Tutti in fila per tre


SU VACCINI E GREEN PASS
La Repubblica ha deciso di soffiare sul fuoco delle tensioni sociali create ad arte per mettere di fronte cittadini a favore e contrari. Già lo aveva abbondantemente fatto, ma negli ultimi giorni il mantice del quotidiano ha iniziato a pompare forsennatamente sulle braci della rabbia e in modo sfacciato.

Il 2 dicembre scorso, un articolo a margine della campagna per l'elezione del successore di Mattarella al Quirinale racconta di come "Silvio Berlusconi si è lamentato dello spazio dato ai No Vax da alcune trasmissioni Mediaset, quella di Mario Giordano in primis". Il titolo è netto ("Troppi No Vax in tv". Quei volti Mediaset che irritano il Cavaliere) e nel pezzo il suo autore si guarda bene dal nominare quella parola che per tanti anni ha accompagnato la guerra del quotidiano di Scalfari contro alcune precise invettive e campagne mediatiche del padrone di Mediaset: la parola censura, stavolta, non c'è... L'articolo lo trovate qui.

Il giorno successivo, Repubblica ospita una intervista a Enrico Mentana: "Sulla salute non ammetto il Bar Sport. Via i No Vax dai miei tg”. Per chi non lo ricordasse, Mentana è il giornalista che nel gennaio 1992 inventa e dirige il Tg5 con l'intento di raccontare esclusivamente la cronaca, che nel 1997 offre uno spazio in prima serata al prof. Di Bella per parlare del suo metodo di lotta al cancro e che nel 2006 ospita a Matrix Giulietto Chiesa e Massimo Mazzucco per parlare delle tesi alternative alla versione ufficiale sui fatti dell'11 settembre. Stavolta invece, sul tema dei vaccini anti-Covid, il suo giudizio è completamente all'opposto: "quando si parla della salute delle persone non si può ragionare come al Bar Sport con davanti la vaschetta delle noccioline". L'intervista la trovate qui.

E arriviamo a oggi, con l'intervista a tutta pagina della nuova direttrice del Tg1, Monica Maggioni: “Il mio Tg1 senza pastone. E niente voce ai No Vax”. Sedici domande su come il primo direttore donna del telegiornale della rete ammiraglia della Rai intende affrontare i temi di stretta attualità: l'ultima, guarda caso, è quella che offre lo spunto per dare il titolo a tutta l'intervista. Chiede il giornalista di Repubblica: Darai il microfono anche ai no vax? Come sai c'è molta discussione su questo. E lei risponde: "No, se ci va di mezzo la vita delle persone non puoi mettere sullo stesso piano uno scienziato e il primo sciamano per passa per la strada. Deve tornare a contare la competenza, non tutte le opinioni hanno lo stesso valore". Dimenticando o facendo finta di dimenticare che fra gli sciamani no vax ci sono tanti autorevoli scienziati, alcuni di fama internazionale, che snoccialano dati e conoscenze scientifiche; ci sono medici di famiglia che sono medici di famiglia esattamente come quelli che spingono i propri pazienti a fare il vaccino; ci sono esperti che, in qualità di specialisti nel loro ramo, sono stati intervistati in passato proprio dallo stesso telegiornale... E ora tutti costoro, improvvisamente, perdono il diritto di parola al Tg1. L'intervista la trovate qui.

Se avessi voce, un microfono o un quotidiano che mi intervistasse, vorrei ricordare a tutti costoro, giornalisti come me, ma con una carriera alle spalle molto più importante della mia, una cosa semplicissima: e cioè che il vaccino non è obbligatorio. Già mi pare abbastanza grave che il governo decida di punire chi, liberamente o perchè glielo ha sconsigliato il proprio medico o in base a una propria riflessione, decide di non fare qualcosa che non è un obbligo fare. Ma decidere di non dare spazio nell'informazione a quelli che la pensano diversamente dalla maggioranza mi pare assolutamente squalificante per un giornalista che si definisca tale. Oltre che meschino.

Sarebbe un po' come se da domani sui tg o sui giornali si decidesse di non concedere più il diritto di parola a un ateo o a un credente di un'altra religione che non sia quella cristiana. Come se non si potesse più parlare dei diritti degli omosessuali (e poi si indignano quando viene affossato il ddl Zan... ipocriti!). Come se non si potesse più raccontare delle persecuzioni al popolo curdo o alle donne afgane (salvo poi ospitarle qui in Italia come trofeo da esporre contro la barbarie del regime islamico... ipocriti al quadrato!). 

E allora perchè non bandire dalla tv chiunque non tifi Juve o tutti quelli che amano la pizza con l'ananas o che sono astemi??? Attenzione, perchè se si decide di parlare e raccontare la realtà che ci circonda a senso unico, il regime è già fra noi.

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