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Trump people

A VOLTE RITORNANO. Sarebbe stato troppo facile e scontato come titolo. Ormai troppe cose e troppe persone ritornano e non più solo a volte. Il problema, semmai, è COME ritornano. L'era del secondo Trump, 47° presidente degli Stati Uniti d'America, inizia oggi. E prende il via con una vittoria schiacciante negli Stati chiave e nel voto popolare. Una vittoria che vede il partito Repubblicano impadronirsi delle istituzioni da cui dipendono il potere esecutivo e legislativo, con Trump alla Casa Bianca e Senato e Camera - a meno di clamorose sorprese nello spoglio degli ultimi voti - che sono a un passo dal tingersi del rosso del Republican Party.  A questo si aggiunga la maggioranza dei 9 giudici che compongono la Corte Suprema, la più alta corte della magistratura federale Usa, di cui tre nominati dal tycoon durante il precedente mandato, due da Bush figlio e uno da Bush padre, mentre sono solo tre quelli di nomina democratica (due da Obama e uno da Biden). In questo modo salta de

Ricordare. Ma perchè?


MA PROPRIO NON SI PUÒ TROVARE IL MODO DI CANCELLARE I RICORDI?
Lo chiedo da inguaribile rammentatore quale sono, chi mi conosce un poco lo sa bene...

Parlo di tutti i ricordi. Quelli belli, che ci rimandano a momenti che inevitabilmente non torneranno mai più... e quindi perchè continuare a struggersi al loro pensiero? E quelli brutti, che rievocano momenti che già hanno graffiato e inciso più o meno profondamente la nostra vita... e quindi perchè doverne rivivere ancora gli effetti? 

Che si tratti di amore, di lavoro, di persone e cose dell'ambiente familiare, della scuola, della vita quotidiana, persino di animali. Che si tratti di quegli eventi inaspettati che soltanto dopo aver prodotto il loro effetto - bello o brutto che sia - si cristallizzano nella nostra memoria. O ancora che siano indotti o generati casualmente dagli sconosciuti meandri del nostro mondo onirico... Qual è la ragion d'essere dei ricordi? Quel banale farci rivivere la sensazione del momento? E a che pro, dal momento che quel che c'era di bello e di buono è ormai irripetibile e perduto e quello che a suo tempo segnò la nostra anima di certo non siamo interessati a riviverlo?

Qualcuno potrebbe azzardare una risposta di stampo filosofico: i ricordi sono lì proprio per permetterci di imparare dal passato, rammentare quanto accaduto in situazioni analoghe e, al momento giusto, permetterci di decidere in modo da percorrere nuovamente il sentiero dorato o magari di comportarci diversamente per non dover incappare di nuovo in quello doloroso. Quasi come fosse un automatismo di protezione, in grado di innescarsi al momento giusto con la finalità di migliorare noi stessi.

Sia come sia, evidentemente la questione - o semplicemente l'interrogativo - qualcuno in giro per il mondo ha iniziato a porselo, come dimostra l'interessante approfondimento sul tema scritto cinque anni fa dal direttore di Futuro Prossimo - network italiano di Futurologia - e che potete leggere qui.

E voi, siete proprio convinti di voler continuare a ricordare?

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