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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Nolan e certe subliminali verità storiche


CARO CHRISTOPHER
, grazie per averci regalato il tuo Oppenheimer ! Per la verità il mio è il ringraziamento di uno dei tanti spettatori e appassionati che apprezzano il tuo lavoro e, come tale, è notevolmente di parte. Un ringraziamento ben maggiore ti viene e ti verrà attribuito dal tentacolare mondo del cinema. E non solo per questo film. 

Ma in queste pagine gioco in casa e pertanto voglio estendere il mio grazie anche ad altro. 

Grazie, ad esempio, per non aver ceduto alla violenza di produttori e distributori che da sempre, con forbici cieche e sorde, minano la creatività di chi vuole raccontare una storia spaziando ben oltre le canoniche due ore. Ne sanno tristemente qualcosa i nostri Sergio Leone e Giuseppe Tornatore, che certamente apprezzerai...

Grazie anche per le parole sulla reazione a catena con le quali alla fine Oppy sconvolge il vecchio Albert. La reazione a catena che possono innescare gli uomini è un pericolo ben peggiore di quella generata dalla fissione degli atomi. La seconda, almeno, si può controllare, come Fermi dimostrò a tutti. La prima...

C'è poi una cosa, un tarlo, che da quando sono uscito dalla sala alla fine del film mi si è ficcato in testa e fatica a uscirne. Mi è balzata alla mente una rivelazione: e cioè che sottotraccia nei tuoi film, anzi con i tuoi film, tu stia fornendo spunti e domande per riscrivere alcuni passaggi della Storia per come è generalmente riconosciuta. Lo hai fatto in quest'ultima pellicola, restituendo al personaggio gli oneri e gli onori che merita. E soprattutto spazzando via un po' delle tante opacità che altri avevano più o meno artatamente voluto costruire intorno alla sua figura.

Qualcosa di simile hai fatto in The Prestige raccontando delle manovre e delle azioni (al limite del criminale) messe in atto da Thomas Alva Edison per limitare il genio scientifico di Nikola Tesla. L'esasperato nazionalismo statunitense aveva già provato anni prima qualcosa di simile beatificando Alexander Graham Bell come l'inventore del telefono. E abbiamo dovuto aspettare fino al 2002, quando il Congresso Usa ha riconosciuto Antonio Meucci come il vero “inventore del telefono”, per conoscere la verità.

A dire il vero anche il tema del camuffamento e della manipolazione della realtà che affronti in altri due tuoi capolavori, Inception e Tenet, lascia molto su cui riflettere. E non mi meraviglierei affatto se, a questo punto, uno dei tuoi prossimi lavori dovesse concentrarsi su quel 'senatore del Massachusetts' che alla fine risulterà determinante col suo voto proprio per riabilitare la figura di Oppenheimer agli occhi del mondo! 

Dovrò rivedermi con attenzione tutti i tuoi film. Ma intanto... tu fammi sapere se ci ho preso!

Un abbraccio!

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