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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Fermi tutti, è una latrina!

TUTTO FERMO O QUASI, quindi. All'esito dei due mandati esplorativi conferiti da Mattarella prima al presidente del Senato, Alberti Casellati, e successivamente a quello della Camera, Fico, le bocce sono ferme. Al momento in cui scrivo, infatti, non è prevista alcuna apparizione del Capo dello Stato, nè del segretario generale Zampetti, nella Sala Stampa del Quirinale. E non sappiamo se in serata ci sarà un comunicato del Colle.

E allora riepiloghiamo i dati fin qui a disposizione:
  • con esito negativo si è conclusa l'opera della esploratrice Alberti Casellati, che per ben due tornate ha cercato di mettere d'accordo il primo partito (M5S) e la coalizione vincitrice (centrodestra): insuperabile è risultato il reciproco insultarsi di grillini e berluscones, mentre Salvini (il capo della coalizione) non ha voluto rompere con l'anziano leader per andare da solo con Di Maio;
  • esito positivo (almeno a giudicare dalle parole di Fico) avrebbe invece avuto l'esplorazione del presidente della Camera su un possibile accordo M5S-PD; sul quale però pende come una spada di Damocle l'esito della direzione del Partito Democratico, appositamente convocata alle ore 17 del 3 maggio prossimo - vale a dire fra una settimana - per discutere se aprire o meno un dialogo sul governo con i pentastellati;
  • fattore comune ad entrambe gli scenari ipotizzati da Mattarella è la presenza del Movimento 5 Stelle, che tuttavia non vede e non vuole altro premier che Di Maio, qualsiasi sia la direzione dell'intesa da stringere;
  • il 9 maggio prossimo - vale a dire fra due settimane - si chiude la finestra per tornare al voto a giugno.

Ora, con questi punti fermi non mi pare che ci siano altre possibilità, onestamente, che le seguenti:
  • un governo basato su un'intesa M5S-PD dopo il via libera in tal senso dalla direzione dei Dem. Ma con quali numeri in Parlamento? Poco più di 32% del Movimento e poco meno del 19% del PD danno una maggioranza risicata, soprattutto in considerazione del niet che certamente arriverà dai renziani in caso di sconfitta nella direzione;
  • un governo del Presidente, in caso di mancato accordo fra M5S e PD. E quindi un governo tecnico? O di larghe intese e solo per fare una nuova legge elettorale?
  • un nulla di fatto su tutta la linea e il ritorno al voto a ottobre. Ma di nuovo con questa legge elettorale? Di certo ne beneficierà la Lega, probabilmente un pochino anche il M5S e quasi certamente ne usciranno malissimo Partito Democratico e Forza Italia...
Ma d'altronde l'avevamo scritto un po' di tempo fa...

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