OTT-11 15:18

Quindi, riassumendo, indifferenza totale nei confronti dell'avversario e negare, negare, negare sempre!

Quanto riportato dall'Ansa è pubblicato più o meno con gli stessi termini da tutte le agenzie di stampa, quindi grossi dubbi sul contenuto delle sue affermazioni non dovrebbero esserci... stavolta! Quello che più stupisce nella ordierna lezione di comunicazione (o che non stupisce affatto, trattandosi di una persona che ormai ci ha stupito pressocchè in ogni suo dire e in ogni suo fare) è l'assenza di qualsivoglia insegnamento che non sia in negativo. Cioè nulla riguardo al modo di essere propositivi, nè convincenti; niente di niente su chiarezza di idee, facilità di espressione, uso appropriato delle parole o che so, magari anche dell'ars e della vis retorica. Su tutto ciò il vuoto più totale.
 
Solo un breve elenco di indicazioni su 'come fare per' far capire al telespettatore:
  1. che l'interlocutore di turno è un avversario (a prescindere da cosa dice);
  2. che il modo di essere e di pensare del Pdl è diverso e contrario (a prescindere dal tema in discussione);
  3. che qualsiasi sia il merito delle affermazioni dell'altro comunque esse non rispondono a verità e quindi in ogni caso vanno contraddette;
  4. e soprattutto, il comandamento più grande: non importa il contenuto di quello di cui si discute, quanto il fatto di mostrare il più possibile apertamente la propria contrarietà alle tesi dell'avversario di turno. Per la serie: basta solo questo a convincere il pecoreccio e grossolano popolo della televisione. Che siamo noi...

Commenti

  1. questo sì che è un post da ricordare e mandare a memoria.
    Negare, negare, negare sempre...

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