Dopo l'ultima pagina

A VOLTE MI SOFFERMO sulle persone e sul loro volto. Viaggiando ogni santo giorno in treno, non è una cosa tanto difficile. Cerco di leggerli: un atteggiamento buffo, l'improponibile scelta di colori nel vestirsi, una acconciatura particolare, un tic che fa sorridere. Oppure è una bella ragazza, una donna decisamente attraente o persino un uomo fascinoso. Sono tante le situazioni che si offrono al mio sguardo, dal sedile di fronte.

Ma ce n'è una, in particolare, che da sempre cattura la mia attenzione, al punto che spesso sono proprio io a cercarla intorno a me. E' una situazione discreta, quasi intima... Avete mai guardato il viso di qualcuno che ha appena chiuso il libro che stava leggendo dopo averne divorato l'ultima pagina?

Ahhh, quello sì che è un momento magico! Delicato, profondo. Sospeso...

Quando chi legge prende consapevolezza, definitivamente, che quell'avventura è finita. Che le emozioni suscitate dalle vicende narrate sono ormai andate: momenti irripetibili anche a voler ricominciare da capo, piccole gemme custodite nello scrigno della memoria e inscindibilmente legate al momento in cui le si è vissute per la prima volta. Che un'ultima frase, un'ultima descrizione ci accomiata per sempre dai protagonisti di quella storia, anche dai più cattivi, dai più dannati, da quelli che ci hanno fatto soffrire di più.

E a me piace gustare quel momento trovandolo sul volto delle persone, proprio mentre quel piccolo miracolo sta accadendo. Tentando di leggere le emozioni nei loro occhi. Ipotizzando, vagando, sognando e intimamente soffrendo insieme a loro.

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