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Adattarsi, nel bene e nel male

È TIPICO DI NOI ESSERI UMANI: ADATTARSI . Adattarsi a tutto. Non c'è bisogno di scomodare il buon Darwin e la scienza dell'evoluzione. Fa parte della nostra natura: chiamiamolo istinto di sopravvivenza o in altri modi, il concetto è sempre quello. Ad esempio, dopo che ci siamo abituati a un determinato spazio, noi siamo spinti a dividerlo, riusciamo a dividerlo ancora e poi a dividerlo sempre di più. Riuscendo alla fine a trovare un nostro modo di stare, una nostra dimensione in uno spazio sempre più ridotto. Ci adattiamo a vivere anche in monolocali da pochi metri quadrati... La stessa cosa vale per i soldi o le risorse in genere: una volta abituati a una determinata condizione, impariamo a rimodulare la nostra vita con quello che abbiamo. E lo stesso accade quando le risorse disponibili diminuiscono, se sono sempre di meno.  Non sempre tale spirito di adattamento segue percorsi virtuosi. Ci adattiamo spesso anche a situazioni di comodo. Di comodo per noi, ovviamente. Così cap...

Racconto breve: L'ULTIMA VIGILIA - © di Marcus

Questa volta era deciso ad andare fino in fondo. Basta... Troppe delusioni, troppe promesse non mantenute. E poi: tutta quella mancanza di rispetto, l'egoismo infinito, il desiderio di primeggiare anche a costo di sopraffare, perfino di schiacciare gli altri... Non era davvero più possibile andare avanti così.

C'erano cose, poi, che proprio non riusciva a mandar giù. Una di queste era la loro cronica inaffidabilità. Quella non riusciva a sopportarla più. Aveva passato secoli a tentare di comprendere le ragioni di tanta incapacità. Anni ed anni a dar loro un'altra chance. E poi un'altra, un'altra e ancora un'altra... Quante volte aveva promesso a se stesso che sarebbe stata l'ultima. E ogni volta aveva infranto quel dovere di lealtà che aveva nei suoi confronti, tragicamente e doppiamente ingannato: dalla falsità di quei piccoli mostri e, parimenti, dalla sua infinita bontà.

Era una vita che si interrogava sulle loro tantissime ed enormi contraddizioni. E sempre le stesse, poi! Perchè tutto quell'astio assurdo? Non c'erano forse spazi e risorse per tutti? Perchè tutto quell'odio quando avrebbero dovuto imperare amore, amicizia, fratellanza? Perchè ostinarsi sempre a guardare famelicamente alle cose altrui? Non ne avevano ricevute abbastanza per ciascuno? Eppure loro erano privilegiati, quelli che per tradizione, da sempre, lui andava a trovare e ai quali non aveva mai fatto mancare niente. Quelli che continuava a riempire di attenzioni senza mai domandarsi nulla. Neanche se poi le meritassero davvero tutte quelle attenzioni... Sempre negli stessi luoghi, agli stessi indirizzi, sotto gli stessi cieli...

Cosa avrebbero dovuto dire, allora, tutti quegli altri, in tutte le altre parti dove non era mai stato? Certo i loro genitori non contribuivano alla sua leggenda come facevano questi, così come non alimentavano allo stesso modo la sua fama nel mondo. Eppure a questi non aveva mai fatto visita, non aveva mai portato nulla... Magari avrebbero meritato qualcosa anche loro... Magari questi sarebbero stati migliori... Magari...

Praticamente, un vita di perchè ed ora un mondo di magari.

Poi decise. Fu un attimo, ma cambiò tutto. Tutto quel che era stato finora. Si alzò e si diresse deciso verso la stalla. Aprì la porta, guardò dentro per un attimo, poi la spalancò del tutto. Le bestie si avvicinarono, prima titubanti poi sempre più convinte. Quando sfilarono davanti a lui emisero come un grugnito: un rimprovero? O forse un ringraziamento? Egli le lasciò sfilare e le guardò fuggire, una ad una, verso la libertà.

Quando furono uscite tutte si voltò per tornare verso la sua dimora. Appeso dietro la porta, nel solito posto, c'era il vecchio sacco che usava da una vita: lo tirò giù con un rapido movimento della mano e lo ammucchiò alla meno peggio, come per farne una palla. Uscì di nuovo all'aperto, cercò un pezzo di roccia che non fosse coperto dalla neve, ci mise sopra l'involto e, aiutandosi con un paio di rametti asciutti, accese il fuoco. Dopo poco, quello che era stato il suo sacco da una vita, ardeva vigorosamente alla luce del tramonto.

Babbo Natale rientrò in casa. Chiuse la porta e non uscì mai più.

Commenti

  1. bellissimo racconto. certo se anche babbo natale tira i remi in barca, siamo proprio ala frutta.

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  2. Per Gianluigi:
    "ala frutta"... ALA FRUTTA?!?!?!? AAAARRRGGGHHHHH!!!!!!!!!!

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  3. Bambini crudeli e incontentabili. Anche Babbo Natale ha un limite alla pazienza

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  4. Per Roberto:
    Eh, ma mi sa che anche lui ha le sue colpe... EHEHEH!

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  5. Eh no!!!
    Babbo Natale non può ritirarsi a vita privata...
    Che Natale sarebbe senza Babbo Natale???
    No, no...bisogna convincerlo a cambiare idea.
    Bellissimo anche questo racconto.

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  6. Ciao Marcus, faccio tanti auguri a Te ed ai Tuoi cari... che l'anno nuovi Ti porti tutto quello che desideri.
    Un abbraccio

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  7. Per Zicin:
    Grazie per le tue parole sempre gentili, per gli abbracci e gli auguri che ricambio davvero di cuore. Al 2011!

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  8. Tresorrrr.... Finalmente sono riuscita ad avere il tempo di leggere questo meraviglioso post. Bè... sarò cinica, ma sono certa, babbo natale non esiste, io no ne ricordo traccia...Scrivi sempre divinamente...

    PS: ti aspetto e ti abbraccio, ti abbraccio e ti aspetto....^_^

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