Che lo vogliate o no, che lo crediate o no, siamo in vendita. E non è uno scherzo.
Il Demanio ha reso nota la lista dei
beni dello Stato disponibili per gli enti locali. Si tratta del primo passo in direzione, appunto, del federalismo demaniale, tanto caro ai dirigenti della Lega. In sostanza, il primo atto di un cambiamento del nostro assetto amministrativo che porterà all'attuazione del federalismo, fiscale prima e totale dopo.
In questo modo lo Stato cede agli enti locali, regioni, province (ma non erano tutti d'accordo ad abolirle perchè inutili fonti di sprechi?) e comuni, un lungo elenco di beni di sua proprietà allo scopo di aiutare suddetti enti a risanare i propri bilanci in rosso, per non dire sull'orlo del fallimento. Si tratta di spiagge, montagne, porti, fari, isole, giardini e parchi, palazzi e ville, ex carceri, beni militari dismessi e chi ne ha più ne metta. Della lista fanno parte, addirittura, lo storico museo romano di Villa Giulia e il famoso mercatino di Porta Portese. Una volta assegnati agli enti locali, questi beni potranno esser venduti al miglior offerente. Allo scopo di far cassa.
Due considerazioni nascono spontanee. La prima nasce dall'esperienza: c'è da fidarsi? Chi ha amministrato fino ad oggi la cosa pubblica nel nostro Paese, a tutti i livelli, che si sia trattato di esponenti politici nazionali o locali, salvo poche eccezioni non è che abbia brillato nè per competenza, nè per passione, nè per onestà. Basta guardare proprio ai conti, quelli dello Stato come quelli dei singoli enti locali, indebitati per cifre enormi e con prospettive di risanamento pari a zero o quasi: al punto che spesso deve intervenire lo stesso Stato sborsando milioni e milioni di euro, come è accaduto in tempi recenti con la città di Catania e con la stessa Capitale. Sprechi di ogni sorta, foraggiamenti agli amici degli amici, appalti gonfiati ad arte, mazzette ai funzionari di turno, pizzo alla mafia locale ed evasione fiscale a go-go: tutto questo ed altro ancora hanno portato l'Italia e i suoi mille comuni, ma anche le sue province e regioni, ad un dissesto economico-finanziario di proporzioni ciclopiche.
Ora, con l'attuazione del federalismo demaniale, lo Stato regala agli enti locali la possibilità di gestire in proprio l'amministrazione di tali beni, fino al punto, eventualmente, di venderli ai privati al solo scopo di risanare in tutto o in parte le proprie finanze. Cioè dà, a chi finora ha bruciato risorse in nome degli sprechi e del proprio tornaconto, l'opportunità di rimettere in sesto i conti, spesso, abusati proprio da queste stesse persone. Un po' come mettere in mano al Conte Dracula la gestione dell'Avis!
La seconda considerazione è anch'essa una preoccupazione. Tuttavia questa non è legata tanto alla mancanza di fiducia nei confronti dell'amministratore pubblico di turno, quanto ad un interrogativo semplice semplice, che non ha bisogno neanche di tante parole: quando questi beni saranno stati venduti e le finanze degli enti locali verseranno ancora in gravi condizioni, cosa succede?
In questo periodo
non siamo i soli a vendere isole...
Sai Marcus a parere mio siamo un popolo "rassegnato" a vedere che le cose vanno male ...ma dobbiamo anche avere il coraggio di dire L'ITALIA volere o volare ce la sempre fatta e questo popolo deve riprendere in mano le redini ,ricordi i partigiani no ? per vincere la guerra hanno fatto di tutto NOI DOVREMMO PRENDERE ESEMPIO DA LORO .
RispondiEliminagrazie del tuo commento .ma vorrei aggiungere che sei l'unico ad aver capito anche il mio modo di scrivere con "rabbia" alle volte ma sempre felice !
RispondiEliminaciao amicone mioooooo