Dieci anni di te e di me

IO SCRIVO SU DI TE, TU DESCRIVI ME. Il patto più o meno era questo. O meglio, io affronto un argomento, a volte parlando di politica, a volte lasciando andare pensieri sulle cose più disparate, altre volte tentando la via del racconto e così via; e tu, in cambio, cerchi di tirar fuori da me tutti quei lati che normalmente rimangono nascosti, disegnando una figura che sia più fedele a me stesso di quanto l'immagine riflessa nello specchio possa raccontare.

È così che è nato Marcus. O forse sarebbe più giusto dire che grazie a questo accordo Marcus accettò di uscire fuori per mettere il naso nel mondo. Esattamente dieci anni fa, il quindicesimo giorno del nono mese del 2008.

Era diverso allora, più piccolo e non spaziava per tutta la pagina come adesso. E poi era verde ed arancione: verde lo sfondo, come le mie speranze; arancione i titoli e i link, per accompagnare nella lettura dentro e fuori. Forse era voglia di colore, forse non si riconosceva nel grigiume dell'immagine che vedeva riflessa nello specchio della realtà quotidiana. Chissà...

Non è un figlio, non lo è mai stato. Più un fratello diverso, qualcuno di cui fidarsi nel giudizio quotidiano e a cui affidarsi nei momenti di sfogo. Nato per caso, come istintivo moto di ribellione all'anatema di Papa Ratzinger contro, appunto, i relativismi in genere, vera e propria minaccia - secondo lui - verso quel pensiero unico, seminato, coltivato, addirittura venduto nel mondo anche a costo del sangue.

Grazie Fratello, per essere quello che sei. E per rendermi fiero di me. 

Buon compleanno!

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