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88 Arenula e tutto cominciava...

E SONO 37! Trentasette anni di ufficio stampa nello stesso ministero. Un lasso di tempo niente male, considerando il ministero in questione... Nel 2010 un collega del giornale radio Rai, che per lavoro aveva contatti da anni con molti uffici stampa ministeriali, mi disse che, molto probabilmente, il mio collega Giovanni e io eravamo gli addetti stampa più anziani di tutta la pubblica amministrazione centrale. Beh, se aveva ragione, credo che oggi quel 'forse' se lo siano portato via i 15 anni passati da allora. Ricordassi il nome del collega giornalista, lo chiamerei per curiosità... Il mio collega Giovanni, entrato due mesi prima di me, da qualche anno non è più all'ufficio stampa. Sicché potrei essere rimasto il più anziano (in termini di servizio, ovviamente) addetto stampa di tutta la Pubblica Amministrazione centrale. Il che mi lascia un po' come Pantani quando decideva di alzarsi sui pedali e... ci vediamo al traguardo! Peccato che non ci sia più il mio adorato...

La sottile linea nostra

Vorrei che i miei passi fossero sempre nella direzione giusta. Tentennanti, indecisi, a volte insicuri e dubbiosi, ma alla fine nella giusta direzione. Il problema è che nessuno può indicarmi quale essa sia o da che parte orientare il cammino. Nè sono così sicuro che la via migliore sia la stessa per tutti: probabilmente ognuno ha la sua, ritagliata sulla propria essenza, sul proprio profilo, su quella sottile traccia di noi stessi che ci individua e ci distingue gli uni dagli altri. E che ci rende unici, nel bene che sappiamo portare e nel male che arrechiamo intorno a noi.

Sono unico, la mia strada è solo mia e la devo trovare parlando con me stesso. Devo sceglierla fra milioni di possibili altre, magari farò errori, magari capirò da essi, ma non posso sottrarmi al cammino. Niente scuse, quindi. Niente giustificazioni a questa o quella concessione, niente alibi e soprattutto niente attese di cose piovute dal cielo, si tratti pure di improbabili manne o dei miei cari alieni. La forza di fare i passi giusti sta nelle mie gambe, nella mia mente, nel mio sentire. Nel mio sentirmi vivo, nel mio ascoltarmi spesso. Nel non sentirmi fatto e finito, nel non sentirmi saccente e senza limiti. Sono unico, ma non sono un dio.

Che cazzo sto aspettando?

"Non capisci che dalle tue scelte dipendono anche i destini di altri, di quelli che ti sono più vicini, che scelgono per loro, certamente, ma che si muovono anche in sintonia con i tuoi passi? Che cazzo stai aspettando...? Cammina!".

Commenti

  1. Bellissimo...
    La faccio mia, perché è ora che mi dia una smossa!

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