La sottile linea nostra

Vorrei che i miei passi fossero sempre nella direzione giusta. Tentennanti, indecisi, a volte insicuri e dubbiosi, ma alla fine nella giusta direzione. Il problema è che nessuno può indicarmi quale essa sia o da che parte orientare il cammino. Nè sono così sicuro che la via migliore sia la stessa per tutti: probabilmente ognuno ha la sua, ritagliata sulla propria essenza, sul proprio profilo, su quella sottile traccia di noi stessi che ci individua e ci distingue gli uni dagli altri. E che ci rende unici, nel bene che sappiamo portare e nel male che arrechiamo intorno a noi.

Sono unico, la mia strada è solo mia e la devo trovare parlando con me stesso. Devo sceglierla fra milioni di possibili altre, magari farò errori, magari capirò da essi, ma non posso sottrarmi al cammino. Niente scuse, quindi. Niente giustificazioni a questa o quella concessione, niente alibi e soprattutto niente attese di cose piovute dal cielo, si tratti pure di improbabili manne o dei miei cari alieni. La forza di fare i passi giusti sta nelle mie gambe, nella mia mente, nel mio sentire. Nel mio sentirmi vivo, nel mio ascoltarmi spesso. Nel non sentirmi fatto e finito, nel non sentirmi saccente e senza limiti. Sono unico, ma non sono un dio.

Che cazzo sto aspettando?

"Non capisci che dalle tue scelte dipendono anche i destini di altri, di quelli che ti sono più vicini, che scelgono per loro, certamente, ma che si muovono anche in sintonia con i tuoi passi? Che cazzo stai aspettando...? Cammina!".

Commenti

  1. Bellissimo...
    La faccio mia, perché è ora che mi dia una smossa!

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