Governabilità all'italiana o ingovernabilitalia?

Come sempre, dopo l'onda dello tsunami, occorre aspettare che l'acqua si ritiri per fare il punto della situazione, per rimuovere le macerie e iniziare a ricostruire. Ed è quello che sta accadendo anche qui da noi, a poco più di un giorno dall'esito di quest'ultima tornata elettorale. 

Con una differenza, però: che nel nostro caso l'acqua farà più fatica a ritirarsi. Anzi, per una scelta pienamente consapevole - che affonda le sue radici nelle ragioni stesse che hanno portato alla nascita del movimento e perciò sbandierata e urlata urbi et orbi - la violenta mareggiata di Grillo e del suo M5S che si è abbattuta sull'arroccato nostro sistema partitocratico, travolgendone gli argini, scuotendone le fondamenta (già di per sé fradice) e sradicandone via alcuni pezzi, pare destinata a ristagnare per un bel po' di tempo nei palazzi della cittadella del potere. Perchè? Ma perchè l'obiettivo del movimento è quello di completare l'opera, di ripulire quegli ambienti dalla muffa e dai parassiti che per anni li hanno infestati e di restituire il potere ad una rappresentatività più vicina al popolo. Non sono pensieri miei: sono gli intenti ripetuti più e più volte da tre anni a questa parte dal suo leader.

Ora siamo in mezzo al guado. Il voto delle politiche ci ha consegnato un Parlamento pressocchè tripartitico (la componente Monti è appena sopra la linea di galleggiamento), con due delle tre componenti smarrite e solo ora consapevoli di dover fare i conti con l'onda d'urto grillina, volenterosa di dimostrarsi diversa e con i giri a mille. Ora, è chiaro che per provare a governare il Pd (che ha il boccino in mano, avendo il centrosinistra spuntato la maggioranza in entrambe le Camere) se non vuole inciuciare con Berlusconi dovrà scendere a patti con il Movimento 5 Stelle. E poichè, proprio per dimostrarsi diversi dagli altri, costoro vorranno proseguire su una linea di coerente rigore con l'idea di superare il vecchio modo di fare politica (appunto, gli inciuci), ecco che Bersani se vorrà dialogare con Grillo dovrà scegliere fior da fiore tra quelle proposte che più di altre possano raccogliere consensi dagli italiani e andar giù alla nomenklatura del suo partito. 

Cosa assolutamente non facile questa. Perchè se è vero che nel primo periodo non sarà difficile promuovere proposte di tagli alla politica, al finanziamento pubblico dei partiti, alle indennità dei parlamentari, al loro numero, ai loro benefit, così come la razionalizzazione della Rai, delle spese dello Stato e di tutte le amministrazione pubbliche locali, molto ma molto più arduo si presenterà il compito quando si tratterà di attuare, ugualmente in tempi brevi, politiche economiche e fiscali che non vadano a contrapporsi alle linee imposte dai leader e dalle istituzioni dell'Unione Europea e ad intaccare i santuari delle banche e della finanza internazionale.

Non sembrerà vero, a quel punto, a Berlusconi e a Monti di contribuire con una spintarella alla fine di un rapporto improvvisato e per lo più campato in aria. Così come credo che avranno gioco facile Grillo e i suoi a smarcarsi ai primi scricchiolii di cui sopra che potrebbero minarne la credibilità e la tanto rivendicata patente di diversità e ad urlare... ALL'INCIUCIO, ALL'INCIUCIO!!!

Commenti

  1. ti passo il commento che ho inviato poco fa al blog di Grillo. ciao
    Ma la Costituzione così recita:
    Art. 94.
    Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.
    Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.
    Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.
    ....
    Bene, per il primo insediamento, ed entro dieci giorni dal suo insediamento, è necessaria la fiducia delle due Camere. Solo nella fase successiva il Governo non ha necessità per vivere che siano approvate tutte le sue decisioni e non ha necessità di ricorrere alla fiducia.
    Pertanto, se il Movimento 5 stelle non vuole una immediata crisi parlamentare con nuove elezioni, deve permettere un insediamento iniziale di un Governo e poi successivamente potrà confrontarsi sulle singole leggi come meglio crede. Questo è un passo obbligato richiesto dalla Costituzione. Nel caso che il Movimento 5 stelle si sottrae a questo passaggio si possono prevedere scenari particolari: crisi permanente con Governo provvisorio fino a nuove elezioni oppure una generosa stampella offerta da Berlusconi come salvatore della patria con una “fiducia non richiesta”, e con tutte le conseguenze che ne possono derivare. Allora sia chiaro al Movimento 5 stelle che questo passaggio di dare una fiducia istituzionale non è una abdicazione e non è un “inciucio” ma è un necessario passaggio istituzionale; e se non viene fatto dal Movimento 5 stelle ne deriva la responsabilità di fare ritornare in campo un Berlusconi che tiene in ostaggio lo stesso Bersani.
    Una volta insediato un Governo poi si può avviare il processo nuovo per contribuire alla realizzazione delle leggi una per una, e il Movimento 5 s può giocare un grande ruolo, ma occorre tenere presente i passaggi obbligati della Costituzione altrimenti si rimette in campo la vecchia politica che si voleva ostacolare.

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    1. Sì, l'avevo letto sul blog, un'oretta fa... Grazie mille, Francesco!

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    2. E tra l'altro aggiungo anche, riprendendo la tua frase "crisi permanente con Governo provvisorio fino a nuove elezioni": nuove elezioni che non potrebbero tenersi neanche in tempi brevi perchè Napolitano in questo periodo, causa scadenza del proprio mandato, non può neanche sciogliere le Camere.

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