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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Andiamo via con loro...



"I draghi possono essere sconfitti!". E poi... "Ammazzalo con un libro!". Quanta forza racchiudono al loro interno queste parole... Quanta potenza in queste due frasi semplici semplici...

Occhi che si aprono a nuovi modi di guardare alla realtà, che vengono aiutati a leggere meglio, educati a vedere che non tutto è come si vuole che appaia... Cuori che si scaldano al tepore di nuove strade da percorrere, che avvertono l'insorgere di nuove coscienze e, proprio per questo, si rinserrano e riprendono il vigore che avevano smarrito. Consapevolezze che si ritrovano, determinazioni che ritornano ad albergare laddove ingiustamente erano state allontanate... Da noi, proprio da noi.

Ieri sera è accaduto un piccolo grande miracolo: abbiamo visto che fare un'altra televisione è possibile. Abbiamo sperimentato (e con estremo godimento!) che si può invitare un famoso direttore d'orchestra senza far pubblicità al suo ultimo disco, alla sua ultima tournee, al suo ultimo prestigioso incarico in questo o quel teatro storico di vattelappesca.

Abbiamo sentito parlare di cultura in modo alto: non solo come critica gratuita all'attività di qualche ministro (che più di una critica si merita, se non altro per il modo di approcciare alla materia stessa del suo incarico!), ma per le tante e tante parole che sono state spese per spiegare l'importanza della cultura per un popolo, per la vita stessa.

E poi c'è stato Benigni. Non solo un istrione, perfettamente a suo agio con un canovaccio totalmente aperto e uno spazio da gestire in proprio, pressocchè senza limiti di tempo. Non un buffone, come si è definito lui: ma un giullare di dio! Ci ha fatto morire dalle risate con la canzoncina su Berlusconi ("ma quanto costa 'sto cazzo di pianeta!"); ci ha fatto sorridere e commuovere e poi commuovere e sorridere, senza lasciare soluzioni di continuità fra i contrapposti stati d'animo.

Fino ad arrivare a sfidare direttamente un boss di camorra: il boss dei boss dei casalesi. Non mi sono ritrovato ad odiare, in quel momento: e questo credo che sia stato il merito più grande del Benigni che ha giganteggiato ieri sera. Non mi sono ritrovato ad odiare quel Sandokan o quello Schiavone, da lui più e più volte chiamato per nome, perchè la grandiosità del giullare non sta nel suscitare l'odio in chi lo ascolta: lui ha annientato l'oggetto del suo parlare con l'arguzia del suo dire, ha violato l'immagine di intoccabile del capo della camorra, ha dissacrato il santuario della paura che questi e la sua organizzazione hanno creato e creano ogni giorno intorno a loro. Mi sono ritrovato semplicemente ad ascoltare qualcuno parlare con il sorriso dipinto sulle labbra di qualcosa che finora era assolutamente innominabile!

E in questo è stata la sua grandezza! Scherzare su Berlusconi e le sue scappatelle extragovernative è all'ordine del giorno per un comico. Ma spingersi a sfidare e sbeffeggiare, dolcemente, in diretta tv un capo dei capi è cosa che non avevo mai visto fare!

Sentire spiegare che a un bambino si può e si deve raccontare dei draghi perchè capisca che i draghi possono essere sconfitti è di una grandezza senza pari! Sentire Benigni incitare il capo della camorra ("Ammazzalo! Dai, ammazzalo!") ad ammazzare l'odiatissimo Saviano, ma a farlo usando un libro come arma... è di una potenza devastante! Una potenza che capace di squarciare come nient'altro il tempio di paura che Schiavone e la camorra hanno creato intorno a sè.

Grazie Roberto Benigni! Grazie Saviano e Fazio! Grazie a tutti coloro che, partecipando a Vieni via con me, sapranno rendere onore con altrettanta grandezza al sacro rispetto per la verità e la giustizia!

Commenti

  1. E' un nuovo modo di vincere le battaglie sperando di vincere la "guerra" contro il "male"....i draghi... l'illegalità, la delinquenza, i sopprusi... e chi più ne ha, ne metta.

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  2. GRAZIE MARCUS PER LE PAROLE CHE GLI HAI SCRITTO UN BACIO MARI!

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