Avrei voluto non saperlo

QUANDO ACCADE È DURA. Perché poi devi tentare di compensare. E allora fai di tutto per rendere compatibile quello che pensavi prima con la realtà che hai conosciuto dopo. Il discrimine è una lama. Fredda. Che affonda incurante fra le morbide illusioni che teniamo strette strette a noi. Un po' per rassicurante ottimismo, un po' per cieca fede, un po'... perché no? 

E il contesto cambia. Cambia il suo colore, il suo aspetto, il suo odore. Difficile da accettare che quanto pensavamo fosse in un modo fino a un attimo prima, un attimo dopo non sarà più. Perché non sarà mai più lo stesso, è inutile sperarlo.

L'illusione caduta non si rimette in piedi. I cocci possono vedersi, ma non ricomporsi. E se anche ci riuscissimo, con sforzo immane o facendo sfoggio di una superficialità non comune, lo sfregio sulla realtà rimarrebbe sempre ben visibile. Non al mondo, ovviamente: ma ai nostri occhi. Come monito, come testimonianza di una sconfitta personale. In qualche modo è così. Per noi sarà così.

E la bistecca sugosa e gustosa, quella tanto indigesta a Morpheus, rimane pendente sul capo di tutti noi: mistificante tentatrice sempre presente nelle nostre vite.

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